traduzione di Giuseppe Germinario
Quando iniziò l’invasione dell’Iraq, molti negli Stati Uniti e nel mondo, manifestarono indignazione per una guerra, a loro avviso, non giustificata. Sembrava che George W. Bush, con il pretesto del terrorismo e delle armi di distruzione di massa, aveva utilizzato la guerra per regolare un vecchio conto tra la famiglia Bush e Saddam Hussein, oltre al motivo sopravvalutato e scontato della guerra per il petrolio. Anche con Saddam Hussein, catturato e giustiziato, la guerra continuò con decine di migliaia di vittime insieme al decollo vertiginoso del bilancio militare di miliardi di dollari. La maggior parte degli americani divenne sempre più contraria alla guerra, come pure alla politica estera e nazionale dell’amministrazione Bush.
Moltitudini di tutto il mondo si sono radunate in marcia in nome della pace e per denunciare Bush, il malvagio. Le bandiere della pace prese dagli scaffali e innalzate a gonfiarsi al vento. Scandendo slogan contro la guerra gridavono: “Abbasso Bush, no alle bombe,” “Uccidere innocenti è il problema – non la soluzione,” “Chi ha diretto i missili, ha fuorviato gli uomini,” ” le bombe intelligenti non giustificano un leader sciocco “” Il mio presidente è uno psicopatico, “ecc La lista è era praticamente infinita; fino a quando è arrivata una luce a illuminare il buio intorno a noi. In un primo momento la luce era fioca, ma poi, alimentata da milioni e milioni di dollari, è diventata sempre più brillante, infondendo tra la gente un senso di “speranza e cambiamento.” La luce era Barack Hussein Obama. Nasce un profeta nuovo, metà nero e metà bianco, metà musulmano e metà cristiano. Giovane. Con una bella famiglia di gradevole aspetto. Questo profeta è diventato il nuovo missionario di una vera pura “democrazia”, il salvatore della Costituzione americana. La folla si innamorò di Barack Obama. Gli slogan contro la guerra furono parzialmente sostituiti da grida di gioia. Ovunque andasse il profeta, il popolo si raccoglieva in massa per ascoltare il suo messaggio di pace e di giustizia per un futuro migliore per tutti. Non importa dove, da Washington a Berlino, la suggestione delle masse raggiungeva livelli alti di sublimazione. La retorica era forte e convincente. Il Profeta, aiutato dal Partito Repubblicano, in particolare dalla loro decisione di presentare un candidato debole, John McCain, percepito e per molti versi realmente un clone di George Bush, venne eletto. Appena il Profeta fu nominato presidente, la gente di tutto il mondo ritienne che una nuova era di pace e giustizia era pronta a imporsi. Con l’eccezione di alcuni rari scettici, i leader di tutto il mondo furono accomunati da un identico fremito accogliendo a braccia aperte il nuovo profeta. L’ascesa di Obama fu inarrestabile, culminata con il Nobel per la pace assegnato per un suo discorso “memorabile” a Il Cairo, in Egitto.
Sono trascorsi tre anni dall’elezione di Obama alla Casa Bianca. Le guerre di Bush in Iraq e Afghanistan hanno proseguito, giusto con il recente annuncio di un ritiro dall’Iraq, che segue sostanzialmente lo stesso calendario fissato dall’amministrazione Bush, e con solo un parziale “ritiro” dall’Afghanistan. Inoltre, abbiamo operazioni militari e di intelligence statunitensi attive in Yemen, Somalia, Uganda, Pakistan, Libia, e molti altri paesi. Gli attacchi dei droni in Pakistan, che hanno ucciso insieme ai terroristi molti civili innocenti, sono iniziati con l’amministrazione Bush, ma hanno proseguito con sempre maggiore intensità sotto l’amministrazione Obama, anche durante una delle peggiori crisi umanitarie ( ampiamente ignorata dall’Occidente) : le pesanti piogge monsoniche con inondazioni che hanno colpito 20 milioni di cittadini pakistani in due anni, e distrutto più di 1,2 milioni di case. Le bombe del Profeta non hanno mostrato alcuna pietà anche in questo periodo di difficoltà per la popolazione indigena. A peggiorare le cose, abbiamo visto le immagini venute fuori della Libia, dove gran parte delle città, in particolare Sirte, sono state distrutte dai pesanti bombardamenti della NATO e dei ribelli, provocando lo sfollamento di migliaia di civili e l’uccisione di un numero imprecisato di civili innocenti. Il nostro Profeta vincitore del Premio Nobel per la Pace ha mostrato il suo vero volto: non è un profeta di pace, ma un profeta di guerra.
