Poi capita che incontro ancora oggi persone che mi chiedono "e il blog? Non ci scrivi più?" "Non ho tempo" è la mia risposta che non convince nessuno. Nemmeno me, alla fine volendo essere onesti, mi era passata la voglia di scrivere, avevo bisogno di stimoli nuovi e, scrivere per testate decisamente più famose del mio piccolo blog che non si fila nessuno, mi dava una scarica di adrenalina non indifferente.
Solo che poi mi sono accorta che non scrivevo più per me. Avevo perso completamente la spontaneità: se scrivi con qualcun altro è inevitabile che ti ritrovi a pensare "rappresenta anche il suo pensiero? Rappresenta l'ideologia della testata che mi ospita?" Sono io, mai direi qualcosa che non penso, ma sono sempre una "io" filtrata che di vede attraverso un reticolo di compromessi.
Da cui l'esigenza di riconquistare uno spazio che sia solamente, totalmente mio, che rappresenta solo me, nel bene e nel male: prendere o lasciare. Ho trovato tante persone bellissime lungo la strada, alcune le ho perse, ho fatto esperienze pessime che mi hanno segnato ma che mi hanno anche insegnato molto. In un certo senso sono più introspettiva di una volta, vorrei poter dire che sono anche una persona più sicura, in un certo senso è vero, anche se vivo costantemente in bilico tra le mie ansie e i miei slanci di entusiasmo. Vivo in altalena e forse va bene così.
Ho imparato a credere un pochino di più in quello che sono, ho imparato che vabbeh, incontrerò sempre persone che mi diranno "ma è un lavoro? Davvero ti pagano?" Come se in realtà nella giornata non facessi altro che giocare a fare la donna in carriera. Faccio un lavoro nuovo, lavoro sul web, e si, vengo pagata per farlo. Tanto? Abbastanza, a volte penso che potrei fare di più, ma non mi va di sacrificare la mia famiglia, i miei figli, i pomeriggi con loro al parco, con qualche amico o semplicemente in cucina a preparare una torta (che poi tanto non lievita e viene buttata).
Una cosa che decisamente non ho imparato è creare un'impaginazione degna di nota: ci sto lavorando, per ora lo sfondo lo ha scelto mia figlia. Mi sarebbe piaciuto caricare un'immagine mia (e con le mie doti di fotografa sopraffina sai la meraviglia?) ma il pc oggi non carica le immagini, quindi mi accontento di essere riuscita a riesumare la password dal dimenticato mondo dei "farò" e di essere riuscita a caricare nella home le mie cose. Mi do una pacca sulla spalla da sola: sono stata brava.
Questa è la mia postazione di lavoro, presa dal divano (è la cosa rossa sfilacciata dai gatti che la usano come tiragraffi personale). Ecco io quando scrivo sono seduta li, o sono seduta sul divano, o sono in qualsiasi altro posto con un quaderno e una penna: cose che non mancano mai nella mia borsa.
In questo blog (sto ancora pensando se cambiarci o no il nome, ne avevo uno strafighissimo tempo fa, che ovviamente mi sono dimenticata di segnare, sono quasi sicura di averlo anche detto a qualcuno, ma non ricordo chi: se ci sei fatti avanti!) non ci troverete verità assolute, o insomma si, troverete le mie verità assolute, e io, come sa mio marito L. mi sbaglio raramente (!), troverete i miei pensieri, le cose che vivo ogni giorno. Questo blog è soprattutto per la Tiranna e il Vichingo, un diario di quello che succede in questa pazza, folle famiglia.