«Il potere ha sempre a che fare con il sacro e la grandezza dell'Occidente è consistita soprattutto nel recintare il sacro, non nell'espellerlo come un demone».Innanzitutto bisognerebbe verificare se Prodi abbia ricavato questa tesi anche e soprattutto dal pensiero di René Girard. Poi, bisognerebbe chiedergli:
- cosa intende Prodi con la parola sacro?
- chi è che definisce il sacro? Il potere (religioso, politico)?
- se è sempre il potere a definire il sacro e, quindi, a recintarlo, è per questo che sono sempre i vari Caifa (o Caiafa) del mondo a decidere cosa può stare dentro il recinto e cosa no?
- ogni potere ha necessità di un recinto (confine) che preveda un dentro e un fuori: ed è qui che sorge la profonda contraddizione tra la vocazione universale cristiana e il suo radicamento in un particolare territorio, o sbaglio?
- ma in buona sostanza: perché ancora oggi il potere deve sempre avere a che fare con il sacro? Appunto perché il sacro è materia che può essere maneggiata soltanto da sacerdoti o da personale di «alto livello»²?
- ma non è poi questa, in fondo, la debolezza assoluta dell'Occidente, ovvero che il potere abbia, ancora oggi, sempre a che fare con il sacro? Ogni tentativo di resistenza alla desacralizzazione del mondo cozza contro l'assunto numero uno della modernità: «Dio è morto e noi l'abbiamo ucciso»³. Siamo soli in questo cazzo di pianeta a decidere del nostro destino, fenomeni naturali sul groppone a parte. E se l'Europa non lo capisce presto accelererà il suo ineluttabile tramonto.
¹Se lo sarà domani lo linkerò.²Fabrizio Cicchitto il magnifico.³Friedrich Nietzsche, La gaia scienza