Questa è l’opera dello sculture più devoto di Roma, un’intimo del papa. Rappresenta un’esperienza fisica assoltamente spirituale. È l’estasi di santa Teresa e solo chi conosce bene la passione femminile poteva darle vita. È di lei che parla quest’opera. Questa intensità fisica che trasforma la scultura. Nessuno prima del Bernini è mai riuscito a rendere il marmo così carnale. Nelle sue m
Lo scopo della scultura classica è rendere gli umani meno umani, per conferire alla materia la liscia durezza dell’immortalità. Il risultato è che questi corpi sembrano diviìnità senza vita. Poi, arriva Berninie all’improvviso difronte alla torsione del suo David, anche quello di Michelangelo, appare immobile. La scultura dovrebbe comunicare il peso della materia, invece, Bernini lo elimina. Le sue figure sembrano staccarsi dal piedestallo e fuggire, leggere.
Fin da piccolo Gian lorenzo Bernini incontra e stupisce il gran mondo. Figlio di Pietro, uno scultore fiorentino, i cui lavori raramente si fanno notare, capisce subito che suo figlio ha doti non comuni. Il piccolo prodigio inizia la carriera giovanissimo. Arriva a Roma nel 1605. È il tempo in cui la forza delle rappresentazioni interpretate dai popolani di Caravaggio, galvanizza la Chiesa, offrendo una nuova visione con cui attirare i fedeli. Basta santi lontani, serve il teatro violento
Come si può superarre Caravaggio? Con la scultura.
San Lorenzo sulla graticola, arrostito vivo per la sua fede cristiana è l’esempio. Bernini ha sedici anni, quando lo scolpisce, vuole cogliere l’istante massimo del dolore trascendente. Il momento della leggenda che ci racconta del santo che dice ai suoi carnefici, con macabra ironia, di voltarl, perchè questa parte, è cotta. Non sorprende che sia diventato il santo protettore dei cuochi. E la mano del Bernini cesella il dolore nel marmo. Il cardinal Scipione Borghese vuole fare di Gian Lorenzo la sua star personale. Vuole un artista che riempia la sua villa di capolavori assoluti, per far morire di invidia gli altri porporati. E Bernini lo immortala. Tutto assume proporzioni grandi, il collo taurino e la grossa testa accompagnano il corpo imponente. E il dettaglio del bottone che non riesce ad entrare nell’asola ci fa sentire la pressione del corpo in sovrappeso che non sta nelle vesti di seta. Il sant’uomo di chiesa è prima di tutto una presenza fisica obesa. Il busto di Scipione Borghese è un virtuosismo berniniano.
Nella Roma aristocratica seicentesca non conta solo il denaro ma anche l’arte. Roma cerca il prossimo genio da acclamare.
Gian Lorenzo Bernini ha tutto ciò serve per avere successo. Affascinante, ottime conoscenze, vastissima cultura, disciplinato, bello ed educato, rispetta i consigli e non beve. In poche parole l’opposto di Caravaggio. Diviene uno dei personaggi dominanti nel Seicento italiano. Architetto, scultore, pittore, scenografo, scrittore di teatro, possiamo considerarlo uno dei principali interpreti dell’arte barocca, i cui caratteri essenziali si possono indicare nella nuova concezione dello spazio e della natura, negli effetti suggestivi di luci e ombre, nell’esaltazione dell’espressività.
Dafne non è ancorata alla base se non per la radici della pianta
Ha venti anni ed è già notissimo. Roma è ai suoi piedi. Nominato cavaliere. Papa Urbano lo vuole anche come amico. Ha carisma, bellezza, denaro, status e nemici. Inevitabile l’invidia dell’architetto Francesco Borromini. Anche lui straordinario ma, nevrotico, depresso e introverso. Due uomini che hanno creato la Roma barocca. Entrambi sono dei geni ma si odiano.
La rivalità scoppia nel 1624 a causa della costruzione del baldacchino della tomba di San Pietro. La scelta cade sul Bernini che non ha competenze così appropriate e chiede aiuto al Borromini. Il suo lavoro non verrà riconosciuto e questo Borromini non lo perdonerà mai. Bernini ha la sgradevole abitudine di tenere tutta la gloria per sè e questo gli si ritorcerà contro. Prende sempre ciò che vuole, anche Costanza, la moglie del suo assistente. E da questo desiderio inconteni
Non c’è nulla di nascosto e Bernini vuole che lo guardiamo attentamente. E mentre Teresa si innalza verso l’estasi, la terra si muove e dal suolo escono i morti. E anche Bernini può risollevarsi dalle critiche del suo
Il genio è tornato e trionferà ancora con altri capolavori.