Di Enzo Pecorelli

Egli ha, cioè, elaborato la sua ipotesi di studio partendo da alcune osservazioni sugli insetti criptomimetici (fasmidi), sugli insetti sociali (termiti) e sugli animali rapidomimetici (sepiidi), giungendo a spiegare la capacità degli animali mimetici di adattarsi all’ambiente a una presunta forza ideoplastica della psiche (e ciò per analogia con il fenomeno ipnotico noto come monoideismo e con tutta una serie di effetti di somatizzazione, descritti nel suo saggio introduttivo). In sintesi, secondo l’autore, se si accetta che la mente possa agire sulle cellule somatiche del corpo (cosa che avviene sia alle seppie, che si adeguano istantaneamente al colore del fondale, sia all’uomo, con le numerose manifestazioni di somatizzazione accertate dalla medicina e dalla psichiatria, effetti placebo, ecc…) non si vede perché essa non possa agire anche direttamente sulle cellule germinali e determinare in esse le mutazioni ideoplastiche evolutive (come nel caso dell’insetto-foglia).In effetti, già numerosi studiosi sono concordi nel ritenere che la psiche possa influenzare il DNA, in termini di geni attivati e disattivati. Ma Pellegrino De Rosa, rispetto a costoro e in seguito alle osservazioni da lui condotte, compie un ulteriore e importante passo: giunge, cioè, a ipotizzare che la psiche possa anche agire direttamente sul materiale genetico fino a creare nuovi geni e a fissare in esso le mutazioni desiderate e acquisite (forse interagendo con l’ordine implicito di Bohm), proponendo che l’evoluzione delle specie viventi possa essere dovuta a una volontà che prende forma, che egli definisce: “plasticismo evolutivo”.L’autore, quindi, pur essendo partito da osservazioni oggettive e naturalistiche, cerca poi di suggerire un possibile meccanismo d’interazione tra mente e corpo, facendo riferimento alle scienze di frontiera: la fisica e la biologia quantistiche. Infatti, egli fa notare che, se si accettano le conclusioni della meccanica quantistica riferite alla materia inanimata (entanglement, collasso della funzione d’onda, coerenza e decoerenza quantistica, ecc…) non si vede perché gli stessi principi non si possano applicare anche alla biochimica, alla genetica e alla fisiologia degli esseri viventi. Perciò, riferendosi anche agli esperimenti di Pribam sul cervello e alla sua teoria olografica, e considerando che anche il corpo dei viventi pare possedere delle informazioni di possibile natura olografica, dovuta a pattern interferenti (es. memoria degli organi dei trapiantati), giunge a suggerire che l’interazione mente-cervello possa essere spiegata con un meccanismo quantico e olografico.Proseguendo ulteriormente in tale direzione, l’autore si spinge, come prima accennato, fino ad accettare il modello olografico di Bohm e il meccanismo dell’entanglement (meccanismo che, secondo l’autore, potrebbe spiegare anche il modo di funzionare della presunta mente collettiva degli insetti sociali). Le mutazioni acquisite dalla specie mutata, che vive nella realtà fisica o “ordine esplicito”di Bohm, verrebbero, quindi, registrate anche in una “matrice olografica”, metafisica o parafisica, specifica della nuova specie e residente in una dimensione olografica denominata “ordine implicito”, e, grazie a un’interazione “non locale” (“bio-entanglement quantistico”) prevista dalla fisica quantistica, eserciterebbe poi la sua influenza su tutti gli altri individui della specie.La teoria del plasticismo evolutivo si differenzia, pertanto, sia dal lamarckismo (che non è basato su un’azione esclusivamente mentale, bensì sul principio dell’uso e del non uso degli organi, e che non riesce a spiegare né il meccanismo di trasferimento delle variazioni fisiche, dalle cellule somatiche a quelle germinali, né la comparsa di variazioni non condizionate dall’uso e dal non uso: es. mantello mimetico della giraffa, appendici aeree del Draco volans, la forma dell’insetto-foglia, ecc…), sia dal darwinismo (che è basato, principalmente, sull’ipotesi di improbabili variazioni casuali ma funzionali del DNA e sulla successiva selezione naturale).Egli, nei suoi saggi introduttivi [2011 e 2012], pur accennando rapidamente ai principali motivi