Io penso che il Vicariato, da parte sua, abbia ragione nello stesso modo in cui il Papa può dire ciò che vuole.
Mi spiego meglio.
Gli insegnanti di religione, prima del 2004, erano nominati su segnalazione dellla curia diocesana e del dirigente scolastico. La legge 186 del 18 luglio 2003 ha previsto l’entrata in ruolo, previo concorso abilitativo, di circa quindicimila insegnanti (su circa venticinquemila complessivi), rendendo il docente “organicamente inserito nei ruoli della scuola e non più soggetto ai caroselli degli incarichi annuali” (ministro Giuseppe Fioroni, 6 marzo 2007 [6]). Dall’entrata in vigore della legge la nomina dei docenti di IRC compete, come avviene per la totalità degli altri insegnanti, per il 70% delle cattedre complessive al U.S.R. (Ufficio Scolastico Regionale d’intesa con l’Ordinario Diocesano, riguardante i soli docenti che hanno superato il concorso. La nomina del restante 30% è lasciato alla discrezione della curia diocesana e alla conferma del dirigente scolastico. L’autorità diocesana si riserva comunque di revocare l’idoneità dell’insegnante per alcuni gravi motivi, come incapacità didattica o pedagogica, e/o condotta morale non coerente con l’insegnamento. [cit.]
Ricordo, inoltre che gli insegnanti di religione sono pagati dallo stato e che tale accordo (la Curia nomina e licenzia, ma lo Stato paga) compresa l’introduzione dell’ora di religione segue il Concordato del 1929 firmato da Mussolini.
Tutta la solidarietà al professore, ricordando però che è stato licenziato, ahimé, per giusta causa, così come è stato nominato con un procedimento diverso e, se vogliamo, “favorito” rispetto a tutti gli altri insegnanti.
Esempio: se sono assunto per vendere le aspirapolveri “picchio” e invece vado vendendo le aspirapolveri “passerotto” sarà anche giusto che la “picchio” mi licenzi. O no?
E’ lapalissiano che un insegnante nominato dal Vicario che si schieri per la contraccezione o per la giustezza dei rapporti omosessuali sia licenziato. Piuttosto, forse, avrebbe dovuto dimettersi, ma non vorrei fomentare l’eroismo in questi tempi di crisi economica.
Cito: « Nel quadro delle finalità della scuola e in conformità alla dottrina della Chiesa Cattolica, l’I.R.C. concorre a promuovere l’acquisizione della cultura religiosa per la formazione dell’uomo e del cittadino e la conoscenza dei principi del cattolicesimo che fanno parte del patrimonio storico del nostro Paese »
La verità è che dovremmo tutti insieme rivedere il Concordato, ripensarlo e capire se è giusto e corretto tenere questa norma fascista (intesa come introdotta dal fascismo) nelle scuole ed, in generale, norma che impatta notevolmente sui nostri portafogli.
Chiedo a tutti coloro che si sono espressi solidali nei confronti del professore, nel procedere nella sua difesa (che ritengo inutile) di sollevare piuttosto il problema dal punto di vista costituzionale: vogliamo chiedere a questo punto ai partiti di centro sinistra di impegnarsi a rivedere il Concordato?
In ogni caso, e mi rivolgo al compagno di SeL Guido Allegrezza, vogliamo chiedere un incontro al Vicariato, fermo restando che è il principio che è sbagliato: che la religione sia nelle scuole di Stato, appannaggio della Chiesa Cattolica, ma a spese nostre e che quindi per me è il principio alla base che non sta in piedi. Per chiederne il reintegro dovrei accettare che le mie sudate tasse siano impiegate per pagare l’ora di religione Cattolica e non una più proficua Storia delle Religioni, insegnata da prof che vincano un regolare concorso.
p.s. il costo per lo stato per gli insegnanti di religione è stimato intorno agli 800 milioni di euro.