Il Ponte dei Morti Viventi

Creato il 09 gennaio 2012 da Paperoga

Avvertenza: post leggermente fuori sincrono temporale.

Durante il weekend novembrino dedicato dalla gente al culto dei santi, alla cura dei morti e al girare per le vie coi bambini vestiti da carnevale fuori stagione (fossero passati sotto casa mia, alla domanda “dolcetto o scherzetto” avrei scelto l’opzione”pece bollente”, prontamente calata dall’alto della mia ex fortezza di marzapane), in quel week end dicevo, il sottoscritto ha scaraventato Sunofyork a Bari e aderito ad una proposta di pseudo zingarata per soli uomini proposta dall’Altro Bonzo, e inoltrata anche ai due miei ex compari di dottorato, Uno dei Due Bonzi e U’ Prufissuri.

Destinazione, l’amena casetta al mare dell’Altro Bonzo in quel delle Marche, con la prospettiva di ammazzarsi dal bere e dal mangiare. Non certo dal ridere, perchè, come questa veloce carrellata dimostrerà, la vitalità e il giovanilismo non eccellono certo in questa mal messa accozzaglia di trentenni avvocati nevrotici, allampanati ricercatori universitari e misantropi funzionari pubblici. E chi si aspetta il racconto di una 4 giorni di trasgressioni, liberatori danneggiamenti di pubbliche proprietà, poderosi scherzi molesti alla collettività, champagne sorseggiato dagli ombelichi di procaci spogliarelliste, corse in auto contromano sulla A14 in pieno coma etilico, beh, deve sapere chi veramente sono i 4 morti viventi che hanno popolato le Marche in quel trascorso novembre.

1) Il primo morto vivente: l’Altro Bonzo.
Colui che ci ospita, come educazione vuole, è il primo a dover essere crudelmente sputtanato. Ci accoglie in una casa caruccia caruccia ma che dopo due minuti scopriamo essere oggetto di un mostruoso decalogo di regole destinato ad aumentare a dismisura coi giorni: non appoggiare le porte ai muri per evitare segni, mettere un lenzuolo sotto il divano letto per evitare graffi, togliersi le scarpe prima di entrare, eccheduecoglioni! Dopo un giorno ci aggiravamo per la casa terrorizzati dal poter fare qualche cazzata. Io, ad esempio, ho usato un asciugacapelli e poi ho curato di arrotolare i fili con precisione chirurgica e maniacale che manco un gerarca nazista, in modo da lasciare tutto ordinato e preciso. L’avessi mai fatto, mi ha piantato un casino che così si rompe, che i collegamenti elettrici saltano, che l’apparecchio va in corto, che la casa si incendia, e che il mondo va a puttane…
Cicerone di ottima qualità, ci ha portato a spasso per le Marche raccontandoci di arte e cultura, di storia e pettegolezzi con dovizia di particolari e chissà quante puttanate inventate al momento.Si è immedesimato così tanto nella civiltà marchigiana del ’400-’500 da perdere lievemente il controllo di sè, ritenendosi nipote legittimo di Federico da Moltefeltro (che chiamava affettuosamente Zio Fede…) e decantandoci il palazzo ducale urbinate come se fosse casa sua (e quindi anche qui abbiamo dovuto stare attenti a non rigare il pavimento o ad appoggiarci ai muri)
Unico uomo al mondo a prendere un thè caldo il 15 agosto in Salento, l’Altro Bonzo ci fa fatto però assaggiare il meglio della cucina marchigiana, tra cataste di costine di agnello, quintali di maccheroncini all’uovo, secchiate di fritti all’italiana, olive all’ascolana come grani di un rosario infinito, fino a che saturazione delle arterie non è sopraggiunta.
Scarsissimo giocatore di risiko, ci ha deliziato di un pigiama a quadrettini di rara ed antica bruttezza, autentico anticoncezionale fatto in casa, che nella mia immaginazione ho sempre fatto indossare al padre dei fratelli karamazov.

2) Il secondo morto vivente: U’ Prufissuri
Siculo come il pane cunzato di Scopello, autore di bibliotecate di libri sugli argomenti più ostici e noiosi della storia dell’umanità, faccia da dirottatore di aerei per fini religiosi, il nostro dotto amico ci ha fatto dono della sua presenza discreta. Abilissimo giocatore di Risiko, quasi inumano nel ridicolizzare i suoi avversari, aggredendoli come una iena senz’anima, bevitore di alcool in quantità ma secco come una merdosa acciuga lo possino cecà, è meno gradevole quando decide di farci ascoltare De Andrè in genovese provvedendo ad una interminabile traduzione in simultanea che lo avrei precipitato fuori dalla macchina a calci se non avesse smesso qualche secondo prima. Notevole, infine, il suo pigiama a righe da carcerato in stile Sing Sing.

3) Il terzo morto vivente: Uno dei Due Bonzi.
Testa lucida come una Sfera del Drago, guida sportiva da emiliano medio ma incline ad abominevoli colpi di sonno, il Bonzo si contraddistingue anche per una esagerata resistenza alle molestie a sfondo omosessuale, reagendo in modo sguaiatamente omofobo ad ogni tentativo di brutale seduzione forzata operata da chicchesia. Capace di passare nel giro di un nanosecondo da una lunghissima e pallosissima considerazione sui punti di contatto tra il messianismo mahdista e quello ebraico sefardita ad un più prosaico apprezzamento del “culo delle negre”, il Bonzo è decisamente un individuo incline alla psicopatia. Prova ne è il suo tentativo di mangiare le olive con forchetta e coltello, separandone la polpa dal nocciolo a colpi precisi di posate manco fossimo alla mensa dell’Accademia Militare. Nominato “peggior giocatore di Risiko dell’intero sistema solare” con tanto di certificato incorniciabile a piacimento, e troppo precipitoso nel deridere i pigiami degli altri tre, ha sfoggiato per la notte una maglietta da college del Midwest, che copriva maldestramente un paio di boxer aderenti che sembravano appena usciti dal set di un film porno particolarmente movimentato.

4) Il 4 morto vivente: Paperoga.

Il solito pesantissimo, silenziosissimo, burberissimo compagno di viaggio, capace di dispensare insulti sarcasmo morte e distruzione, di ingurgitare litrate di vino e di resistere a Risiko alla hitleriana furia del Prufissuri fino alle 5 di mattina. Appena tollerante nei confronti dell’Altro Bonzo, per lo meno per doveri di pelosa ospitalità, e timoroso e rispettoso dell’immane cultura del Prufissuri, cionondimeno non ha avuto pietà di Uno dei due Bonzi, probabilmente l’essere umano da lui più bersagliato di contumelie nell’arco della sua vita, con la sola eccezione forse del medico che tempo fa gli fece la visita urologica.
Pigiama a righe orizzontali, pantaloni fin quasi sopra l’ascella per paura di prendere freddo, testimonia sempre con orgoglio tutti i suoi 60anni mentali.

Considerazioni finali.

Momento di maggiore brio del viaggio: una interminabile passeggiata sul lungomare di San Benedetto del Tronto sferzato dalla tramontana.
Momento di maggiore trasgressione del viaggio: un sorpasso in autostrada senza mettere la freccia.
Momento di maggiore sforzo fisico: una partita a biliardino conclusa tra l’altro non senza fiatone.

Riflessione post-viaggio:
Se Leopardi fosse stato ancora vivo e ci avesse incontrato per le vie di Recanati, vedendoci si sarebbe probabilmente grattato le palle.



Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :