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Sara Durantini
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La magia che scaturisce dalle pitture e dai disegni di
Steve Chmilar è frutto di una raccolta di cliché tanto comuni quanto affascinanti. Credo sia proprio questo che rende l'
arte pop surrealista di Chmilar un concentrato di sano immaginario derivato ora dal classicismo, ora dalla satira.
L'ironia pungente mozza il respiro soprattutto trovandosi dinnazi a quadri come
Rickshaw (che tra l'altro l'artista spiega nei minimi dettagli, mostrando al pubblico l'origine grafica del quadro in questione), dove il sorriso si sgretola cristallizzandosi in una smorfia oppure a quadri come
Tower, in cui la forte simbologia prevale sull'apparente mancanza di proporzioni.
Le note satiriche insite nelle opere di
Steve Chmilar richiamano fortemente l'
arte di Pieter Bruegel; così come lo stesso artista ha dichiarato in un'intervista al
Times Colonist nell'ottobre del 2011, Chmilar deve molto al pittore fiammingo del sedicesimo secolo, ma anche all'arte rinascimentale (in particolare quella di Michelangelo).
Trovo che le opere di
Steve Chmilar denotino una bellezza straordinaria, una voglia e un bisogno di sporcarsi le mani con l'astratto, il surreale, l'inconscio ma anche una volontà di mettersi in gioco, di sfidare il passato o, meglio ancora, di porre al centro dei riflettori tematiche ancora attuali.
Scritto in: arte cultura, artist, classicismo, drawings, gallery, intervista, Michelangelo, opere, painting, Pieter Brueghel, pop surrealism, satira, Steve Chmilar, Times Colonist
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