IL PROFUMO: CEDRO DI TAORMINA • Blu Mediterraneo di ACQUA DI PARMA

Creato il 07 marzo 2016 da Grace G @beautycove

ACQUA DI PARMACEDRO DI TAORMINABlu MediterraneoEau de ToiletteNovità 2016
“Gli affetti del cuore sono come i rami del cedro, 
  se l’albero perde un ramo robusto, soffre, ma non muore. 
  Riversa tutta la vitalità nel ramo accanto, perchè possa 
  crescere e riempire il posto vuoto”  Khalil Gibran


Lo sguardo si riempie del mare chiaro, che la luce del giorno sfiora con dolcezza. Intorno è il silenzio. L’aria è trasparente e porta con sé il profumo sottile e frizzante dei cedri, che crescono rigogliosi negli agrumeti. Vicoli e stradine medievali si intrecciano e si allargano all’improvviso per accogliere fastosi palazzi barocchi. Inaspettati e grandiosi, si schiudono gli emicicli dell’antico Teatro Greco. In lontananza vapori e scintille annunciano l’Etna. Il profumo di una città unica nel Mediterraneo italiano, perché solo qui emozioni tanto opposte e mai dissonanti si fondono una nell’altra. Acqua di Parma rinnova ancora una volta l’incanto sensoriale delle fragranze Blu Mediterraneo. Essenze che si ispirano all’ingrediente emblematico di un luogo, di una costa o di un paesaggio per evocarne l’indimenticabile atmosfera. Cedro di Taormina è l'ultima fragranza presentata da Acqua di Parma, che arricchisce la Collezione Blu Mediterraneo. Un jus per i sensi e per l'anima, forte degli elementi vitali, terra, fuoco, acqua e aria di una terra sorprendente. L’essenza chiara, solare e allo stesso tempo intensa del cedro, unita alla forza profonda della roccia vulcanica. Una fragranza che libera tutto il potere tonificante di un luogo e, fin dall’esordio, esprime un’armonia che rinvigorisce. In apertura le note agrumate di cedro e petit grain unite a quelle aromatiche del basilico catturano i sensi come una brezza fresca e vigorosa. Nel cuore il pepe nero e la lavanda accendono vibrazioni frizzanti e speziate. È come se il cielo terso, le profondità del vulcano e l’orizzonte infinito del mare si incontrassero, ammaliando ancora più profondamente i sensi e l’anima. Nel finale l’appagante dolcezza del cisto avvolge le note calde, morbide ed eleganti del vetiver e del cedro di Virginia.L'elegante flacone in vetro nei toni blu mare di Cedro di Taormina offre cangianti giochi di luce. Un effetto suggestivo che evoca gli infiniti riflessi delle onde. L’iconico design art déco di tappo e flacone dichiarano l’appartenenza del profumo al mondo Acqua di Parma. La fragranza è disponibile nel formato Eau de Toilette 75 e 150 ml. completata da Gel Doccia Tonificante nel formato 200 ml. Nelle Boutique Acqua di Parma e in tutte le profumerie concessionarie da Marzo 2016.

