Ego
Non l’ho mai interpellato.Per tutto l’anno. Forte del mio stile, dei miei colori e dei miei soggetti, ormai consolidati negli anni precedenti.Troppo montata” dal precedente insegnate , nel corso degli anni non avevo mai ascoltato o ritenuto valida opinione diversa dalla sua , che , peraltro coincideva sempre con la mia. La sua scelta di abbandonare la nostra classe era stato un vero trauma . Ma non mi son data per vinta. Ho continuato a cullarmi nella mia superba aurea di superiorità.Ho dipinto in modo ossessivo, sfornato quadri su quadri , senza chiedere consiglio, senza ascoltare i suggerimenti , anche velati che il professore mi elargiva, seppur non interpellato. Ho fatto un mio percorso , esasperando sempre di più le mie figure, i miei colori , il mio stile. Ho usato sempre più colore, ho lasciato i pennelli e li ho sostituiti con le spatole, gettando colore a grumi in macchie sempre più spesse ,figure sempre meno definite dalle quali trasudava una rabbia sempre più forte nelle mie tele . Il tutto in silenzio senza mettere minimante in dubbio il mio percorso.Per un anno. Un intero anno vissuto al di sopra di ogni giudizio . Un anno intero in silenzio ma con la musica sparata a 1000 nelle orecchie.E poi l’esame. Fiera di porgere al professore un libretto impeccabile dove un unico 28 era il voto più basso. Ho sciorinato le mie teorie, i mie dipinti davanti a lui spiegando il percorso scelto per l’anno , ho tentato di motivare il perché di certe scelte e ho atteso.Ho superbamente atteso un voto in media con i precedenti. Lui ha sorriso sornione e ha pronunciato una frese che , verosimilmente si era tenuto dentro per un intero anno.
“Vede , lei ha un suo stile, un certo talento e idee valide, da concretizzare certo, ma le ha.Durante l’anno l’ho osservata e sono giunto alle mie conclusioni. Immagino sia evidente anche lei qual è il suo problema.Lei china la testa e dipinge. Convinta di essere artista e basta. Vede lei è qui per imparare, per confrontarsi, per sbagliare.Spero che l’anno prossimo non commetta l’errore di quest’anno perché ha talento e sarebbe un peccato che lo sprecasse così.“
Dopo questo pippone , di cui io avevo assimilato solo le parole talento e stile mi ha porto il libretto universitario. Ho guardato il voto e una sensazione di gelo si è impossessata di me. I miei occhi increduli guardavano il voto scritto con un indelebile penna nera . Era li. Gli occhi non potevano credere a quello che vedevano. Ma era vero. 24. Il voto più basso mai preso . La prima della classe, l’artista , quella che non aveva mai avuto bisogno di chiedere , quella a cui tutto veniva naturale senza sforzo senza fatica aveva preso 24. Non mi sono data pace per giorni ma poi ho capito. Quel 24 era li a ricordarmi non che non ero brava, non che non avevo talento. Era li a ricordarmi che per un anno intero ero stata schiacciata dal mio immenso EGO che non mi aveva permesso di crescere e di imparare. Quel 24 è stato duro da dimenticare,duro da recuperare, ma è stato l’unico voto in 5 anni di scuola che mi ha davvero insegnato qualcosa che mi sarebbe stato utile per tutta la vita.