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“Il politicamente corretto”. L’ideologia farisaica che annacqua e appiattisce il pensiero

Creato il 14 giugno 2012 da Iljester

“Il politicamente corretto”. L’ideologia farisaica che annacqua e appiattisce il pensiero

Ormai in Italia affoghiamo nel “politicamente corretto”. Un mare melmoso e melassoso che ci opprime e ci comprime cancellando ogni nostro orgoglio identitario, ogni rilievo delle nostre catene montuose caratteriali, che ci induce alla paura mentre parliamo e ci terrorizza per le conseguenze spesso inevitabili del nostro pensiero.

Dobbiamo sempre guardarci le spalle quando esprimiamo una nostra idea e una nostra posizione, e dobbiamo bilanciarla, smussarla, arrotondarla e sterilizzarla, affinché sia gradita a questa o quella categoria sociale, fino ad annullare del tutto quanto in verità vorremmo dire. Il paradosso è che alla fine anziché dire A diciamo B, perché A è scorretto, ma B non è A, seppure è corretto.

 

Questo è uno dei tanti modi per uccidere il pensiero delle persone e appiattirle in un modo omogeneo e conformizzato di vedere le diversità. È obbligare le persone nelle catene d’acciaio di un’ideologia che ci vuole tutti forzatamente uguali, tutti con gli stessi gusti, tutti con lo stesso modo di pensare e tutti dei perfettini corretti, senza sbavature e senza il marchio dell’originalità, ma tutti, certamente, con il marchio della banalità.

Un mondo insipido, dove il colore personale non conta più e dove invece conta l’ipocrisia dell’apparire e delle frasi corrette. Guai a dire “frocio” o “finocchio”. Non è politicamente corretto e offende la categoria degli omosessuali: si devono utilizzare appellativi più morbidi come “gay” o “omosessuale”. Guai a usare “zingari” o “Zingaropoli”. Anche questi sono termini non politicamente corretti, poiché “offendono” le categorie interessate. Meglio termini più blandi (almeno per ora) come “nomadi” e “rom”. Guai poi a usare “negro”. Siam pazzi? Non è politicamente corretto. Il termine giusto è “di colore” o se proprio dobbiamo, “nero”. E che dire poi dei “diversamente abili”? Siamo passati dal termine “handicappato” ad “affetto da handicap” a “diversamente abile”. Ma che significa “diversamente abile”? Che uno è abile ma lo è diversamente?

Fin qui però nulla di veramente straordinario e scandaloso. I termini sono delle convenzioni che possono anche cambiare ed essere adattati al contesto e ai tempi. Il problema è il pensiero. Perché la società ipocrita di oggi non si accontenta più di imporre certi termini anziché altri. Ma addirittura pretende che le persone pensino in un certo modo ed esprimano il loro pensiero in conformità a quel determinato modo. Così, per esempio, non è solo “politicamente scorretto” dire “finocchio” o “frocio”, ma è altrettanto scorretto – badate bene – esprimere una posizione non gradita alla categoria interessata e al benpensare farisaico. Ecco dunque che per un Cassano che afferma “Froci in nazionale? Spero di no“, subito salgono alla ribalta diecimila farisei del politicamente corretto a stracciarsi le vesti: come ha osato?!

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Cazzo! Sì, cazzo! Dannatamente cazzo! Cosa ha detto di così scandaloso? Il calciatore ha solo espresso il suo pensiero. Condivisibile o meno, è il suo pensiero, non una legge fisica immutabile e incontestabile, né una benedizione papale urbi et orbi. Cassano ha detto solo che non vorrebbe i gay nella nazionale. Tutto qui. Mica ha detto che li vorrebbe vedere morti o che li vorrebbe bruciare! Ha espresso il suo diritto costituzionale di dire quello che pensa sui gay in nazionale. Non li gradisce. Problema suo, mica di tutti! Mica nostro. Mica dei gay!

Ma ai benpensanti, ai radical chic, ai farisei della società moderna, custodi e sacerdoti dell’ideologia del “politicamente corretto”, non è andata giù quella opinione e l’utilizzo del termine non convenzionale “froci”. Sia l’uno che l’altro sono o sarebbero offensivi per gli omosessuali (Cecchi Paone). Li fa sentire come una categoria di indesiderati. Quasi che quella di Cassano sia stata una fatwa che abbia messo al bando i gay dal calcio. Robe da matti!

Piuttosto è molto grave che nel nostro paese ci siano gli arroganti soloni che pretendono di imporre con il loro tono scandalizzato l’obbligo di pensarla tutti allo stesso modo, affinché tutti abbiano la stessa posizione e si conformizzino a essa senza se e senza ma, tacciando le voci fuori dal coro come la voce di razzisti ignoranti, omofobi o chissà quale altro epiteto atto a umiliare, a denigrare e offendere le idee diverse. Questa pretesa io la definisco un’arrogante e pericolosa dittatura, una ideologia omologante di chi vorrebbe annullare l’individualità del singolo anche nel suo modo di pensare e di vedere le cose della vita.

Viva la libertà e viva il diritto di dire le proprie solenni cazzate.

di Martino © 2012 Il Jester

 


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