“Generazioni di Waverley avevano coltivato il giardino. In quella terra c’era la loro storia ed il loro futuro. Ma qualcosa stava per accadere, qualcosa che il giardino non era ancora pronto a rivelare.”
Regina di quei travolgenti profumi ed affascinati colori, eccellentemente mixati in cucina, era Claire unica custode di quel patrimonio nella cittadina di Bascom. Oltre che essere buoni i suoi piatti aveva qualcosa d’incantato: i fiori usati nelle pietanze suscitavano nei compensabili determinati sentimenti e ricordi. Quelle erano le ricette che sua nonna le insegnò da quando Claire e sua sorella Sidney avevano messo piede in quella casa; aveva deciso che sarebbe rimasta nella casa della nonna: lì era a casa, lì era una Waverly! Basò la sua vita sulle ricette e sui fiori del suo giardino, chiudendo se stessa ed il suo cuore in quella cucina, unico luogo dove si sentiva davvero sicura, libera di creare e senza paura che qualcuno possa ancora deluderla ed abbandonarla come 10 anni prima, senza un chiaro motivo, fece sua sorella.
“Alcune persone non sanno come ci si innamora, proprio come altre non sanno nuotare. Quando si buttano la prima volta vanno nel panico, poi però imparano in fretta”
Il motivo che spinse Sideny ad allontanarsi da quella casa era perché voleva sentirsi davvero libera. Essere una Waverley comportava fare i conti con se stesse e con i propri doni, come la vecchia cugina Evanelle la quale, senza un vero motivo, si ritrovava a consegnare oggetti di qualsiasi specie agli abitanti di quella cittadina, con la certezza che prima o poi l’accendino, i cereali, una spilla o i due
Il giardino (forse il vero protagonista di questo incantevole romanzo) è fino alla fine custode di un grande segreto e degno padrone di casa; ci accompagna alla scoperta di quei magici fiori che, se mangiati, suscitano emozioni e ricordi e ci presenta tutti i protagonisti di questa calda, romantica e profumatissima storia avente alla base il continuo contrasto tra razionalità-desiderio, destino-progetti e fuga-ritorno verso quella casa e quel melo rivelatore del destino di chi chiunque assaggi un suo frutto. Ed io, come lui, spero vi avervi accompagnato davanti alla prima libreria della vostra città, tacendo sui dettagli e lasciandovi ad una piacevole lettura (magari con un bel tè alla cannella, giusto per riscaldare un altro po’ l’atmosfera!).