L’esposizione, che nasce sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, del Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, della Regione Lazio, di Roma Capitale e della Provincia di Roma, e con il sostegno di Eni e di Intesa Sanpaolo, si avvale della prestigiosa partecipazione e collaborazione di Piero Angela, Piero Badaloni, Andrea Camilleri, Bruno Pizzul, Arnaldo Plateroti, Emilio Ravel, Marcello Sorgi, Bruno Vespa e Sergio Zavoli, ed è a cura di Costanza Esclapon, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne della Rai, Alessandro Nicosia, Presidente di Comunicare Organizzando e di Barbara Scaramucci, Direttore di Rai Teche.
“La Rai ha portato il mondo in casa degli italiani, ha raccontato gli avvenimenti politici, storici, culturali e scientifici – dichiara la Presidente Anna Maria Tarantola – ha narrato la vita quotidiana e i mutamenti dei costumi, costituendo non solo un servizio pubblico, ma un vero e proprio patrimonio nazionale che attraverso questa grande ed unica esposizione è possibile mostrare ai cittadini. Attraverso la televisione e la radio, ha veicolato informazione, cultura e svago nelle case, esprimendo anche i sentimenti unitari della nazione e identificandosi con la sua crescita culturale e civile”.
"Con questa mostra - sottolinea il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi - si realizza il sogno di qualunque tecnico, quello di schierare tutti i campioni della nazionale, alcuni ancora in attività, altri che invece hanno smesso, ma che sono tornati in campo per l'occasione. La cosa più interessante è che, a distanza di tanto tempo, la missione del Servizio Pubblico, non è cambiata: è nata per fare cultura, informazione ed intrattenimento e continua a fare tutto ciò. Nonostante l'aumento dell'offerta free, la Rai si conferma, con oltre il 40% degli ascolti in prima serata e quasi 40% nell'intera giornata, come il principale attore”.
“L’obiettivo che ci siamo dati quando abbiamo cominciato a ragionare sulle celebrazioni per i 60 anni della Rai era quello di raccontare la storia di un’istituzione e contemporaneamente la storia del nostro immaginario collettivo - aggiunge Costanza Esclapon, Direttore della Comunicazione e delle relazioni esterne, nonché curatrice della mostra - attraverso i simboli che tutti riconosciamo, i programmi che abbiamo seguito, i volti che ci hanno tenuto compagnia e le pagine di storia che abbiamo condiviso con uno sguardo al futuro”.
Il direttore di Rai Teche Barbara Scaramucci ha ricordato che "per realizzare gli otto filmati guida della mostra fatti dai curatori, di circa 40' l'uno, sono stati visionati più di 2000 titoli di programmi dell'azienda".
I grandi cambiamenti sociali, culturali, scientifici dei quali l’Italia e il mondo sono stati protagonisti rivivono nelle sezioni di questa esposizione non in maniera celebrativa e didascalica ma con la vitalità e la pregnanza che i documenti audiovisivi sanno restituire, offrendo allo spettatore la possibilità di confrontarsi interattivamente con il passato, il presente e il futuro, verso il quale i media devono continuamente proiettarsi per non perdere di vista le sempre diverse esigenze della comunicazione e dell’informazione. Tutto questo viene illustrato attraverso miscellanee di programmi, filmati di eventi particolarmente significativi, telegiornali, annunci, servizi, programmi, quiz, tribune politiche. Ma anche con documenti d’archivio, fotografie d’epoca, opere d’arte della ricca collezione Rai (Guttuso, De Chirico, Casorati, Nespolo, Cremona, Campigli, Turcato, Vedova e molti altri), copioni e testimonianze manoscritte di chi ha attivamente partecipato e vissuto la straordinaria avventura iniziata il 27 agosto del 1924, giorno dell’atto costitutivo dell’Unione Radiofonica Italiana U.R.I. e gli anni di attività dall’URI all’EIAR fino alla RAI.
I sessant’anni della Televisione italiana sono articolati in otto sezioni, otto canali tematici, ciascuno curato da un testimonial. A raccontare la storia dell’Informazione ci sarà Sergio Zavoli; per lo Spettacolo Emilio Ravel; di Cultura parlerà Andrea Camilleri e di Scienza Piero Angela. La sezione Politica è affidata a Bruno Vespa, la Società a Piero Badaloni, l’Economia ad Arnaldo Plateroti e lo Sport a Bruno Pizzul. Saranno gli stessi curatori in video a spiegare al visitatore il senso delle proprie sezioni. Il pubblico vedrà scorrere la Storia - della Rai e insieme dell’Italia - attraverso una ricca selezione tematica di contributi audio-video e programmi integrali, godibili attraverso comode postazioni interattive di facile consultazione che vedono il coinvolgimento di Rai Teche e del Centro Produzione Rai di Roma.
Una sezione a parte, una mostra dentro la mostra, curata da Marcello Sorgi, è dedicata alla storia della Radio narrata attraverso la voce dei protagonisti e molti materiali inediti. Qui trovano casa nove postazioni tematiche interattive che offrono al visitatore una selezione di novanta anni di programmi radiofonici, una colonnina interattiva del Radiocorriere, cimeli come l’Uccellino dei programmi radiofonici, documenti come il libretto contenente le “Norme per la redazione di un testo radiofonico”, scritto da Carlo Emilio Gadda nel 1973.
Nello spazio espositivo centrale è ricostruito, grazie alla collaborazione del Museo della Radio e Televisione di Torino, un set televisivo degli anni Settanta realizzato con strumenti e apparati originali (televisori, microfoni, giraffe, telecamere, un rullo per i titoli funzionante) per raccontare il “dietro le quinte” dei programmi che hanno fatto la storia della televisione italiana.
Nello spazio “museale” sono esposti anche memorabilia e inediti come i bozzetti originali dei costumi per “Giovanna, la Nonna del Corsaro Nero” e alcune tavole illustrate raffiguranti alcuni personaggi per “I quattro moschettieri” di Nizza e Morbelli, i giochi in scatola dei quiz televisivi, il copione manoscritto originale del film di Ermanno Olmi “L’albero degli zoccoli” (1978) e il Leone d’Oro 2013 vinto a Venezia da Gianfranco Rosi con il film “Sacro Gra”.
A chiusura del percorso espositivo una sezione tematica documenta l’attività del CRIT-Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica della Rai la cui istituzione risale al 1930. Partendo dalle origini della progettazione si arriva al domani, raccontando il futuro della tecnologia di casa Rai.