Il “popolo stanco” e la rivoluzione. Esegesi di una mitologia.

Creato il 19 dicembre 2013 da Catreporter79
Il 1989 e il caso romeno.

Il 18 dicembre del 1989, il noto settimanale romeno “ Scanteia Tineretului” pubblicò un articolo alquanto strano ed anomalo, dal titolo: “Qualche consiglio per chi in questi giorni è al mare”. Strano ed anomalo, perché la stagione era quella invernale, e il clima particolarmente rigido della Romania in quella fase dell’anno non era e non è sicuramente tale da consigliare escursioni tra le onde e le spiagge. Si trattava in realtà di un messaggio in codice, diretto a coloro i quali, di lì a pochi giorni, avrebbero posto in atto la “rivoluzione” nel Paese Socialista. Ecco la il testo del trafiletto e la sua decodificazione:

ARTICOLO

-Evitate l’esposizione continua e prolungata al sole. E’ preferibile iniziare con sedute di 10-15 minuti , prima da una parte e poi dall’altra . In questo modo vi assicurerete una bella e uniforme abbronzatura su tutto il corpo

-Non andate troppo al largo e , in caso di pericolo, non urlate. E’ inutile. La possibilità che qualcuno arrivi in vostro aiuto è minima

-Approfittate del frutto benefico dei raggi ultravioletti. Com’è noto, essi sono più efficaci tra le 5.30 e le 7.30. Lo raccomandiamo soprattutto alle persone più deboli.

-Se avete una natura sentimentale e amate i tramonti, le librerie sul lungomare vi offrono un vasto assortimento di cartoline che ritraggono questi spettacoli

-E ancora: se questi consigli vi lasciano perplessi, e siete esitanti, e quindi pensate sia meglio andare in montagna, significa che non amate la bellezza del mare.

DECODIFICAZIONE

-Evitate il contatto prolungato con le forze dell’ordine. All’inizio agite da soli e a brevi riprese di 10-15 minuti, ora in una zona ora nell’altra, per aumentare il panico e la confusione. In questo modo , la riuscita è garantita.

-Non agite troppo in massa. E comunque, in caso di pericolo, non urlate. Siete da soli. Nessuno accorrerà in vostro soccorso.

-Agite preferibilmente tra 5:50 e le 7.30. Le forze dell’ordine sono meno presenti, in queste ore. Si raccomanda di adescare le persone più ingenue, vi sarà più facile coinvolgerle nell’azione contro Ceauşescu.

-Di sera, col buio, spaccate le vetrine dei negozi. Le autorità entreranno nel panico e la gente riprenderà coraggio

-Se avete paura, è meglio che rinunciate, altrimenti mettere in pericolo gli altri, i quali sono invece decisi a mettere in atto azioni di commando in città.

Non si tratta di un singulto astorico e dietrologico; Bush e Gorbačëv avevano infatti deciso la fine del regime di Ceauşescu quello stesso dicembre, durante il loro summit di Malta , e il leader della Perestrojka dispose l’opzione del colpo di stato mascherato da insurrezione popolare. La storiografia e la pubblicistica divulgativa hanno consegnato il “middle must” della rivoluzione messa in atto da un popolo stanco e vessato da quasi un 50ennio di soprusi, ma non è e non fu così. Se è vero che i Romeni maltolleravano il regime, è tuttavia altrettanto vero che non ci fu nessuna rivolta di massa, almeno nella capitale e almeno così come la si è voluta e la si vuole presentare (a tutt’oggi, non è stato possibile risalire ai colpevoli che spararono sulla folla a Bucarest ). Fu invece un “golpe” in piena regola, organizzato meticolosamente, prima ( il vademecum pubblicato da “Scanteia Tineretului” ne è una delle prove) , con la compiacenza degli stessi fedelissimi del dittatore (Stanculescu, Milea, Vlad, Dascalescu ed altri) ed il supporto dei servizi segreti britannici, francesi, statunitensi, italiani e, ovviamente, sovietici (in quel 1989, l’afflusso dei cittadini sovietici in Romania con visto turistico, in realtà agenti del KGB, subì un vertiginosa impennata, arrivando ad una crescita del ben 118% rispetto agli anni precedenti).

Per avere successo ed affermarsi sul lungo periodo, una rivoluzione non può mai prescindere dal consenso del popolo (quantomeno di una sua porzione numericamente solida e significativa) ma non si tratta e non si è mai trattato di un gesto integramente spontaneo, come un certo romanticismo mitologico ed etereo vorrebbe bisbigliare ai pori ricezionali dei meno avveduti. C’è sempre una direzione criptica e criptata, una fascio di leve che agiscono in ottemperanza s schematismi ponderati ben definiti e definibili, non di rado addomesticati verso il tornaconto di qualcuno o di qualcosa.



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