Il principe, la principessa e il magico libro dei volti

Da Fiaba


Martedì 12 Giugno 2012 10:37 Scritto da Peppe Pirrello

C‘era una volta, in un paese chiamato Lostelov, un regno a forma di cuore e proprio sulla punta di questo cuore sorgeva un castello. Gli era stata data questa forma perché rispecchiava la generosità e l’amore che il re e la regina avevano per i loro sudditi. Anche i cortigiani e gli abitanti del paese li amavano poiché non facevano mancare loro niente e tutti erano felici di stare al loro servizio. Tutti erano però un po’ tristi a causa del figlio del re, il Principe Josip, che non usciva mai dal castello a causa di una strana malattia: il suo cuore era così grande che gli si era ingrossato il petto. I medici, gli avevano detto che, se non fosse riuscito a far uscire tutto l’amore che vi era contenuto, sarebbe morto presto. Così, il Principe Josip stava quasi sempre davanti ad una finestra guardando il suo futuro e aspettando che qualcosa potesse aiutarlo a guarire.

Una notte d’inverno, di quelle che non riesci a dormire a causa della pioggia e dei tuoni, Josip si alzò dal suo letto e decise di fare un giro per il castello. Conosceva tutte le stanze, i saloni e tutti gli arredi, in tutti i loro particolari, ma avvicinandosi ad un caminetto ancora acceso, fu attirato da uno strano scintillio. I piccoli bagliori delle fiamme illuminavano e oscuravano, a seconda della loro intensità, un piccolo bottoncino dorato proprio sotto l’arco del camino. Si chinò, per guardare meglio, e vide che c’era una specie di pulsante…che aspettava solo di essere toccato. Ma cosa gli poteva succedere… pensò il Principe…bah, peggio di come stava non poteva stare, si sussurrò,   e avvicinò la mano al camino…ci pensò un poco ma poi pigiò decisamente quel bottoncino. Si udì un lieve cigolio, poi un rumore sordo di ruote e, molto lentamente,  il caminetto cominciò a ruotare su se stesso lasciando apparire un scala di marmo striato coi  colori dell’arcobaleno. Josip restò un attimo perplesso, indeciso se entrare in quel varco oscuro, ma era curioso di vedere dove portava quella scala. Così entrò e cominciò a scendere.  All’improvviso l’antro si illuminò lasciando apparire una grande sala, simile ad una biblioteca, e migliaia di libri ordinati negli scaffali dorati. Qua e là, sparsi per terra, si vedevano altri libri accatastati e qualcuno rimasto aperto chissà da quanto tempo. Dall’alto pendeva un lampadario tempestato di diamanti che, riflettendo la luce, disegnavano dappertutto figure geometriche e splendenti, dai colori mai visti. Si guardò un po’ in giro, si avvicinò agli scaffali. Quanti libri…pensò…capì dai titoli che si trattava della storia del suo regno. Ad un tratto notò una cartella di pelle sigillata col sigillo reale. Non resistette molto per la curiosità, ruppe il sigillo, aprì la cartella e si trovò in mano un volume dal titolo “Il libro dei volti”. Lo prese e si sedette sulla scrivania che si trovava proprio sotto il lampadario. Cominciò a sfogliare ma non c’era scritto niente, a parte il titolo e una scritta molto evidente sulla prima pagina:”Non toccare i volti”. All’interno solo tanti volti e, sotto ogni volto, il nome della persona rappresentata. C’era di tutto: re e regine, principi e principesse, cortigiani, ricchi e poveri, brutti e belli, famosi e sconosciuti. Erano tantissimi. Josip trascorse così una mezz’oretta a scorrere tutti quei volti. Stava ancora guardando: re Stanish,  cortigiana Mildora, regina Majda, principe Ortof, quando vide…Principessa Lostelov…si fermò a guardare meglio:”Principessa Lostelov?”… pensò…”Ma ha lo stesso nome del mio paese!”…

Che occhi…che sorriso…che capelli…era incantevole! Il principe non riusciva più a staccare gli occhi da lei. Poi quasi senza volerlo sfiorò con un dito quell’immagine…e piano piano l’immagine cominciò a uscire dal libro e a prendere forma…e gli apparve il tutta la sua bellezza, in carne ed ossa, davanti a lui… restò sbigottito per alcuni istanti…

”Ciao” disse la principessa.

“Sa…sa…salve…” balbettò Josip.

“Perché mi hai chiamato?”  continuò lei.

“Ma…ma…io…io… non ti ho chiamata…ho soltanto sfiorato il tuo volto” disse il principe. “Ma non hai letto la scritta  “Non toccare”? – incalzò la Principessa.

…”Si…si…ma non sapevo…non immaginavo…” – balbettò Josip.

