“Il porto delle anime” – Stefano Alghisi

Creato il 30 novembre 2015 da Temperamente

Sfoglio le pagine – grandi, formato A4 – de Il porto delle anime di Stefano Alghisi tra le mani e penso che è un bel po’ difficile parlarne, perché è tutto composto da musica, lyrics e immagini potenti che scaturiscono direttamente dalle canzoni  e dalle vite di Cramps Birthday Gun. E forse adesso capisco più che mai Frank Zappa che disse «parlare di musica è come ballare di architettura».

Forse è per questo che saggiamente Alghisi non ha scelto la comunicazione scritta per parlare di quelli che sono tra i suoi gruppi preferiti: Cramps, Gun Club, Birthday Party, Sigfrido Mantovani. Rock’n’roll a tutta forza, ecco cos’è questo fumetto, questi testi disegnati  – perché la gran parte di ciò che è scritto nel fumetto sono proprio i testi delle canzoni – che intrecciandosi e confluendo l’uno nell’altro, narrano quattro biografie rock. E del rock’n’roll hanno tutti i crismi e i cliché: droga, sesso,  e tanta, tanta, irresponsabile, invincibile gioventù.  

Un paradosso, chiaramente: perché quando la voglia di vivere è così forte e la musica è così trascinante, la possibilità di vedersi sfuggire la vita dalle mani, quasi come fosse un gioco, si concretizza facilmente, purtroppo. Vite stroncate dal proprio genio, dalla voglia di viverlo a fondo, non importa quanto c’è da rischiare – il rischio è sempre troppo alto.

You ain’t no punk, you punk
you wanna talk about the real junk
’cause I’m the garbageman
Louie, Louie, Louie, Louie
you gotta live until you’re dead

«È un libro che si rivolge soprattutto agli appassionati di quei gruppi, è più “atmosferico” che narrativo. Riprende simboli e immaginari tratti dai gruppi, dai riferimenti dei gruppi sia letterari che cinematografici.» Così Luigi Filippelli di MalEdizioni, che spiega anche la pagina di bibliografia fatta con le canzoni citate e gli estratti letterari cui l’autore si ispira. E qui leggo Flannery O’Connor, la grandissima affabulatrice americana, e Antonin Artaud, il genio maledetto del teatro contemporaneo.
Ma chi è Stefano Alghisi? mi viene da chiedere. Scorro la sua biografia e leggo che è un fumettista, che insegna alla scuola internazionale di comics di Brescia, ma capisco che la passione per la musica deve avercela da tanto: il suo primo libro pubblicato si chiama Morrison Hotel (Gammalibri, 1995). «Sì, è così, è un appassionato», mi conferma sempre Luigi «e infatti suona pure: l’armonica a bocca nei Mirrorman».

Insomma, credo che le immagini parlino molto più delle mie parole. Questo libro suona, e suona un bel rock’n’roll anni ’80: e tutto ciò che vuole fare è essere ascoltato, ad alto volume, ballando.

Stefano Alghisi, Il porto delle anime, MalEdizioni, 2015, € 14


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