Il poeta può fare pubblicità?

Da Marcofre

Sigurbjörg Thrastardóttir è una poetessa islandese protagonista di un filmato di circa 50 secondi, realizzato per il portale “Visit Reykjavik”. Esatto, si tratta di pubblicità, per invogliare i turisti a visitare l’isola.

Mi domandavo quale sarebbe la reazione in Italia se un poeta, o uno scrittore, prestasse il suo volto per reclamizzare la regione Liguria, o la Toscana, il Veneto. Temo di saperlo.

In un Paese che celebra la cultura a chiacchiere, la figura del bardo, dello scrittore, deve essere lontana dal popolo. Costui è bene resti chiuso da qualche parte, senza dare mai confidenza alle persone. Al massimo, andare in televisione con risultati discutibili.

No, non ho cambiato idea, anzi. Ma credo che mantenere in vita un certo tipo di televisione, partecipando a trasmissioni che gridano vendetta al cospetto di Dio (si dice ancora così?), sia un errore non da poco. Per fortuna c’è il Web, come ho già avuto modo di spiegare.

Tornando invece all’argomento del post: ricordiamoci che dietro 60 secondi di pubblicità, ci sono professionalità, competenze, che solo la presunzione impedisce di vedere.


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