Il posto non suo

Da Elys

C’era il mare davanti a lei. La sua religione. Una promessa tenuta ben stretta tra i denti.  Ricomincerò. Questo si diceva ogni mattina, di fronte a quella distesa azzurra.
Le onde morivano a riva. 
Liturgia. 
Echi fradici di speranze e pensieri accavallati. Incastrati tra le dita.  I piedi scavavano orme sul bagnasciuga. Preghiera. Gli occhi danzavano e si fermavano a studiare un pezzo di orizzonte. Quello imbevuto di sale e sole e vento caldo. Vento del nord. Del suo nord, così lontano da averlo quasi dimenticato nelle curve molli delle pianure. Nell’assenza di montagne.  Mare, mare, c’era solo mare laggiù. E lei era acqua.  Acqua senza più una fonte, un nido dove tornare. Straniera, in una terra altrettanto straniera. Flutti topazio elargivano musica. Chiuse gli occhi per ascoltare. E ritrovare un senso alla sua permanenza in un posto non suo. Foto di latoday http://latoday.deviantart.com/

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