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Il pregiudizio che crea la leggenda metropolitana che alimenta il luogo comune

Creato il 19 febbraio 2013 da Ilazzaro @Ilazzaro

Il pregiudizio che crea la leggenda metropolitana che alimenta il luogo comune

Dopo il cinguettio di Dagospia sul vomito che susciterebbe Napoli, a seguito della rapina ad Hamsik, non sono mancate le riflessioni suscitate per lo più dalle repliche al sito di D'Agostino.

E la mente corre ai luoghi comuni che alimentano il pregiudizio. E la mente corre alle decine di reati analoghi, compiuti in altre città ai danni di personaggi dello sport e dello spettacolo, che non suscitano la medesima eco mediatica. Al fatto che ad esempio Napoli, secondo la classifica stilata dal Sole 24 Ore, non risulti neanche tra le prime posizioni per reati denunciati. E neppure il consolato americano s'è preoccupato di allertare i cittadini americani sulla pericolosità di Napoli. Tanto più che è stata scelta come tappa unica dell'America's cup.

Non che a Napoli non si delinqua, per carità, ma i fenomeni di delinquenza sono pari a quelli di qualsiasi altra grande metropoli. Sul sistema della criminalità organizzata, invece, non si può dire che essa non abbia attecchito con successo anche altrove.

Pochi ad esempio si indigneranno della rapina del secolo compiuta all'aeroporto di Bruxelles: rubati diamanti per un valore di 350 milioni di euro. Bruxelles da vomito? O napoletani in trasferta?

E' il luogo comune ed il pregiudizio che vedono in Napoli "una città popolata da folli lazzari" (Paolo Mieli), una città di gente pronta a proporti "il pacco" ovunque. Truffatori incalliti che suscitano l'attenzione delle compagnie assicuratrici tanto da spingerle ad aumentare di 3 volte il premio per l'assicurazione auto rispetto agli abitanti di altri luoghi d'Italia. Perchè? Perchè a Napoli si truffa di più. Cosa non vera smentita già dall'Aci e dalle classifiche del solito Sole 24 Ore (ma vuoi vedere che è diventato un giornale di pericolosi terronisti?), che pongono la città partenopea non ai primi posti dei sinistri denunciati e soprattutto di quelli fasulli (proprio qualche giorno fa abbiamo pubblicato l'intervista ad un agente della Polizia Municipale di Milano che denunciava il fenomeno delle polizze false nel capoluogo lombardo ecco l'articolo: http://blog.libero.it/ILazzaro/11916503.html).

Ma il pregiudizio, alimenta il luogo comune e la leggenda metropolitana e quindi la vox populi. Ovvero la percezione della verità. 

Un esempio. Per l'opinione pubblica, il napoletano è l'individuo senza casco che disegna sulla propria maglia una finta cintura di sicurezza.

Ecco cosa a tal proposito scrive il più noto sito online sulle leggende metropolitane:

Sulla scia di questa storia venne fuori, soprattutto in Italia, la voce che a Napoli si vendessero magliette molto particolari.

È successo solo una volta, nel 1989, quando, proprio per dimostrare la velocità di diffusione di una voce, lo psichiatra napoletano Claudio Ciaravolo fece sapere in giro che sui banchi del mercato di Forcella si potevano trovare delle magliette con, dipinta sopra, la cintura di sicurezza, permettendo così all'autista che l'avesse indossata, di non allacciare l'odiato strumento. Quotidiani, periodici, telegiornali sono caduti nella trappola e hanno pubblicizzato le fantomatiche magliette, ennesima dimostrazione dell'estro partenopeo. Il suo scopo era quello di studiare la diffusione di una voce messa in circuito e la sua velocità di trasmissione; nonostante il suo "creatore" abbia più volte sottolineato che si trattava di un esperimento, sono tutt'oggi molti che considerano il fatto reale. L'esperimento della maglietta di sicurezza convalida l'idea che ad alimentare le leggende urbane è la tendenza a valorizzare ciò che è in linea con le nostre aspettative sociali e con il nostro sistema di credenze e pregiudizi.

Capito la morale? Da che l'Italia è unita, forte anche delle bizzarre e xenofobe teorie lombrosiane che vedevano nel meridionale il prototipo del "criminale atavico",al punto che si pensò perfino di esiliarli tutti nel Borneo (solo l'intervento della diplomazia inglese fece presente ai nuovi regnanti che forse si stava un tantino esagerando), il napoletano è il topos dell'illegalità ("Napoli,città da vomito"). Concetto che si riverbera in infiniti campi d'applicazione e di relazioni umane.  Loro i buoni. Noi i cattivi da educare.


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