che porterebbero a confutare le altre ipotesi evoluzionistiche, non si sofferma a lungo su tale aspetto, ma, in questa fase, si limita essenzialmente a descrivere la struttura generale della sua ipotesi evoluzionistica, rimandando a una futura pubblicazione l’approfondimento degli altri aspetti.In effetti, è noto come la teoria evoluzionistica darwiniana, pur essendo sicuramente quella più accreditata, non sia accettata universalmente.Alcune opinioni antidarwiniane di alcuni studiosi, illustri e autorevoli almeno quanto i sostenitori del darwinismo, sono, per esempio raccolte nei libri “Voci fuori dal coro. Intellettuali che considerano il darwinismo poco convincente” (Dembski W. A., 2012. Caltanissetta. Alfa e Omega editore), “Gli errori di Darwin” (Fodor Jerry A., Piattelli Palmarini Massimo, 2010, Feltrinelli), e in numerosissimi altri testi. Il lavoro introduttivo di Pellegrino De Rosa, invece, rispetto a costoro, tenta di compiere un passo in più: quello di cercare una spiegazione, adottando un criterio d’approccio multidisciplinare, a come si sia evoluto l’insetto-foglia e, di conseguenza, a come si siano evoluti tutti gli altri esseri viventi, e lo fa (come testimonia il punto interrogativo nel titolo “E se Darwin si fosse sbagliato?”) presentando le sue osservazioni senza la pretesa di una certezza acquisita, ma proponendole come una possibile - ma interessantissima - ipotesi di studio e collegando strettamente il fenomeno del mimetismo (rapidomimetismo e critomimetismo) con quello dell’evoluzione, tramite un supposto meccanismo da lui definito “somatizzazione quantistica”.In particolare, secondo l’autore, nessun’altra teoria evoluzionistica riuscirebbe a spiegare in maniera convincente come il corpo dell’insetto-foglia (e di un gran numero di altri organismi mimetici) si sia evoluto, assumendo l’aspetto preciso di una foglia, comprese le nervature e alcune macchie di seccume. Attribuire tale evoluzione al semplice caso sarebbe, secondo l’autore, una non-spiegazione, che non avrebbe nulla di scientifico. Inoltre, essa sarebbe statisticamente talmente improbabile da risultare quasi impossibile; eppure l’insetto-foglia esiste e solo la teoria del “plasticismo evolutivo” sembra essere in grado di fornire una possibile spiegazione della sua esistenza [De Rosa, 2011 e 22].L’autore, in definitiva, presenta una concezione olistica del sistema mente-corpo degli esseri viventi (visione accettata - per esempio - dall’ipnologia, settore di cui l’autore è appassionato studioso autodidatta) e alcuni punti di contatto con il monismo panteistico del monaco eretico nolano Giordano Bruno, e giunge a proporre la sua ipotesi evoluzionistica come una possibile terza via tra l’evoluzionismo neodarwiniano e il creazionismo non fissista.Infine, è mia personale opinione - ma potrei sbagliarmi - che alcuni aspetti della presunta evoluzione ideoplastica (o plasticismo evolutivo) delle specie viventi siano stati espressi dall’autore con maggiore libertà nel romanzo piuttosto che nel saggio introduttivo, ma sono soprattutto curiosissimo di leggere il saggio approfondito, che l’autore ha in preparazione, e di cui ho avuto modo di prendere visione solo di alcuni affascinanti capitoli. Nell’attesa, il prof. Pellegrino De Rosa[2012] invita i ricercatori a progettare esperimenti tendenti a verificare i possibili effetti mutageni della volontà di soggetti umani, sottoposti a suggestioni prodotte da realtà virtuali o da induzioni ipnotiche, sul materiale genetico dei gameti. Riferimenti bibliografici:Bohm D.,1980, Wholeness and the Implicate Order, London, Routledge, 1980.Dembski W. A. (2012). Voci fuori dal coro. Intellettuali che considerano il darwinismo poco convincente, Caltanissetta. Alfa e Omega editore, 2012.De Rosa P. (2011), Il plasticismo evolutivo - Una nuova ipotesi evoluzionistica basata sulla biologia quantistica e sull’entanglement olografico, Macerata, Ed. Simple, 2011.De Rosa P. (2011), Metamorfer. La gemma di Darwin, Macerata, Ed. Simple, 2011.De Rosa P. (2012), E se Darwin si fosse sbagliato?, Tricase (Le), Ed. Youcanprint.it, 2012.Fodor J. A., Piattelli Palmarini M. (2010), Gli errori di Darwin, Feltrinelli, 2010.