Il polso della crisi

Creato il 15 novembre 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Uno dei migliori strumenti per misurare l’andamento di un Paese, è vedere i bilanci delle banche e delle imprese più rappresentative. In Italia negli ultimi giorni sono stati rese note le cifre della banca più grande, l’Unicredit, e dell’azienda più lucrosa, Finmeccanica. Non esattamente rose e fiori.

Unicredit ha pagato caro una svalutazione straordinaria dei propri asset da 10,16 miliardi, registrando così una perdita record da 10,64 miliardi nel terzo trimestre del 2011. La perdita normalizzata è di 474 milioni, comunque non indifferente.

Il cda ha disposto che non saranno distribuiti dividendi agli azionisti. Il rilancio già a partire dal gennaio 2012 sarà trainato da un aumento di capitale di 7,5 miliardi garantito da 13 banche e da un nuovo piano strategico. Questo prevede l’esubero di 5200 unità in Italia entro il 2015. La riduzione della forza lavoro nel periodo 2010-2015 sarà in totale di 6500 persone, pari al 12%, per garantire risparmi. 

Finmeccanica, invece, ha chiuso i primi nove mesi con una perdita di 767 milioni. Anche qui niente dividendi che invece l’anno scorso erano stati di 258 milioni. Il rosso è stato limitato grazio alla vendita del 45% di Ansaldo Energia a oltre 400 milioni.

Il colosso guidato da Pier Francesco Guarguaglini sarà costretto a dismettere. Sul tavolo BredaMenarini, Avio e AnsaldSts, mentre per Oto Melara e Wass si stanno ricercando partner. I ricavi rispetto all’anno scorso sono calati del 5% e gli ordini del 21%.

Fonte: Il Fatto Quotidiano, Corriere della Sera


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