Innanzitutto, manca il punto fondamentale per inquadrare gli accadimenti di questi giorni. E cioe': l'Akp ha avviato nel 2002 (riprendendo le prime iniziative in tal senso di Turgut Ozal) un processo di transizione dall'autoritarismo kemalista alla democrazia che non si e' ancora compiuto, i manifestanti infatti non chiedono liberta' e democrazia ma PIU' liberta' e PIU' democrazia.
Poi, francamente non riesco a capire se il suo autore sostiene che la causa di questi accadimenti e' solo una oppure se si sono manifestate delle concause. Ovviamente, la spiegazione monocausale non regge (non regge quella "conservatori islamici vs. laici", ma neanche quella "stile autoritario di Erdogan vs. Resto del mondo").
In primo luogo, in Turchia una coscienza ecologista esiste eccome, anche se in fase embrionale: infatti - a smentire quanto sostenuto nell'articolo - tra le richieste della piattaforma di solidarieta' di Taksim figurano i grandi progetti infrastrutturali 'da ridiscutere' figurano eccome!
In secondo luogo, tuttavia, a prevalere su quella ecologista (che comunque esiste!) e' un'altra sensibilita': il progetto di riqualificazione urbana che nei progetti dovrebbe toccare il parco riguarda piu' in generale piazza Taksim, cioe' uno dei simboli "repubblicani e laici" di piu' grande impatto; su piazza Taksim scontri ce ne sono stati anche in passato, quando l'allora sindaco Erdogan aveva appoggiato un progetto per costruire a Taksim una moschea e di moschea ha infatti parlato nei giorni scorsi (la caserma ottomana di artiglieria di cui il progetto prevede la ricostruzione e' per Erdogan il 'ripristino della storia' cancellata dal Chp con la sua demolizione: il conflitto simbolico e' esplicito e dichiarato)... per i kemalisti questo e' sostanzialmente uno sfregio!
E poi, si': la frattura laici/conservatori esiste eccome, i provvedimenti che hanno seminato malcontento (progetto Taksim, legge sull'alcol etc etc) sono stati considerati non solo un'imposizione... ma un'imposizione di natura 'islamica' dai settori kemalisti; tutto cio' per dire che uno stile autoritario di ispirazione diversa non avrebbe portato alla saldatura che c'e' stata tra le varie anime della protesta.
Mi permetto anche di notare un passaggio a vuoto piuttosto rivelatore di come certa informazione grossolana (spinta a piu' non posso dalle agenzie di stampa) penetri dappertutto: "la ben più grave detenzione di svariate decine di giornalisti accusati di appartenere ad Ergenekon e rei di aver criticato il governo sui propri giornali". Beh, no: in Turchia non c'e' NESSUN giornalista 'reo di aver criticato il governo'; ci sono alcuni giornalisti - una decina - accusati di aver appoggiato le atttivita' eversive di Ergenekon, ce ne sono molti altri - alcune decine - che fanno parte del movimento politico curdo e sono accusati (in virtu' di leggi anti-terrorismo estremamente dure) di sostegno piu' o meno diretto al Pkk.
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