Il presente, il passato e il futuro del mobile a città di castello

Creato il 23 novembre 2013 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

Il presente della produzione umbra al centro della Mostra del mobile in stile 2013 di Città di Castello, organizzata dal Consorzio Smai, il passato nella ricerca che ha portato al volume “Il mobile in Umbria”, curato da Mirko Santanicchia, docente di storia delle tecniche artistiche dell’Università degli studi di Perugia, il futuro in un dibattito, scaturito dalla presentazione del volume, fra studiosi e artisti artigiani del tifernate e dell’Umbria. Ecco i tre tempi che si sono incontrati, venerdì 22 novembre, al Centro Valtiberina produce (Cvp) di Città di Castello, in un dibattito, intitolato “Il mobile di qualità in Umbria tra tradizione e design, prospettive”, a cui hanno preso parte, oltre a Santanicchia, Emanuele Emiliani, presidente del consorzio Smai, Mauro Alcherigi, assessore alla politiche del lavoro del Comune di Città di Castello, la restauratrice Antonia Fuccella e Luigi Rossetti, coordinatore dell’area impresa e lavoro della Regione Umbria. In platea, artisti mobilieri del territorio. “Quest’anno – ha spiegato Emiliani – abbiamo voluto, all’interno della nostra manifestazione, inserire questo dibattito per rivisitare e rimettere al centro il mobile di qualità. Attraverso il volume ‘Il mobile in Umbria’ lo vogliamo mettere all’attenzione degli artigiani del nostro territorio”. “Il libro – ha spiegato Santanicchia – nasce dall’idea del Comune di Città di Castello, della Regione Umbria e della sezione Storia dell’arte del dipartimento Uomo e territorio dell’Università di Perugia di  tornare alle radici dell’attività del mobile. Abbiamo scoperto quello che già immaginavamo e cioè che non esiste un solo mobile umbro, ma più tipologie di mobili. Ci sono tanti linguaggi stilistici, quante le realtà anche politiche che hanno influenzato le città umbre: Città di Castello con Firenze, Gubbio con Urbino e il Veneto,la Valnerina con il Friuli Venezia Giulia, fra le altre”. Il volume raccoglie la storia del mobile nato o arrivato in Umbria da fuori, in un arco temporale che va dal Medioevo ai primi del Novecento, contiene le raffigurazioni di pezzi unici artigianali conservati in ville, dimore storiche e musei umbri ed è corredato da 25 schede tecniche allo scopo di offrire un punto di riferimento tecnico e stilistico agli addetti ai lavori. “Un valore, quello della ricerca e della sua sintesi – ha commentato, in conclusione, Rossetti –, in una logica che non è solo quella della conservazione e della sua riproducibilità acritica. In realtà, si tratta di un veicolo per costruire il legame fra storia e cultura, tradizioni, competenze e abilità manuali, all’interno del contesto della produzione del lavoro. Questo per traguardare alcune nicchie di mercato a livello sia nazionale che internazionale”.

La mostra del mobile in stile di Città di Castello, in località Cerbara, proseguirà fino a domenica 24 novembre.

Maria Cristina Costanza



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