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Il principe azzurro: io l’ho trovato! Il come tenerselo è un'altra storia...

Da Sunwand

Il principe azzurro: io l’ho trovato! Il come tenerselo è un'altra storia...
E alla fine arriva, quando meno te lo aspetti. Lui. Nonproprio sul cavallo bianco…magari basta una Fiat Punto grigia, un bicchiere dibirra in mano o quello che volete; quello che serve è lo sguardo, è quellamagia, quel qualcosa che lì, sul momento, neanche te ne accorgi, neanche locapisci. Perché, spesso, il cervello ragiona più lentamente del cuore: dopotutte le botte sui denti che ci sono state date, abbiamo costruito un fossato edelle alte mura tra noi e lui, scegliendo il cinismo, la logica, la distanzapur di non continuare a star male, pur di non continuare a trovare solofregature.In realtà non lo sai subito che è lui. Mettiamoci anche l’essererestii a scottarsi ancora ed ecco che il principe, se non trova il pontelevatoio calato o un passaggio per accedere nella fortezza, non può far altroche andarsene. A me è servito il calcio nel fondoschiena dell’amica che anniprima ci ha fatto incontrare, calcio che mi ha catapultato tra le sue braccia.Non proprio letteralmente un calcio, ma una spintina, unospronar le redini alla tua anima, a ciò che vorresti ma che tieni nascosto, imprigionato da sbarre di paura.Io sono fortemente convinta del fatto che siamo così tantoabituate a mentire a noi stesse che spesso non ci rendiamo più conto della realtà,non sapendo più, ormai, distinguere ilvero dal falso. A volte gli amici e un po’ di fiducia, di speranza, ti aiutanoa fare i primi passi. Mi ha aiutato a partire, ad ingranare la prima marcia, una "regola": “Non illuderti!Sarà bello finché dura”. Dal primo bacio tutto è partito!Questo, però, non significa che abbandoni la tua fortezza!Il principe è solo entrato! Eh, già! Ha dovuto vagare per corridoi e cercarminelle stanze per trovarmi. Ho regolato “l’andarci coi piedi di piombo” con lagioia di averlo vicino e ho calibrato l’eccessiva espansività della gioia conil “voler fare un passo alla volta”.Ha faticato adabbattere i muri e a raggiungermi per curare le mie ferite e le mie bruciaturema, allo stesso tempo, quei muri li ho dovuti abbattere anch’io, sia dentro me,sia per arrivare a lui, che poi è la stessa cosa.Quel tenue avvicinarsi, quella pudica paura di perderci èstato il periodo più bello.Purtroppo quel vissero felici e contenti, invece, non esistemai, è una pura utopia. Mai dare per scontata la persona che hai vicino!Bisogna lottare e stringere i denti per tenersela stretta, bisogna cambiare sestessi, bisogna migliorarsi, bisogna crescere. Insomma questa è un’altra storia.Magari un domani ne parlerò.
Sunwand

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