- ho bisogno di vino
- la piadina è talmente dura che se in questo momento la tirassi contro il muro, potrei molto tranquillamente radere al suolo l'intero edificio
- ma quanto mangia? Dove mette tutto quel pesce che ha in quel piatto enorme?
- Ma quante cazzate riesco a sparare in così poco tempo?
- È noioso? No, non è noioso.. è, strano. In positivo, in negativo? E che ne so, dannazione, che ne so.
- Ho bisogno di vino. Devo bere un po' di vino.
La cena è finita, senza intoppi, drammi o tentativi di fuga da parte di uno o dell'altra. Vedete, la principessa – normalmente – faticava ad arrivare alla fine del primo appuntamento senza rischiare di.. a) fingere uno svenimento – distrarre il suo “compagno” - approfittarne per scappare a gambe levate b) fingere di ascoltare il proprio interlocutore e buttarsi in una filippica mentale cercando di giudicare i pro ed i contro dell'ultimo libro letto c) ringraziare con forza la propria singletudine: perché sa che se proprio deve condividere sé stessa con qualcuno.. condividerla con quello che ha davanti in quel momento.. beh, sarebbe davvero dura. Ed invece no: quando lui si alza dal tavolo per pagare il conto (e la principessa apprezza perché 1. pagare il conto di quella cena l'avrebbe ridotta al lastrico e 2. ogni principe azzurro che si rispetti deve pagare la cena!), lei lo guarda dirigersi verso il bancone. E apprezza. Lui è ok, lui va bene. é tranquilla, scappare come solito non serve a nulla. “no, non mettere quella dannata giacca” pensa. L'alcol che ha in corpo la porta a voler vedere ciò che prima quella dannata giacca aveva celato alla sua vista: il fondoschiena del principe. Non può fare a meno di apprezzare ciò che vede. “però il vecchietto.. non sta mica messo così male” pensa la principessa, in un momento di estrema poesia e romanticismo.. “chissà come sarà senza quei pantaloni”.. Ed ecco che il suono del cellulare blocca la sua galoppante fantasia. Controvoglia, stacca gli occhi dal principe, apre quel piccolo miracolo che è la sua borsa (altroché quella di Hermione, dentro quella borsa potrebbe tranquillamente starci l'interno Bangladesh e resterebbe ancora spazio) e prende il cellulare. È la sua amica M. “ricordati che certe cose non si fanno al primo appuntamento”, le aveva ricordato. “ma per chi cavolo mi hai preso, m? Ho un mio ritegno, e che caspita” risponde la nostra beniamina, stizzita. Si. Non avrebbe mai concesso le sue grazie al primo umanoide arrivato a suonare il campanello di casa sua, eh no, questo mai. Dopotutto, aveva un onore da proteggere, una dignità. Intrinseca. Di donna.. capite? Non poteva arrendersi così, in fretta e senza freno alcuno a quello sconosciuto che la stava osservando dalla cassa del ristorante. Si, lei avrebbe resistito. Almeno fino al momento in cui la tentazione non fosse stata troppo forte da sopportare...
…..continua.....