A Medicina ci sono già tre impianti, che attraverso la biodigestione di reflui animali e foraggi coltivati, producono complessivamente circa 24.000 MWh ogni anno.
E tra impianti nuovi ed ampliamenti degli esistenti, entro la fine di questo anno la produzione salirà a circa 50.000 MWh. Arrivando quasi sicuramente a coprire il consumo domestico di energia elettrica di tutto il territorio comunale.
Pur risultando significativamente sviluppati la piccola industria, l'artigianato ed il terziario risultano sviluppati, l'agricoltura intensiva resta ancora l'attività di maggior rilievo.
Qui a Medicina c'è una cooperativa braccianti che ha più di 120 anni di storia, e da quest'anno anche loro produrranno energia con i prodotti dei propri campi.
Girando il centro cittadino durante la pausa per il pranzo, ho trovato, lungo via Libertà, presso la sede del Municipio, una loggia realizzata negli anni '20 "in onore dei medicinesi caduti per la patria".
C'era una signora che dopo aver preso la sua nipotina all'uscita della scuola, si è fermata sotto la loggia e le ha mostrato la foto di un suo zio morto in guerra, combattendo nelle seconda guerra mondiale.
Sotto il portico c'è una serie di lapidi.
Oltre a quella che commemora i caduti della seconda guerra mondiale, ce n'è una che ricorda il passaggio di Garibaldi.
Una in ricordo di Luigi Simoni, medicinese volontario della seconda guerra d'indipendenza, morto a San Martino.
Un'altra ricorda i medicinesi morti nelle campagne d'Africa per la conquista dell'impero.
Ma vengo colpito soprattutto dall'elenco dei 220 ragazzi di Medicina morti combattendo la prima guerra mondiale.
In quel periodo Medicina contava circa 14.000 abitanti, penso di non sbagliarmi nello stimare che due ragazzi su cinque morirono in guerra.
Provo sempre un profondo sgomento davanti a questi elenchi...
Con il mio web-in-tasca provo a cercare un po' di storia di qualcuno di questi ragazzi. Provo con coloro che hanno gli stessi cognomi, cercando ci capire se erano fratelli.
Ne trovo subito due:
Augusto e Riccardo Gnugnoli, di 32 e 27 anni, figli di Celeste Gnugnoli di Medicina.
Cercandone altri, mi colpiscono le informazioni su Dal Rio Pietro:
"36 anni. Bracciante. Ammogliato, lascia sei orfani, quattro maschi e due femmine".
E questo per Trento e Trieste...E lo sgomento cresce...
Viva l'Italia unita!