Il principe azzurro#2: la Cena

Creato il 02 ottobre 2013 da Lafenice
Il nostro caro principe azzurro aveva un appetito che ricordava più quello di un tale mostriciattolo verde conosciuto al mondo come Shrek, piuttosto che di un principe vero e proprio. Vi immaginate William, elegante ed impeccabile nel suo completo Armani rigorosamente nero (si sa che certi inglesi tendono ad essere un po' tristi), sedersi al tavolo di un ristorante, guardare Kate con gli occhi dell'amore ed ordinare una porzione, per quattro, e sottolineo per quattro di pesce? No. Ordinerebbe.. che ne so, un'aragosta. Oppure un piatto strano dal nome esotico ed impronunciabile, magari assolutamente disgustoso ma, sapete com'è, le bizzarrie sono così borghesi che vanno sempre accolte con gioia. Potrebbe, magari, ordinare fish and chips ( ma questo perché è inglese e non sa – dobbiamo ammetterlo – quale sia il pesce effettivamente buono). Il nostro principe, invece, era diverso. Il nostro principe amava mangiare e la nostra principessa.. beh, non faceva la benché minima piega. Che importava a lei quanto stesse mangiando e con quale trasporto tentasse di soddisfare i propri appetiti. Sotto un certo punto di vista, lei non poteva fare a meno di apprezzare ciò che stava vedendo. Aveva sempre odiato quelli che non si lasciavano andare al secondo miglior piacere della carne (devo per caso dirvi qual'è il primo?): vedere un uomo affamato, affamato in quel modo così violento, la stuzzicava. Con foga. Tra l'altro, era talmente tanto impegnata a non dire delle fesserie clamorose che.. cosa poteva mai importarle di quello che c'era o non c'era nel suo piatto? Ecco che, mentre cercava di partecipare alla conversazione, evitando il profondo imbarazzo dovuto al fatto di essere in un ristorante con un uomo che pareva essere suo padre, si trovava a pensare:
  • ho bisogno di vino
  • la piadina è talmente dura che se in questo momento la tirassi contro il muro, potrei molto tranquillamente radere al suolo l'intero edificio
  • ma quanto mangia? Dove mette tutto quel pesce che ha in quel piatto enorme?
  • Ma quante cazzate riesco a sparare in così poco tempo?
  • È noioso? No, non è noioso.. è, strano. In positivo, in negativo? E che ne so, dannazione, che ne so.
  • Ho bisogno di vino. Devo bere un po' di vino.
E così decise di abbondare con il vino e resistere ai piaceri del fritto. Ancora oggi, quando chiude gli occhi e pensa a quel fresco liquido che, dolcemente, varcava la soglia della sua bocca per poi gettarsi a capofitto nella gola, inebriandola, rilassandola, sciogliendo ogni suo presunto contegno.. non può che complimentarsi mentalmente con il principe. Ottima scelta. Vino delizioso.
La cena è finita, senza intoppi, drammi o tentativi di fuga da parte di uno o dell'altra. Vedete, la principessa – normalmente – faticava ad arrivare alla fine del primo appuntamento senza rischiare di.. a) fingere uno svenimento – distrarre il suo “compagno” - approfittarne per scappare a gambe levate b) fingere di ascoltare il proprio interlocutore e buttarsi in una filippica mentale cercando di giudicare i pro ed i contro dell'ultimo libro letto c) ringraziare con forza la propria singletudine: perché sa che se proprio deve condividere sé stessa con qualcuno.. condividerla con quello che ha davanti in quel momento.. beh, sarebbe davvero dura. Ed invece no: quando lui si alza dal tavolo per pagare il conto (e la principessa apprezza perché 1. pagare il conto di quella cena l'avrebbe ridotta al lastrico e 2. ogni principe azzurro che si rispetti deve pagare la cena!), lei lo guarda dirigersi verso il bancone. E apprezza. Lui è ok, lui va bene. é tranquilla, scappare come solito non serve a nulla. “no, non mettere quella dannata giacca” pensa. L'alcol che ha in corpo la porta a voler vedere ciò che prima quella dannata giacca aveva celato alla sua vista: il fondoschiena del principe. Non può fare a meno di apprezzare ciò che vede. “però il vecchietto.. non sta mica messo così male” pensa la principessa, in un momento di estrema poesia e romanticismo.. “chissà come sarà senza quei pantaloni”.. Ed ecco che il suono del cellulare blocca la sua galoppante fantasia. Controvoglia, stacca gli occhi dal principe, apre quel piccolo miracolo che è la sua borsa (altroché quella di Hermione, dentro quella borsa potrebbe tranquillamente starci l'interno Bangladesh e resterebbe ancora spazio) e prende il cellulare. È la sua amica M. “ricordati che certe cose non si fanno al primo appuntamento”, le aveva ricordato. “ma per chi cavolo mi hai preso, m? Ho un mio ritegno, e che caspita” risponde la nostra beniamina, stizzita. Si. Non avrebbe mai concesso le sue grazie al primo umanoide arrivato a suonare il campanello di casa sua, eh no, questo mai. Dopotutto, aveva un onore da proteggere, una dignità. Intrinseca. Di donna.. capite? Non poteva arrendersi così, in fretta e senza freno alcuno a quello sconosciuto che la stava osservando dalla cassa del ristorante. Si, lei avrebbe resistito. Almeno fino al momento in cui la tentazione non fosse stata troppo forte da sopportare...
…..continua.....

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :