L'altro giorno si parlava di contare con le mani e ad un certo punto un alunno ha detto: "Visto che abbiamo imparato i numeri fino a nove possiamo anche contare lo zero con le nostre dita". Silenzio in sala e imbarazzo generale. Io sono stata zitta un attimo cercando di capire esattamente dove volesse andare con il suo ragionamento. Ho chiesto quindi alla classe di riflettere di provare a ragionare su questa proposta. Una bimbetta molto attenta ha detto: "Lo zero non lo puoi contare perchè non vale nulla". Un altro ha contato mentalmente con le dita e ha detto: "Se conti anche lo zero avrai solo nove dita". Il primo bambino ha provato ad insistere dicendo che contare anche lo zero serviva a ricordarsi che esiste, a fare un posto anche per lui. Così abbiamo provato a contare con le dita facendo posto anche allo zero e per contare abbiamo dovuto usare un dito e i conti non sono tornati più: avevamo tutti nove dita. Allora io ho spiegato che a volte bisogna usare l'immaginazione oppure un semplice foglio di carta, scrivere i numeri e pensare che prima del numero uno non c'è nulla, quello è il posto dello zero dove non c'è ancora nulla e diventa zero quando si presenta il numero uno. Poi però quello stesso zero andrà a fare il suo lavoro (intanto scrivevo i numeri nella LIM) quando arriverà il dieci (che non abbiamo ancora fatto) e poi il venti, il trenta, poi il cento e così via. Allora lo zero diventerà tangibile e per noi insostituibile.
Questo momento di colta discussione matematica di bambini di sei anni, è stata per me quanto e più di una verifica: vedere i bambini all'opera nel ragionamento, e per certi versi già un piccolo ragionamento astratto, mi ha dato l'idea chiara di quale strada matematica percorreremo insieme.
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