E la Principessa: “Beh, adesso lo sai: se si tocca un volto appare anche la persona. Comunque io non posso stare molto, se non rientro nel libro entro il limite stabilito, sarò costretta a restare qua per sempre”.

“Magari”- pensò il principe.

“Io sono di un regno molto lontano”- aggiunse la Principessa- “… e non posso restare…sto cercando il mio Amore, un giorno è partito e non è più tornato”.

“Anche io ho bisogno di amare, per guarire”- ribattè Josip.

“Perché che hai?” - chiese la Principessa Lostelov

“Ho il cuore troppo grande e mi scoppierà il petto se non trovo chi amare”

“Davvero? Ma anche io ho questa malattia. Per questo cerco il mio Amore”

“Allora spero che tu lo trovi” riprese il principe, però tra sé e sé pensò:

“Spero di no principessa, spero che tu ritorni da me, forse guariremo insieme”

“Bene, adesso vado, il mio tempo sta per scadere…ciao Principe” concluse Lostelov.

“Ciao Principessa” disse Josip, ma pensava “Ciao Amore mio, spero di rivederti”.

La Principessa rientrò nel libro, così come ne era uscita. Josip restò alcuni minuti a fissare quel volto. Quindi rientrò in camera sua e il giorno dopo non disse a nessuno ciò che era successo durante la notte. Notò però che il petto gli si era sgonfiato, poco poco.

La notte dopo il Principe tornò nella sala dei libri, aprì “Il libro dei volti”, sfiorò il volto della Principessa Lostelov e aspettò che apparisse…ma non successe niente…lo toccò…lo strofinò più volte…ma niente…

E così fece per altre notti ancora.

Un pomeriggio, dopo circa una settimana, scese nella sala dei libri e rifece ancora un tentativo..sfiorò il volto…e finalmente la Principessa prese forma…

“Ciao Principe”

“Ciao Principessa…ma perché non sei più venuta, sono giorni che tocco il tuo viso”.

“Non lo sapevo, anche io ho un libro come il tuo e se non lo tengo aperto non posso venire da te, neanche se tocchi il mio volto”

“E perche’ non lo tieni sempre aperto, il tuo libro?”

“Perché sono sempre in viaggio a cercare il mio Amore e lo apro solo quando ho un po’ di tempo. E poi, ci sono tanti altri che toccano il mio volto ma io non ho tempo e non voglio allontanarmi da qua”

“Principessa, ma… anche questo Amore che cerchi è un Principe?”

“No no, mi sono innamorata di lui guardando questo libro e un giorno l’ho conosciuto toccando il suo volto”

“Come me allora” riprese Josip e aggiunse…

“Principessa quando potrò rivederti e quando riaprirai il libro?”

“Non lo so, sono sempre in giro. Adesso devo andare, il mio tempo è scaduto. Ciao Principe”

“Ciao Principessa” disse mentre pensava “Arrivederci amore mio” e sentiva che il cuore gli si sgonfiava un altro poco.

Da quel giorno, Josip cominciò a trascorrere molte ore nella sala dei libri, sfiorando il volto e sperando che la principessa tenesse il suo libro aperto. Ma per alcuni giorni non successe niente.

Il Principe decise allora di portare sempre con sé il libro dei volti.

Una notte mentre era nel suo letto a pensare, col suo libro aperto, si sentì prendere e trasportare lontano. Si ritrovò seduto in mezzo ad un prato, in un luogo isolato e sperduto.

“Ciao Principe” disse una voce dietro di lui. Josip si girò e…

“Ciao Principessa” quasi urlò…

“Come stai” continuò lei.

“Bene, bene…ma…ma…perché mi hai chiamato?”

“Non lo so, mi sentivo un po’ sola e stanca in questa solitudine…vuoi fare un tratto di strada con me?”

“Certo, volentieri”

Si incamminarono e cominciarono a parlare della loro vita, della loro malattia, di come avrebbero voluto essere, di cosa avrebbero voluto fare. Josip sentiva che le sue gambe tremavano al fianco della Principessa ed era felice, come non lo era mai stato. Ma dopo qualche minuto la Principessa disse: ”E’ ora, devi andare, non puoi restare per sempre qua”.

“Ma perché non posso?” rispose e pensava “Io voglio restare sempre con te Amore mio”.

“Perché io ho da fare un viaggio per cercare il mio Amore e tu non puoi stare sempre con me.”

“Ma che Amore è? E’ solo un capitano di ventura, non potrà mai renderti felice…”

Ma la Principessa Lostelov insistette e così il Principe tornò nel suo castello. Appena toccato il letto cominciò a saltellarci su gridando “MI HA SFIORATO… MI HA SFIORATO….SIIII…PRINCIPESSA HA SFIORATO IL MIO VOLTO”. Sembrava un matto per la felicità.

