1987: Babettes Gaestebud di Gabriel Axel
Incoronato dall’Oscar e da altri numerosi premi, grande successo di critica e di pubblico al 40° Festival di Cannes.
“E’ uno dei pochi, autentici capolavori degli ultimi anni” (Francesco Mininni, Magazine italiano tv), “Un piccolo capolavoro… Ottimo esempio di adattamento cinematografico” (Segnalazioni Cinematografiche), “Un piccolo gioiello” (il Morandini).
Intimista e corale al contempo, mirabile affresco di un’epoca e di una nazione, ritratto vero e sentito di personaggi dalla grande umanità, Il pranzo di Babette si distingue per grazia e profondità, per humour e struggente malinconia coinvolgendo lo spettatore come raramente accade. Un film lieve e delizioso (e oltremodo rasserenante) che riconcilia col grande schermo e che ci fa rimpiangere che Axel non sia più riuscito a creare opere simili.
Una celebrazione, come scrive Raffaella Mariotti, “delle emozioni e della meraviglia che irrompono in una quotidianità anestetizzata in un mondo di moralismi e di regole controllate”, impreziosita dalla presenza di un cast strepitoso: dalla sempre brava Stéphane Audran al complesso di attori nordici (presi perlopiù dal teatro, molti di bergmaniana memoria).
p.s.
Da sottoscrivere quanto scrisse a suo tempo, su La Stampa, Stefano Reggiani: “Se ne son visti pranzi al cinema, ma questo è il più bello di tutti. Perché non solo ci dà, attraverso il modo di stare a tavola, la descrizione del carattere dei commensali e il riflesso del loro ambiente, delle loro abitudini, ma perché interpreta il valore culturale del cibo, dimostra che anche mangiando si fa cultura, si partecipa talvolta di un’opera d’arte, magari tanto raffinata da far vacillare le nostre convinzioni”.
Da sottolineare che nella lista dei «film golosi» stilata da Winenews in collaborazione con Vinitaly, i 18 mila che avevano ricevuto l’invito a partecipare all’indagine hanno collocato al primo posto (con il 35% di preferenze) proprio Il pranzo di Babette.
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