Titolo: Il Profumo delle foglie di limone
Autore: Clara Sánchez
Titolo originale: Lo que esconde tu nombre
Traduzione: Enrico Budetta
Editore: Garzanti
Collana: Narratori Moderni
Pagine: 355
Prezzo: 18,60 €
Formato: copertina rigida
Anno 1ᵃ edizione originale: 2010
Anno 1ᵃ edizione italiana: 2011
Genere: Narrativa spagnola
Codice ISBN: 978-88-11-68662-0
Credi alle apparenze?
Credi di essere al sicuro?
Conosci veramente chi ti è vicino?
La verità deve venire a galla...
Trama: Sandra è una giovane donna confusa che sta affrontando una gravidanza in solitudine nel disperato tentativo di capire davvero cosa vuole dalla vita. Rifugiatasi nella casa della sorella in Costa Blanca, una mattina in seguito ad un malessere viene soccorsa da quella che sembra essere la classica coppietta di anziani stranieri che si gode la vecchiaia al caldo del sole spagnolo. Nasce così una sorta di amicizia fra Sandra e la coppia di norvegesi, che le ricordano i nonni che non ha mai avuto. Julián è un ex prigioniero del campo di concentramento di Mauthausen che ha passato il resto della sua vita a dare la caccia ai nazisti, e anche ora ormai prossimo alla fine ha un obiettivo: Karin e Fredrik Christensen, coniugi norvegesi nazisti che si sono distinti per la loro ferocia. Le vite di Sandra e Julián sono destinate a incrociarsi, sulla scia di un male mai sepolto veramente.Giudizio personale: Questa recensione è veramente difficile per me, sono molto combattuta nel mio giudizio. La storia di questo romanzo mi è piaciuta molto, mi ha colpito e a tratti emozionato. E' una storia forte, che tocca corde molto delicate: la seconda guerra mondiale, i campi di concentramento, la perfidia nazista. Questa tematiche, che mi stanno sempre molto a cuore, sono affrontate in maniera efficace. Tuttavia questo libro non mi ha entusiasmata quanto mi aspettavo, l'ho trovato un po' inconcludente: per tutte le 350 pagine ho atteso che accadesse qualcosa di eclatante, o meglio che accadesse semplicemente qualcosa e poi una volta arrivata alla parola fine mi sono accorta che non era successo niente, o quasi.Il romanzo procede su due binari paralleli che si completano a vicenda e narrati dai due protagonisti: Sandra e Julian. A loro è affidato il compito di trascinare il lettore all'interno di una storia complessa e inaspettata. Lo stile narrativo non è però sempre efficace, a volte anonimo e poco incisivo e in alcuni punti persino prolisso per via delle innumerevoli descrizioni che, se da un lato aiutano il lettore ad entrare meglio nella storia, dall'altro possono disorientarlo e annoiarlo perché troppo dispersive. Il libro gioca molto con i generi letterari: non è un giallo anche se ne presenta alcune caratteristiche e non è un romanzo storico nonostante i riferimenti a fatti reali. La stessa protagonista è indefinibile: a tratti coraggiosa è in realtà molto volubile e fragile, a volte risulta quasi incomprensibile per alcuni suoi atteggiamenti e all'inizio proprio non mi piaceva, per via di questo suo non reagire alla scoperta della vera identità dei Christensen. In realtà con il procedere nella lettura ho rivalutato molto il suo personaggio: lei si trova a dover affrontare un "nemico" che fino a poco tempo prima era astratto, apparteneva al mondo della storia, perché per una ragazza di vent'anni i nazisti sono quelli che leggiamo nei libri o vediamo al cinema, e per lei improvvisamente diventano qualcosa di reale, tangibile. Nonostante questo rimane un personaggio poco carismatico e che non mi ha particolarmente colpita.La forza di questo romanzo sta nel riuscire a stimolare le riflessioni: riflessioni sul bene e sul male, sulla giustizia, su quanto una persona possa cambiare. Julian si chiede spesso dove sia la giustizia in un mondo che ha permesso a due esseri malvagi come i Christensen di potersi godere la vecchiaia in assoluta serenità, mentre lui che tanto ha sofferto ha perso la moglie e il migliore amico. Entrambi i protagonisti cercano di trovare delle risposte alle mille domande che affollano le loro menti: Possono degli uomini così malvagi cambiare? Cambiare veramente? Si saranno pentiti? Avranno capito quanto male è stato arrecato? ma soprattutto, Perché? Perché hanno fatto tutto questo? Tentare di trovare delle motivazioni a ciò che è accaduto così tanti anni fa, in nome di un'ideologia malata spesso può portare sull'orlo del baratro, perché a volte un motivo semplicemente non c'è e anche se ci fosse ci soddisferebbe davvero? Lenirebbe le nostre ferite?Voto: 6,5Citazione: "Probabilmente la testa le scoppiava per colpa di informazioni di cui non era consapevole al cento per cento. Probabilmente il fatto di dover elaborare dati e particolari che non sapeva mettere nella giusta prospettiva le creava ansia. Pensiamo ci faccia male solo ciò che sappiamo che ci fa male, ma c'è una moltitudine di ricordi e di immagini che provocano una grande malinconia perché non ne capiamo il senso."Colonna sonora: I don't know di NoaConsigliato: agli amanti dei Best Sellers, per una lettura estivaIstruzioni per l'uso: non fidatevi delle fascette promozionali e seguite l'istinto
Buona Lettura!