Ma poi passarono molti giorni senza che nessuno dei due riuscisse a far apparire l’altro e il Principe sentiva che il suo cuore si stava di nuovo ingrossando.

Così, una sera cominciò a scrivere una lettera per la sua principessa. “Appena la incontro” pensò, “le chiederò di leggerla”. Mentre scriveva, quasi le lacrime gli riempivano gli occhi:

“Principessa, amarti è sciogliere gli ormeggi che mi tengono legato a questa solitudine e andare alla deriva, verso l’orizzonte aperto nel tuo sguardo. Lasciati amare così…senza farti toccare. A volte bastano all’anima poche parole soffiate sul cuore e a me basta anche solo sfiorarti. Cercami così…senza trovarmi, se tu non vuoi. A volte bastano al cuore desideri che l’anima non vuole sapere. Amami così…come sono dentro…come una Bella può amare una Bestia, sussurrando le tre sole parole che il cuore vuole sentire: “Io Ti Amo”. Ti chiedo solo di amarmi, Principessina adorata, come una foglia ingiallita lo chiede al suo ramo, come la riva ad un’onda e come un ruscello alla fonte. Ti chiedo solo di amarmi…come le ali infiacchite lo chiedono al vento, come l’etere al tempo…come la morte alla vita. E ancora ti chiedo di amarmi…di amarmi per sempre…come la mia vita lo chiederà alla morte quando non ci sarai più. Io, Principessa, se così vorrai, sarò per te come una nuvola piena che scompare dopo aver riversato la sua acqua sulla terra arida. E sparirò dalla tua vita dopo averti dato tutto l’amore che posso. Poiché l’amore è come il denaro, non si può conservarlo in  se stessi ma investire su un altro. Tanto ti amo Principessa, a tal punto che non pretendo che tu mi ami, se ami un altro, ma solo che ti lasci amare. Così, Principessa io potrò guarire, ma soltanto sapendo che sei felice.”

Dopo aver scritto queste parole Josip era talmente stanco che si addormentò con la penna tra le mani, poiché l’intensità di quello che sentiva era troppo forte per il suo cuore malato.

Il giorno dopo, finalmente, la Principessa Lostelov, riaprì il suo libro e sfiorò di nuovo il volto del Principe. Questi si ritrovò su una lunga strada di cui non si vedeva la fine.

“Principe dove sei?” sentì Josip.

“Sono qua Principessa, sono io” rispose

La vide come non l’aveva mai vista, splendida come la luce del sole, con la sua ciocca di capelli sul viso e col suo sorriso di sempre.

“Come stai” gli disse.

“Non lo so come sto, sono stordito e confuso” rispose “ ma ho scritto questa lettera per te. Leggila quando sarai sola. Adesso devo andare io, o non riuscirò più a guardarti senza toccarti e so che ne morirei. Ciao Principessa, spero di rivederti”, e sparì.

“Ciao” disse Lostelov, sorpresa che Josip volesse andare via così presto.

Appena il Principe scomparve, prese la lettera, cominciò a leggerla e cominciò a capire…

Le si aprì un mondo che non aveva mai visto; nessuno le aveva mai detto quelle cose, e il suo cuore cominciò ad ingrossarsi ancora e sapeva che se non avesse amato presto sarebbe morta, come Josip. Finito di leggere, richiuse la lettera, si asciugò due grosse lacrime che le accarezzavano le guance e stette ferma a pensare.

Per giorni e giorni lesse e rilesse quelle parole, e alla fine sentì, in cuor suo, che non voleva più rincorrere un sogno e andare a cercare per sempre un capitano di ventura che era scappato perché non sapeva amare…perché amava solo se stesso. Decise di fermarsi e ascoltare un cuore che voleva amarla così come era, senza pretese. E finalmente sentì il desiderio di sfiorare ancora il volto del Principe, lo sfiorò e le apparve. Appena lo vide, guardandolo negli occhi, sentì che era questo l’Amore che cercava da sempre, un Amore disinteressato, che vuole la felicità degli altri, che ama per il solo fatto di amare, perché amando vuole dare la vita al suo Amore.

Così la Principessa gli diede la sua mano e gli disse: 

“Camminiamo insieme, non so dove porterà questa strada ma la faremo insieme e questo ci basterà per essere felici”. Il Principe allora accostò le sue labbra a quelle di Lostelov e sembrò loro che i loro cuori battessero come fosse uno e che i loro petti penetrassero l’uno in quello dell’altra. Fu così che il Principe fece scadere il tempo per rientrare nel libro e restò per sempre con la sua Principessa. I loro cuori non furono più ingrossati perché adesso potevano riversare tutto il loro Amore nell’Amore dell’altro.

E vissero felici e contenti, per sempre, guariti dalla loro malattia.



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