Il prof. sen. Monti é uomo d’onore e manterrà la Parola: ecco cosa Vi attende.
Creato il 19 febbraio 2012 da Andl
@scenaripolitici
Giuseppe Sandro Mela
Dimostrazione di Disoccupati.
Credo che nessuno voglia mettere in dubbio che il prof. sen. Mario
Monti sia uomo d’onore, che mantiene sempre la parola data. Così come
presumo che nessuno ne metta in dubbio le capacità organizzative di
portare a buon fine ciò che ha annunciato.
Quindi, i documenti ufficiali dello Stato dovrebbero essere presi
seriamente, valutati con cura, ritenuti essere cosa certa.
E’ alquanto recente la pubblicazione del Bilancio Semplificato dello Stato per l’Anno 2012.
Ne stralcio per brevità solo la seguente Tabella riassuntiva.
Esame di alcuni dati.
1. Le entrate dello Stato passeranno dai 450.203 mld del 2011 ai
541.545 mld del 2014: ossia un aumento percentuale del 20.29%., da
imputarsi prevalentemente ad una pressione tributaria che passerà dai
414.386 mld del 2011ai 496.085 del 2014.
2. Le spese dello Stato rimarranno in questo arco di tempo quasi
stazionarie, evidenziando un aumento percentuale dell’1.9% da 364.509 a
371.583 mld.
3. Le spese per interessi da corrispondere sul debito sovrano
passeranno dagli 84.243 mld del 2011 ai 96.483 mld del 2014, con una
variazione percentuale di +14.53%.
Considerazioni.
Al 2014 il saldo netto da finanziare risulterà essere +40.758 mld, che
dovrebbero esser utilizzati per ripianare il debito sovrano. Il ripiano
dovrebbe quindi compiersi in circa 40 anni.
Un incremento tributario del 20.29% sul già alto prelievo fiscale
sottrarrà 91.432 mld alle disponibilità di spesa del sistema, da cui una
prevedibile ulteriore discesa della domanda interna. Fatto questo che
in un’economia già di per sé depressa concorrerà in modo consistente a
deprimerla maggiormente.
Si tenga presente che sembrerebbero del tutto verosimili anche
incrementi dei prelievi fiscali da parte di Enti locali, quali Regioni e
Comuni.
E’ pur vero che la quasi costanza del livello delle spese nel triennio
ne riduce le dimensioni in termini di potere di acquisto, ma non
sembrerebbe deporre per un’intenzione dell’Esecutivo di ridurre questa
voce di bilancio.
Si resta infine alquanto perplessi di fronte alle previsioni relative
agli interessi, in aumento del 14.53% dagli attuali 84.243 mld ai 96.483
del 2014. Dal testo non risulta chiaro se questo aumento sia stato
previsto nel quadro di una depressione mondiale che induca aumenti
sostanziali dei tassi di interesse, opzione peraltro poco probabile date
le prese diposizione sia della Fed sia della Bce, che hanno formalmente
garantito prestiti continuativi a tassi quasi nulle per tutto questo
arco temporale. Forse, é stata maggiormente valutata una continua
perdita di credibilità dell’Italia sui mercati, che ben più avrebbero
gradito una consistente riduzione della spesa.
Conclusioni.
Sempre che non avvengano mutamenti di rotta, ed anche bruschi, od
eventi al momento improbabile pur se sempre possibili, somministrare
misure depressive ad un’economia depressa non sembrerebbe essere la più
scaltra delle idee.
Un’ultima, fra le tante possibili, considerazioni.
Una troppo elevata pressione fiscale unita ad alti tassi di interesse
mette fuori mercato tutte le iniziative imprenditoriali con resa
normale. Risulta infatti più remunerativo investire in prodotti
finanziari che non nell’economia produttiva. Si tenga presente che, nel
fare questo conto, sarebbe inesatto valutare solo la differenza della
resa, ma si dovrebbe tener conto anche di tutta la fatica implicita
nell’impianto e gestione di un’attività produttiva.
Questo fenomeno, peraltro già noto e ben studiato, sarà potente
concausa di liquidazione o fallimento di attività in essere, con
decremento delle attese fiscali e tributarie ed ulteriore falcidia dei
posti di lavoro. Ciò comporterà la necessità di tagliare la spesa, ma
concriteri di urgenza, alla greca, con tutte le conseguenze del caso.
Documenti di utile lettura.
Steinbeck J., Furore.
gsm
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