Pubblicato nella sua edizione originale nel 1993, il primo libro di Carlo Ruiz Zafon, la prima edizione italiana è del 2002, è invece di quest’anno l’edizione Mondadori tradotta da Bruno Arpaia.
E’ un libro per “bambini compresi tra i 9 e i 90 anni” come dice l’autore.
E' ambientato nel 1943, anno in cui la famiglia Carver per sfuggire alla violenza della guerra decide di trasferirsi in una piccola località di mare nella casa che era appartenuta ai signori Fleishmann.
Jacob Fleishmann, l’unico figlio, era morto annegato anni addietro.
Dietro la casa c’è un giardino abbandonato, immerso nella nebbia. Un giardino di statue, personaggi del circo disposti a formare una stella a sei punte, al centro un’altra statua, un pagliaccio. E' un posto inquietante.
Sorvegliava la costa del piccolo paese da 25 anni il guardiano del faro Victor Kray, nonno di Roland che divenne amico dei figli più grandi dei Carver, Max e Alicia, per i due ragazzi quella estate segnerà la fine dell’adolescenza, e l’inizio dell’età adulta.
Amicizia, dovere, responsabilità sono alcuni valori che conosceranno per la prima volta, Alicia, verrà travolta anche dal sentimento umano più forte: l’amore.
La scrittura è scorrevole, gli occhi rimbalzano velocemente da una parola all'altra, per la brama di sapere come va a finire; la trama è avvincente.
E’ il primo romanzo che leggo di quest’autore, mi piace e, come accade sempre, mi aspetteranno mesi in compagnia di tutti i suoi libri.