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Il popolo dei volontari al servizio di Benedetto XXIII

Da Maurizio Lorenzi

Il popolo dei volontari

Era un’esperienza che avrei voluto fare da tempo ma ogni scusa è buona per rimandare! Poi una delle scuse è venuta a mancare (il lavoro!) così quando mi hanno chiamato ho risposto: presente! Arruolata per tre giorni di servizio a partire dal 1/6 ’accoglienza del Papa e dei Pellegrini. Sono attese un milione di persone per il 3/6.E’ un evento mondiale che si ripete ogni tre anni a partire dal ‘94. Alla messa di Pentecoste per i volontari in Duomo siamo in 5480 un piccolo popolo composto da razze età e ceti diversi, accomunati dal desiderio di accogliere famiglie da tutto il mondo in un abbraccio ricco di affetto e solidarietà. Il Cardinale Scola parla di cammino e speranza, di fede e carità.

2/6/12 h.11,30: ospitalità e accoglienza. Magnifica accoglienza quella che troviamo all’oratorio di Don Massimo e suoi Parrocchiani a Cinisello. Sorridenti ci invitano a prendere possesso della tenda assegnata nel campo che hanno allestito, il nostro gruppo di Bergamo è assegnato alla tenda A. Insieme a ragazzi e ragazze (che ancora non conosco) accaldati e sorridenti, posiamo insieme gli zaini e siamo invitati a pranzo: Pasta cucinata con amore, buonissima! Siamo una cinquantina a tavola, un gruppo variegato dai 18 ai 60 anni: l’età sembra non avere senso in una famiglia allargata come questa, unita nel perseguimento dello stesso obiettivo: accogliere, aiutare dare e ricevere amore, incontrando migliaia di altre persone provenienti da ogni dove per testimoniare ciò che la nostra presunta civiltà sembra aver dimenticato: il valore della famiglia,centro assoluto dell’Umanità, che rivendica il diritto di vedere rispettati i valori nei quali crede con assoluta fedeltà e riferiti ad un preciso modello: Nazareth 2000 anni fa. Lasciamo l’oratorio e a piedi ci dirigiamo al campovolo di Bresso, raggiunti da altri volontari e famiglie attraversiamo il parco nord: è uno spettacolo coloratissimo! A destinazione siamo assegnati al settore 25/26 prendiamo possesso dell’area e ci dividiamo i compiti, si crea subito un’atmosfera stupenda: MariLisa, Chiara, Milena, Andrea (ne abbiamo tre) Giampiero il Team Leader, Maicol, Mauro, Emanuel, Greta,  Alessandro, Luca e Paolo compagine quasi interamente Orobica. I pellegrini arrivano a partire dalle 17, prima alla spicciolata poi più numerosi, Camerun, Costa Rica, Equador, Polonia, Croazia, Australia, California, Haiti, Svizzera, c’è il mondo! Accogliamo con ola, baci e abbracci, distribuiamo caramelle, è un’atmosfera pazzesca! Arriva un gruppo dall’Emilia: li accogliamo con una ola gridata a squarciagola che si spezza per l’emozione. Loro per tutta risposta sorridono, avevamo bisogno di essere qui ci hanno detto, venite da noi a comprare il Parmigiano così ci aiutate! Alcuni di loro hanno perso casa e lavoro, ma non la fede! Sono straordinari. A sera siamo ormai a duecentomila ingressi.

Il Papa. Giunge alle 21 accolto da un’ovazione, il suo nome è scandito e acclamato dalla folla: lui benedice e saluta tutti dando il via alla festa delle testimonianze: famiglie che vengono da ogni parte del mondo gli portano i loro guai,i loro problemi, poco lavoro dicono, poco denaro, poche speranze per il futuro, chiedono al Papa consigli e conforto e non restano delusi. Il Papa ci lascia 22 tornerà domani alle per la messa solenne, noi invece torneremo all’alba ma prima facciamo defluire i Pellegrini, tra gli ultimi ci sono tre Frati Francescani che abbracciano una consorella: io e MariLisa reclamiamo lo stesso trattamento, i Fratelli non si fanno pregare e ci accolgono nel loro festoso abbraccio divenuto un girotondo: la sensazione somiglia molto alla Perfetta Letizia di cui parlava S.Francesco! Al cambio turno lasciamo il campo a chi presidierà la notte e torniamo all’oratorio: una lunga camminata, siamo stanchi morti, ma la notte è dolce e profumata nel parco ormai addormentato, e la via illuminata da sora luna e le stelle che in cielo sono, clarite, pretziose et belle.Anche se è tardi siamo attesi dagli amici dell’oratorio, sorrisi e pacche sulle spalle ci scortano in tenda. Mentre i ragazzi dichiarano di non poter dormire e Greta punta la sveglia, io accenno le note di Buonanotte Fiorellino, tempo zero il loro respiro cadenzato si confonde con il ritmo del mio cuore, mentre mi godo il profumo dei tigli e il canto dei grilli, ecco la sveglia. Caffè caldo e ancora sorrisi. E’ buio quando riattraversiamo il parco. La notte cede a fatica il passo all’alba che ci trova in pool position: occhio vivo ragazzi sarà dura, aspettiamo un milione di persone ci dicono Giampiero e Andrea (unici “anziani” oltre a me) catechizzano sui compiti assegnati. Si verificano le scorte d’acqua da distribuire, (al passaggio del Papa nessuno potrà uscire dalle transenne)Le forze dell’ordine si accordano con noi sulla sorveglianza, siamo ben preparati alla moltitudine che invaderà il sito a partire dalle 7: niente ola stamattina ma restano i sorrisi d’accoglienza insieme all’attenzione posta nell’esaminare i pass,nell’essere all’erta. Alle 9 anche i nostri settori, posti sul percorso della PapaMobile, vengono aperti:fatichiamo per tenere a freno la corsa di chi VUOLE un posto in prima fila dietro le transenne e il caldo umido non facilita il compito. Ecco la PapaMobile! Bimbi vengono protesi e passano nelle braccia del Papa attraverso gli uomini della scorta, incrocio il suo sguardo stanco ma sorridente,bacia e benedice i bimbi,la folla è in delirio.Abbiamo tutti i sensi tesi:come Dio vuole il Papa raggiunge il palco,la gente finalmente appagata, allenta la tensione. Inizia la messa e come per magia cala il silenzio, è il momento dell’unione. Nella calura del meriggio il personale di primo soccorso non ha tregua: d’improvviso accanto a noi due dei nostri sono vinti dal caldo e dalla fatica e vengono soccorsi: più tardi sapremo che si sono ripresi in fretta .Nel frattempo il Papa impartisce la benedizione che ci trova abbracciati. Non potremo dimenticare ciò che oggi abbiamo ricevuto. Sono vinta anch’io e mi congedo, lentamente arrivo all’oratorio, mi vengono offerte una bottiglia d’acqua ed un sorriso.Seduta sotto un tiglio faccio il bilancio delle emozioni,provo un’immensa gratitudine e riprendo la via confortata dalla consapevolezza che, se apriamo la porta del cuore, se mettiamo al centro dell’universo la famiglia, vivere in pace ed armonia non è solo possibile ma indispensabile.

A cura di M.F.Brambilla, 3/6/12


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