Se pensate di averla già vista senza esserci mai stati, forse avete ragione. Taormina è in molti film, già nel muto “L’appel du sang”, di Louis Mercanton nel 1919. E’ nel capolavoro di Michelangelo Antonioni “L’avventura”, in “Le grand bleu” di Luc Besson, nel “Piccolo diavolo” di Roberto Benigni, nel “Padrino” parte III di Francis Ford Coppola, nell’ironico “La dea dell’amore” di Woody Allen. Incastonata come una perla nel suo anello, Taormina ha la grazia magica dei luoghi fuori dal tempo. E’ unica: alle spalle l’Etna e di fronte l’azzurro liquido dello Ionio. Tutto intorno, magnifiche fioriture in ogni periodo dell’anno: rose da maggio a dicembre, cascate di bouganville e oleandri d’estate, gelsomini che non smettono di sbocciare finché non arriva un breve inverno. In provincia di Messina, ma più vicina a Catania, Taormina è stata costruita su uno spettacolare terrazzo roccioso. Nelle giornate chiare si riesce a vedere persino la punta della Calabria. Ogni cosa è disegnata e definita dalla luce.  Le origini della città sono leggendarie e gli storici si contraddicono su chi siano stati i fondatori (i siculi, i greci, i nassi, i messinesi di Zancle) e anche sul significato del nome, Tauromenion. C'entra il Monte Tauro, così chiamato per la sua forma? C'entra il Minotauro, che figura in alcune monete antiche? C’entrano i due principi di Palestina, Taurus e Mena? Non importa. Oggi, con 2500 anni alle spalle, uno stuolo viaggiatori incantati, attori, pittori, scrittori che hanno lasciato la loro testimonianza, la piccola città (undicimila abitanti) rimane un caso unico: il Teatro Antico, il lusso dei grandi alberghi, corso Umberto e i suoi tanti vicoli, la villa comunale, la stazione liberty, Capo Taormina e, gioiello tra i gioielli, l’Isola Bella. Donata nel 1806 al Comune di Taormina da Ferdinando I di Borbone, re delle due Sicilie, l’Isola Bella è stata dichiarata Museo Naturalistico nel 2011. Più che un’isola è una propaggine della terraferma collegata da una sottile striscia di spiaggia ghiaiosa, emersa o sommersa secondo le maree. Sono 8.000 metri quadrati pieni di sorprese, tra fiori spontanei come il garofano rupicolo e le rare piante tropicali portate da Lady Florence Trevelyan che si sono ambientate perfettamente. Mimetizzata nel verde c’è la villa costruita dalla famiglia Bosurgi alla fine degli anni ’50, una serie di stanze e belvederi sovrapposti, collegati da scalinate interne ed esterne. Un mix armonico e affascinante che oggi è possibile visitare. Da Taormina si intravede il tetto della costruzione, quasi un cappello sulla roccia, ma poi lo sguardo spazia oltre, abbraccia tutta la baia. E sembra di essere sul ponte di un’immensa nave.Vivere accanto all’Etna non è semplice, eppure se non ci fosse, quest’angolo di Sicilia non sarebbe così affascinante. La montagna (3321 metri nel ’94, ma le eruzioni rendono variabile l’altezza) è maestosa, ingombrante, sacra. Il vulcano attivo più grande d’Europa caratterizza ogni scorcio, provoca attrazione e vertigine. Chi ha visto, oltre alla bellezza, la furia del fuoco e le piogge di cenere sa che il mitico laboratorio del dio Vulcano è la potenza misteriosa con la quale scendere a patti e, nello stesso tempo, una straordinaria cassaforte della biodiversità. Così in poco più di un’ora si passa dalla fragranza dei giardini di aranci, cedri e limoni al profumo dei boschi, dai castagneti alle distese di eleganti betulle e pini loricati, dai vigneti di Nerello, geometrici e ordinati, alle stradine che salgono verso l’alto tra massi ciclopici, grotte segrete e inaspettati frutteti. Quest’immensa area – 58.000 ettari con la presenza di 20 paesi, è un Parco naturale dal 1987 e, nel 2013, è stata dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Nella Valle del Bove, una scarpata da film di fantascienza lunga otto chilometri e larga cinque, si riversa buona parte delle eruzioni. Sembra di stare in un altro pianeta. Eppure il mare è lì, a quattordici chilometri in linea d’aria e non c’è molta distanza tra il regno dell’aquila reale e quello dei pescatori. Questa vicinanza ha fatto nascere il sorbetto: i monaci mandavano i loro carrettieri a prendere la neve sull’Etna per mescolarla al succo di cedro o limone e rinfrescarsi durante l'estate. Fuoco e ghiaccio, aspra roccia e morbida campagna, distese brulle e giardini sempre fioriti: grazie all’Etna tutte queste contraddizioni convivono nello stesso territorio, e lo rendono unico. Antichissime eruzioni arrivate sino al Mar Ionio hanno permesso la formazione delle Gole dell’Alcantara, canyon con alte pareti di basalto che imbrigliano l’acqua gelida e impetuosa del fiume.  Il cedro, definito mela d’oro dagli antichi, è il capostipite di tutti gli agrumi. La sua scorza profumata, nei toni caldi e intensi del giallo, sprigiona tutta l’energia della luce mediterranea. La sua polpa ricca e succosa racconta le radici della terra, la dolcezza frizzante dell’aria, il lento rifrangersi delle onde. Un frutto e l’emozione di paesaggi indimenticabili, il simbolo di un luogo dal fascino incontrastato, protagonista, con il suo inconfondibile aroma della bellezza scintillante e incommensurabile di Taormina. 
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