Non esiste studioso o ricercatore umanista napoletano che non conosca la misteriosa ed affascinante figura di Raimondo Di Sangro, settimo principe di Sansevero, di origini pugliesi (ma successivamente trasferitosi a Napoli), uomo dalle molteplici sfaccettature:
Le rivelazioni sono state rese pubbliche anche al grande pubblico di appassionati e curiosi, attraverso una conferenza stampa che si è tenuta il 12 febbraio alle 12:30 presso il Caffè Gambrinus di Napoli in piazza Trieste e Trento, con il patrocinio della provincia di Napoli.
I risultati degli studi sono inoltre pubblicati nel numero di febbraio della rivista mensile “Fenix“ diretta da Adriano Forgione, con un articolo di Maurizio Ponticello, giornalista e scrittore che ha partecipato alla conferenza insieme al direttore di “Fenix” e al coordinatore della équipe scientifica che ha svolto la ricerca; con la partecipazione di Vittorio Del Tufo, caporedattore de “Il Mattino“.
Le tre famose statue della Cappella Sansevero hanno attirato molti studiosi per la loro impenetrabilità: la loro
Va ricordato inoltre che, grazie alle sue numerose invenzioni, come il palco pieghevole, la carrozza marittima o la stampa simultanea a più colori, nonché a causa dei suoi rapporti con la massoneria, nacquero diverse leggende magiche intorno alla sua figura e fu anche accusato di stregoneria e alchimia. L’erudito Principe, però, non fece nulla per screditare le dicerie, aumentando così l’alone di mistero e il fascino intorno alla sua vita.
Oggi finalmente questi e numerosi altri interrogativi sulla figura del principe di Sansevero hanno trovato una risposta, collocando la sua personalità tra quelle più affascinanti della storia napoletana.