“Il più grande miracolo del mondo”, libro di Og Mandino: la sensazione che tutto è possibile

Creato il 06 maggio 2014 da Alessiamocci

“Allora e soltanto allora, si  metta in cerca di qualcuno che abbia bisogno di aiuto come ne aveva lei prima. Gli dia due cose: l’amuleto segreto degli straccivendoli e il  Memorandum di Dio”

A Chicago quella mattina, tutte le stazioni radio annunciavano che la tempesta di neve sarebbe durata a lungo ma lui era lì, intendo a gettare briciole agli uccelli. Capelli al vento, lunghi – e in un anziano non è un particolare che passa inosservato – un cane di fianco che gioca con i fiocchi mentre cadono, e il suo sorriso. È quanto rimarrà impresso per sempre nella mente di Og Mandino ogni volta che ripenserà a lui, allo Straccivendolo di Dio.

Il libro “Il più grande miracolo del mondo“ contiene perfino le istruzioni sul come indossare l’amuleto e, soprattutto, sul come diventare questi particolari e affascinanti Straccivendoli. Ma più di ogni altra cosa rimane al lettore la sensazione che allora tutto è possibile, che possiamo sentirci ancora integri nei nostri sogni, nelle nostre peculiarità, nel nostro unico modo di sentirci singolari.

Un piccolissimo libro da leggere più volte, mentre ci facciamo rapire da questo individuo d’altri tempi eppure moderno; che abita lì, di fronte al parcheggio dove ogni mattina, stancamente, chiudiamo più volte l’auto girandoci indietro perché non riusciamo a ricordarci di averla chiusa.

L’antifurto che azioniamo a distanza, continua ad accendere le luci e ad emettere quel doppio sibilo, e noi stanchi della nostra abitudine forse impareremo a chiederci “Simon esiste? Il geranio rosso, in vetro soffiato, lo venderanno pure da qualche parte anche qui”.

È bello sentir parlare di miracoli, è misterioso, impenetrabile, affascinante. E se poi scopriamo che il miracolo possiamo essere noi, occorre deglutire più volte mentre le pagine si voltano da sole, dalla tanta emozione.

Il signor Simon parla con il signor Mandino come un padre fa con un figlio, come si parla a un fratello, all’unico vero amico. Con la mano tesa a lato della bocca come quando da bambini si sussurra “ti confido un segreto”.

Lo sprona a non aver paura, gli continua a dare del lei usando quel pronome personale come fosse un abito per la festa, e gli rammenta che nessun problema è facile, eppure in ognuno di noi, una luce-guida arde dentro.

E come scrisse Emerson “La nostra forza nasce dalla debolezza, così ogni uomo colpito, tormentato, sconfitto ha la grande opportunità di mettersi in contatto con il proprio sé spirituale, per guarire dalla follia della presunzione.

Written by Daniela Montanari


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