Ecco alcune statistiche riguardanti la guerra dei droni in Pakistan: tra il 2004-2007, si registrano nove attacchi dei droni. Nel 2008, il numero è salito a 33. Nel 2009, gli attacchi salgono a 53 per arrivare, nel 2010, a 118. Quest’anno, 2011, finora ci sono stati 68 attacchi di droni. Questi attacchi hanno ucciso in tutto da 1.500 – 3000 persone. Di queste morti, circa 300-450 cadono durante l’amministrazione Bush. Negli ultimi tre anni da solo, sotto il Profeta, il numero è salito a 1,300-2,100. Il numero dei feriti è di circa 1.500. Di tutte le persone uccise in Pakistan fino ad ora, circa 400 sono considerati civili innocenti, e tra questi ci sono oltre 100 bambini.
Il numero di sortite della Nato in Libia sono difficili da individuare. Da una stima cauta di 9.600 a una molto più grande di 20.000 attacchi in territorio libico. Il numero di vittime civili in Libia non sarà mai conosciuto, ma anche se consideriamo una stima restrittiva, è difficile immaginare che tutti i civili innocenti ne siano usciti illesi. Per curiosità, ho tentato una telefonata all’Ufficio del tenente generale Charles Bouchard, dell’Aeronautica Militare canadese (Questi pacifici Canadesi…), a capo della “Operation Unify Protector” della NATO in Libia (ricordate la dottrina della Responsabilità di Protezione? ). Ho chiamato per conoscere l’esatto numero di sortite NATO effettuate nell’operazione militare libica. Ad oggi, la mia telefonata non ha ancora ricevuto risposta. Forse, alcuni di voi potrebbero avere più fortuna provando al 081-721-31-11 . E ‘il numero del centro di comunicazioni riguardanti il conflitto libico, basato a Napoli. (Questo tanto per stigmatizzare il presidente Napolitano il quale va dicendo che l’Italia non è in guerra …)
L’unica cosa appurata al 100% è l’efficienza e la determinazione dell’amministrazione Obama nell’eliminazione sistematica di noti terroristi. Bush avrebbe potuto solo sognare di avere un tale successo. Negli anni di Bush, la caccia ai terroristi ha conseguito qualche successo con la cattura e l’esecuzione del “terrorista” Saddam Hussein e del vero e proprio terrorista Abu Al-Zarqawi; ma tutto ciò è risibile rispetto ai risultati del Profeta Obama. Da quando è arrivato al potere, ha eliminato Osama Bin Laden, Mohammad Kan, Abu Zaid, Ilyas Kashmiri, Saad Bin Laden (figlio di Osama Bin Laden), e Atiyah Al-Rahman. Anche Anwar Al-Awlari e Sahir Khan (due cittadini americani) sono stati uccisi in un attacco drone in Yemen. Quanto allo Yemen, questo paese della penisola arabica, insieme alla Somalia, ha visto, negli ultimi mesi, aumentare in modo esponenziale gli attacchi dei droni statunitensi. Nel perseguimento dei terroristi e l’attuazione della “democrazia occidentale”, Obama ha conseguito molti più successi di Bush. L’Amministrazione del Profeta è una ben oliata macchina militare assassina. Bush ha avuto bisogno di una vera e propria invasione militare per sbarazzarsi di Saddam Hussein. Bush è una recluta rispetto al Profeta il quale, con il minimo sforzo e il minimo coinvolgimento di uomini, semplicemente sfruttando al massimo la superiorità aerea e le capacità tecnologiche degli Stati Uniti , insieme alla diplomazia internazionale, è riuscito a sbarazzarsi di decine di terroristi e leader mondiali . Che dire delle vittime innocenti che sono stati uccisi perché coinvolte in questo processo? Non preoccupatevi, è solo un danno collaterale. Sono sicuro che il Profeta della Pace soffre per loro e che pregherà il suo Dio per accogliere le anime di queste vittime innocenti.
Allora cosa è successo a tutte quelle folle pro-pace ? Se ne sono andate. Si sono riciclate con il movimento Occupy Wall Street. Pochi ostinati militanti di pace sono ancora in lotta per la causa. Tanto di cappello a loro, soprattutto vedendo come le loro piccole folle di partecipanti si ostinano nei loro raduni. Anche se io non sono un pacifista, rispetto la loro coerenza e voglio inviare loro un messaggio: Non vi preoccupate. La folla oceanica tornerà a tenervi compagnia, se il Profeta di Pace sarà spodestato dal prossimo presidente repubblicano. Si tratta dell’infinito spettacolo nel teatro dell’ipocrisia.