Pasqua si avvicina e io ho ancora una miriade di cose da fare, qualcuno più importante e qualcun'altra più frivola. Diciamo che la galoppata verso la domenica è stata resa più rosea dalla mistica visone di una mail a lungo aspettata. La mail in questione è la stessa che ha tenuto incollate alla casella di posta elettronica circa la totalità della beauty bloggers: vale a dire la tanto agognata, sofferta e attesa mail di conferma della OPI.
Fra le mille cose da fare rientrano le ultime pulizie pre-pasquali. Io e mia sorella siamo state precettate dal generale in capo (altrimenti conosciuta come la Signora Madre) per dare una ramazzata epocale a tutta la casa. Detto così sembra quasi che casa nostra non venga mai pulita ma è l'esatto contrario. Mia mamma è una maniaca dell'ordine e, nonostante spolveri e passi la cera con la stessa passione di un'orsetta lavatrice, quando arrivano le festività bisogna per forza dare una ripassata a tutto quanto...mah, inspiegabile.
Dunque dunque...ritornando al tema del post...che volevo dire?
Stavo studiando quando mia sorella mi chiama dall'altra camera per farmi vedere qualche immagine che ha trovato, non so bene come, gironzolando per l'internet-mondo.
Ma guarda un po'. Per caso c'è il 3x2 e non me l'hanno detto? Beh, riflettendo forse si tratta più di un 6x1 visto che sono sei scatti che ritraggono la stessa modella: Mona Johannesson. Sei fotografie per sei look differenti che magicamente la trasformano in un modo talmente radicale da farla sembrare addirittura un'altra persona. Da questi bellissimi scatti è partita tutta una riflessione piuttosto contorta.
L'abilità dei make up artist nel trasformare il viso di una persona utilizzando pennelli, colori, gloss, matite e quant'altro, è qualche cosa di incredibile, è una vera forma d'arte, espressione della creatività umana. Ma quando il make up passa dalle mani degli esperti del settore, esce dai set fotografici e dalle passerelle più glamour e arriva nelle nostre mani, nelle mani di tutte quelle ragazze, più o meno brave, che amano giocare coi colori, non rischia di trasformarsi in qualche cosa d'altro?Mi spiego meglio.La trasformazione, il camaleontismo è qualche cosa di richiesto dalle copertine patinate dei giornali, dalle riviste di moda e dal jet set ma può, dico può, (quindi metto tutto in chiave ipotetica e non affermativa) trasformarsi in una sorta di bisturi impazzito? In una sorta di chirurgia plastica, blanda, ma pur sempre plastica?Mettiamo bene in chiaro le cose, non sto puntando il dito contro niente e contro nessuno, del resto sono la prima che ama mascherarsi, cambiarsi, modificarsi, sia nell'abito che nel make up. Gioco coi colori, creo ambre sul mio viso, mi sento più bella truccata ma, passato il latte detergente, mi guardo allo specchio e mi riconosco comunque. Mi ritrovo nella mia immagine riflessa, sia essa quella vellutata dalla cipria, e uniformata dal primer, che in quella un po' stanchina e con qualche imperfezione che mi guarda sbadigliando la mattina presto. Ma, non so perchè, credo che il rischio di non trovarsi più sia dietro l'angolo. Anzi, lo so bene il perchè.
Perchè vedo ragazzine truccate perfettamente, impeccabili, ma che sembrano dei volti di trentenni appoggiati su corpi ben più acerbi.Perchè ci sono ragazze con un incarnato stile caraibi anche il 2 di gennaio, abbronzate solo perchè la moda lo esige.Perchè vedo troppe ragazze che non escono di casa struccate nemmeno per andare a buttare la pattumiera. Perchè ci sono donne che si truccano anche per andare in palestra. Che si sciolgono mentre corrono, che perdono la loro coperta di Linus nel giro di un'ora e che, dopo la doccia, alle 10 di sera, passano 10 minuti nello spogliatoio a rimettersi addosso tutta la copertura per uscire, andare a casa e struccarsi di nuovo. Perchè ho fatto la conoscenza di ragazze che, in vacanza al mare, quando è il loro turno in cucina, prima di mettersi ai fornelli vanno in bagno a ritoccarsi il trucco.
Perchè ci sono molte persone che si guardano allo specchio la mattina e vedono un estraneo e che si salutano, riconoscendosi, solo dopo una mano di make up.
Questa non è più gioco, passione, divertimento, aiutino. È essere schiave. È avere perso la propria identità e, peggio ancora, è credere di poterla ritrovare con un fondotinta.
Prendete questo post come una semplice riflessione. Non so se possa interessare a qualcuno, se possa essere condiviso o se, appena letto, lo cancellerete dalla vostra memoria a breve termine. So solo che non mi piace estremizzare. Non è un NO AL MAKE UP, ma una riflessione a un MAKE UP CONSAPEVOLE.
Pazzesco cosa possa scaturire dai sei innocue fotografie nè?