Il profumo ritrovato

Creato il 08 giugno 2011 da Treasures
I profumi. Parte integrante del nostro mondo, alchimie capaci di connettere luoghi e momenti diversi nel tempo e nello spazio. Ci accompagnano, ci sorprendono, talvolta ci aggrediscono, come quando ci troviamo vicino a un MacDonald, o quando ci infiliamo nel tunnel del metrò. Talvolta ci blandiscono e ci guidano, con la loro scia, dentro una panetteria di croissant appena sfornati, o un ristorante di carne grigliata: sempre, ci riportano indietro nel tempo, con sorprendente intensità, ad effetto immediato.


Il profumo del sole sul bucato steso, in una fila di mollette, sul terrazzo… Un istante e siamo di nuovo bambini, a scorrazzare tra i panni stesi. E’ immediato. Siamo rapiti, tradotti nel cuore pulsante del ricordo. Più ancora di un colore, di una musica o di un sapore, il profumo ci avvicina e ci connette con le nostre esperienze passate, ci trasporta là, senza alcuno sforzo, in maniera naturale. Una delle nostre preziose eredità del mondo animale, cui apparteniamo. Chiudiamo gli occhi e piani spazio-temporali si sovrappongono: è come un viaggio nel tempo istantaneo!
E’ dunque possibile viaggiare nel tempo, grazie ai profumi! Ma soltanto a ritroso. L’odore del futuro, infatti, non lo conosciamo. Non possiamo in alcun modo indovinare le note di profumi che non abbiamo ancora incontrato. Sono note che non sapremmo orchestrare, poiché guidate da sinergie sconosciute e incredibilmente complesse. Come nel romanzo di Patrick Süskind, Il profumo, meravigliosa e terribile esplorazione dell’universo olfattivo del protagonista, Grenouille, che è condannato a sentire e ricordare ogni singolo profumo, e di ciascuno subire il fascino, fino alle estreme conseguenze. Sarebbe anche più terribile non avere memoria di alcun profumo, essere privi della nostra trama olfattiva, sottile e intricata come la seta, e altrettanto robusta e pregiata.
Odorare qualcosa è carpirne l’essenza e anche, impercettibilmente, piccoli pezzi: minuscole particelle di materia. Così un odore diventerà parte di noi, del nostro corredo emotivo, e potrà anche mancarci, più di quanto immaginiamo, e senza che ce ne rendiamo conto. Fino a che non lo ritroveremo. A me è successo quand’ero in Tasmania, a Hobart, in un pomeriggio assolato di fine marzo. Si è appena concluso il Salamanca Market, che ogni sabato colora le vie della città. Una passeggiata tra i banchi e poi via, verso quella stradina che porta chissà dove, ci capito per caso, sembra salire un po’, intravedo delle scale. Scale che portano su, fino a un vialetto in fiore. Salgo. Sono all’ultimo gradino quando mi investe, mi raggiunge con inaspettata confidenza, immediata dolcezza. Come una carezza. Ed è una carezza nota, familiare, rassicurante.

Chiudo gli occhi, ferma sull’ultimo gradino che porta al viale. Sto respirando il profumo delle mimose in fiore, alberi magnifici a pochi passi da me. A Hobart. Ma a me sembra di essere a casa. Quel profumo mi mancava, e nemmeno lo sapevo. E’ bastato chiudere gli occhi per ritrovarlo, intatto, in un flusso di ricordi sparsi, eppure connessi tra loro. Riaffiorano diapositive sbiadite, vecchie lettere chiuse da un nastro in fondo al cassetto. Una mimosa appuntata al bavero del cappotto. Mio papà vestito da donna con una mimosa sulla maglia, per celebrare la festa della donna! Marzo. L'avvicendarsi delle stagioni. Altri profumi. Altri ricordi. Un campo di margherite su un cielo terso a Patmos, in Grecia. Un campo di lavanda in fiore all'abbazia di Senanque, in Francia


Estate. Fiori di lavanda essiccati, di un viola gentile, chiusi in un sacchetto di cotone tra la biancheria. Fragrante, pungente, fresco profumo di casa. Autunno. Una torta di sfoglia appena uscita dal forno, ora sul davanzale della finestra. Quando si sarà raffreddata, una mano la cospargerà di zucchero a velo. Dolce profumo rassicurante della cucina. Inverno. La neve scende a fiocchi, fitti, bianchi e farinosi. Nell’aria odore di ghiaccio, freddo, puro come vetro filato dalle mani della Natura. Primavera. Un prato d’erba carico d’acqua, fili verdi dall’aspetto tagliente, come piccole spade; vien voglia di strapparne uno e soffiarci su per farlo suonare, vibrare come un diapason tra le dita. Sentore umido, terroso, di un verde selvatico. Lasciarsi ritrovare dai profumi. Con un po’ di pratica, riusciremo forse anche nell’impresa di indovinarne di nuovi: e così viaggeremo davvero nel tempo. In entrambe le direzioni.

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