Si divide in tre parti. La prima riguarda l’epoca della monarchia liberale e va dal 1834 al 1890. È in questo periodo che si diffonde lo spirito di partecipazione politica tra le classi popolari; talvolta in forma violenta, ma anche pacifica e simbolica, come nei raduni, le serrate, le sottoscrizioni e il resto dell’armamentario di quella che l’autore chiama “messinscena delle folle”, la quale tuttavia rientra nel regolare braccio di ferro tra il potere e un’opinione pubblica nascente, dove spesso la movimentazione dei gruppi è rapida e imprevedibile, come noi presuntuosi credevamo possibile solo dopo l’invenzione di Twitter. Il tutto in un contesto politico fondamentalmente bipartitico, a tratti monolitico e trasformista, ma che definire “conservatore” o “moderato” non sarebbe del tutto esaustivo per un lettore dei nostri tempi. Basti dire che il primo comizio in Portogallo si svolse nel 1860 e prendeva di mira un gruppo di suore francesi venute a curare le vittime di un’epidemia di colera. Saranno espulse in quanto minaccia alla laicità dello Stato.
A libro chiuso, resta una sgradevole sensazione di déjà vu. Colpiscono ad esempio le somiglianze tra la politica di un Paese marginale come il Portogallo e quella di altre nazioni, persino in epoche in cui l’integrazione europea non era che un’idea vaga. Se è sicuramente nota l’ondata dittatoriale degli anni ‘20 e ‘30, effetto domino scatenato dal successo di Mussolini in Italia, oggi forse risulta ancor più interessante rivedere quel peculiare passaggio della crisi del liberalismo, a cavallo dei secoli XIX e XX. L’asfissia democratica (sebbene si trattasse pur sempre di una democrazia parziale) fu provocata da un bipolarismo di centro incapace di rinnovarsi e di dare risposte alle questioni sollevate dai nuovi scenari geostrategici, dal capitale finanziario e dagli stravolgimenti del mercato del lavoro. I suoi detrattori lo bollavano come “rotativismo” e ne descrivevano così i principali soggetti politici: «Partiti che si sostengono reciprocamente come due ubriachi, sapendo perfettamente che la caduta di uno provocherebbe la rovina dell’altro». Ci ricorda qualcosa...
Il Portogallo a manganellate. Breve cronaca dalla lunga crisi
Creato il 05 giugno 2012 da SulromanzoPossono interessarti anche questi articoli :
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