Il processo spontaneo della vendetta

Creato il 16 novembre 2011 da Rory

Il dramma della mia esistenza: la passione per scarpe maschili e l’essere ribelle senza alcuna motivazione valida, come tutti i ggggiovani alternativi degli anni 2000!

Allora dunque, perché questo titolo? E’ doveroso fare un paio di premesse:

  • Sono appassionata di psicologia da salotto ma non l’ho mai studiata. Sono appassionata degli scritti di Freud ma comunque sono una profana dell’argomento e non mi voglio spacciare per una fine esperta della materia.
  • Qualora qualcuno mi legga e si identifichi nella persona che m’accingo a descrivere, spero ti ricorderai che ci siamo lasciati non bene e mi auguro che tu abbia immaginato che – non ho paura d’ammetterlo – ci sono rimasta MALE.
Dovete sapere che tanti anni fa, quando ero un virgulto (sessuale) – stiamo parlando del 2005/6 – avevo un boyfriend da circa un annetto e ci stavo abbastanza bene. Improvvisamente, come spesso accade, qualcosa tra noi inizia ad incrinarsi e fin qui nulla di strano, peccato che quando gli spedivo sms oppure gli telefonavo, chiedendo cose normalissime del tipo “Come stai?” lui mi rispondesse cose molto carine e gentili stile “Senti lasciami stare o ti rispondo male”, insomma cose da perfetto fidanzato. Insomma, gira che ti rigira ovviamente ci lasciamo (ometterò una cosa che mi disse che fa molto VM 18. Cioè, in realtà non è niente di che ma non vorrei che chi passasse di qui si facesse strane e brutte idee sul mio conto). Per diverso tempo non ci sentiamo più, poi dopo circa 2 anni – more or less – questo torna a farsi vivo (all’epoca fb non era ancora così radicato, quindi utilizzava modi più casalinghi, ndr). Mi dice che io sono la donna della sua vita, che vorrebbe tanto rivedermi e insomma, tutte quante queste cose molto old style, trite e ritrite. Naturalmente io mantengo le distanze, non avendo voglia di rivederlo. Tra l’altro, tramite circostanze fortuite, vengo a scoprire che lui chiede sempre di me a degli amici comuni, cosa che mi stranisce parecchio [figlio caro abbiamo chiuso. Che te ne frega io con chi esco o che faccio nella vita?]. Ad un certo punto, mi dice pure che mi ha comprato un regalo da Bulgari (ed io ci credo, certo. E le vacche ballano in Puglia, ndr) e che mi vuol vedere per darmelo. Non faccio carte neanche stavolta. Passa ancora del tempo in cui smette per fortuna di farsi sentire, finché non mi aggiunge su FB. Scioccamente, credendo che questa follia fosse oramai finita e che lui avesse smesso di pensare a me, lo accetto. Nella foto del suo profilo c’era lui nella sua bianca cameretta, sul cui muro campeggiava ancora appesa una mia fotografia che mi aveva scattato tempo addietro. Immediatamente mi ri-stranisco: che ci fai dopo ANNI e dico ANNI ancora con la mia foto attaccata al muro? La tieni per una semplice questione estetica o perché vivi nel passato? Non commento e dico nulla, lui non si fa sentire tranne qualche sparuto augurio alle feste comandate, quindi penso “Ma dai, sono fissata! Lui non pensa più a me!”. E la mia esistenza pascola felice e tranquilla. Tra l’altro, apprendo che è anche felicemente fidanzato e tutte queste belle cose. Poi, la stranezza. Qualche tempo fa mi contatta dicendomi che è tanto che non ci vediamo – blablabla – e quindi mi domanda se mi va di andar a prendere un caffè. Non vedendoci niente di male, rispondo subito in modo affermativo. Fissiamo la data e tutto. Peccato che quel fatidico giorno mi dimentico completamente dell’appuntamento. In realtà ero stata presa da una questione lavorativa e poi da un servizio che dovevo sbrigare con mio cugino, perciò mi era totalmente sfuggito. Questo poveraccio giustamente mi chiama ed io, cadendo proprio dalle nuvole, gli spiego brevemente che avevo avuto un problema al lavoro e quindi nisba. Spiego la situazione a mio cugino che era lì con me (e che conosceva il soggetto) e lui immediatamente inizia a ridere e dice che ho messo in atto un “processo di vendetta retroattivo”… peccato che lui di psicologia ne sappia quanto me. Ad ogni modo, mi racconta d’aver letto/sentito questa cosa, secondo cui il nostro subconscio rimasto ferito, si vendica delle persone anche dopo molto tempo, pure dopo anni (!!!). Per questo motivo, con questo mio dargli pacco, mi sarei vendicata di tutto il male che mi ha fatto e del dolore che mi ha arrecato. Non so se questa cosa sia vera ed esiste realmente in cose diverse dalle rubriche di consigli alle donne contenute su riviste del calibro di Diva&Poraccia ma comunque devo ammettere, forse vigliaccamente, che un po’ sono contenta d’averlo paccato… e che sotto-sotto, neanche troppo sotto, ben gli sta.

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