Nonostante il proverbio dica “.. Pasqua con chi vuoi..” il pranzo di Pasqua è una di quelle poche occasioni in cui le famiglie si ritrovano, avviene quella speciale alchimia per cui parenti vicini o lontani, in totale o parziale armonia, riescono a sedere tutti attorno a un tavolo per qualche ora. Sono momenti tutto sommato “magici”, sono momenti da vivere fino in fondo perché nessuno sa se ci saranno altre occasioni, nessuno può programmare un prossimo incontro con largo anticipo, la vita è anche questo…
Spesso queste occasioni ruotano intorno al fulcro della tavola non solo come simbolo di riunione, ma anche come volano di una riconciliazione del corpo e dell’anima, dell’armonia di rapporti lontani, volano di una speranza di rapporti umani più veri.
Sono stato molto colpito da un episodio che mi è accaduto qualche giorno fa’, poco prima di Pasqua, vita vissuta vera, quella che – scusate la divagazione – i nostri politici e i nostri governanti non sanno cosa sia, forse è per questo che non sanno governarci.
Mi trovavo al supermercato, un supermercato di periferia, di quelli dalle dimensioni ancora a misura d’uomo – non uno di quei centri commerciali dove nessuno ha tempo e voglia per guardare negli occhi le altre persone – e girando tra gli scaffali ho notato una signora anziana, aveva un carrello che riempiva di quei prodotti tipici per preparare il pranzo di Pasqua.
Alla fine della spesa quella vecchierella me lo sono ritrovata davanti alla cassa, e quando è venuto il suo turno – con tono molto dimesso – ha detto alla cassiera che aveva in tasca soltanto 100 euro, la pregava quindi di fermarsi quando sarebbe arrivata a quell’importo e non continuare a conteggiare altri prodotti.
Lì per lì mi si è stretto un po’ il cuore, ho cominciato a fare mille pensieri sulle sue parole, ma mi sembrava che la signora con quella cifra potesse portare comunque a casa quanto le occorreva, e invece man mano che la cassiera andava avanti mi sono reso conto che il suo budget era stato raggiunto rapidamente e una buona parte della spesa rimaneva sul nastro della cassa… La cassiera molto gentile, con grande tatto ha cercato di aiutarla, facendole decidere quali fossero i prodotti più necessari, le ha chiesto di indicare le priorità in modo da poter avere tutti gli ingredienti per un decoroso pranzo di Pasqua, cosa che l’anziana signora si è subito prodigata di fare.
Ma come si fa’ a chiedere a una vecchierella di scegliere se portare a casa il sacchetto con le banane, o la bottiglia del sugo di pomodoro, o ancora l’uovo di cioccolato per il nipotino?
La dignità ferita ma molto composta di questa donna mi ha molto colpito, e ho pensato a coloro che avrebbero condiviso con lei il pranzo di Pasqua, ai suoi figli, ai suoi nipoti, e quanto i suoi cari avrebbero sofferto assistendo a quella scena cui io stavo involontariamente assistendo…
Non posso dire di essermi commosso – non mi capita spesso è forse un mio limite – ma mi sono quasi vergognato per coloro che permettono che la dignità delle persone venga annullata in questo modo, vergognato per coloro che per affrontare le difficoltà del Paese chiedono soldi ai poveri per dare ai ricchi, ma sopratutto vergognato per coloro che si confermano sempre più lontani dai bisogni degli uomini e delle donne che in questo Paese non protestano ma subiscono con dignità.
nanni