In contrapposizione a quanto fatto nel Texone precedente condito da un tocco di fantastico, Claudio Nizzi qui ricava un'ottima sceneggiatura poggiandosi su uno dei temi più classici della narrativa della frontiera: il proprietario terriero che protegge la sua terra dalle mire del signorotto di turno, il tutto innaffiato da una bella spruzzata di vendetta indiana. La trama di Nizzi è riuscita a indurmi a leggere il Texone tutto d'un fiato, impresa che non sempre mi riesce vista la mole di pagine offerte dall'albo e la stanchezza che solitamente, leggendo di sera, a una cert'ora immancabilmente mi coglie. Ambrosini porta in dote il suo stile particolare e riconoscibile e tutta l'esperienza maturata nel western sulle pagine dedicate a Lungo fucile. Se i volti tratteggiati da Ambrosini non si possono dire di una bellezza proprio disarmante non mi sarebbe spiaciuto invece vedere alcuni campi lunghi in più disegnati dall'autore bresciano, inquadrature che a mio avviso riescono molto bene allo stesso.
In Colorado il ranch dei Mallory è minacciato dalle numerose incursioni dei Cheyenne, tribù indiana solitamente in buoni rapporti con gli allevatori del ranch. Dietro a questi inaspettati attacchi c'è lo zampino di Juke Tompkins, furfante che mira ai filoni auriferi nascosti nelle terre dei Mallory e che allo scopo di cacciarli dalle loro terre ha aizzato contro di loro Lupo Rosso, un capo Cheyenne, aggiustando alla bisogna la cronaca di una vecchia storiaccia nella quale indiani e membri della famiglia Mallory furono coinvolti anni prima. A fare chiarezza sulla vicenda, rischiandoci come al solito le penne, ci saranno Tex Willer e il gruppo dei suoi pards al completo.
Il prezzo della vendetta, seppur molto classico, si rivela uno dei Texoni di migliore fattura tra quelli da me letti in questi ultimi mesi, ottimo connubio tra i testi di Nizzi e le matite di Ambrosini.