Il progetto di Visiting nelle comunità residenziali italiane

Creato il 29 aprile 2012 da Raffaelebarone

Il progetto di Visiting nasce da una lunga riflessione clinica sulla comunità come metodo di cura che in questi anni ha guidato le attività dell’associazione Mito&Realtà e si propone come base per mantenere una discussione critica sul tema, creando una circolarità tra clinica, valutazione e formazione.

Prendendo spunto dall’esperienza britannica, in particolare dal lavoro che ha portato alla formazione di un programma, il Network Community of Communities, il progetto  nel quale si inserisce la proposta di Visiting vorrebbe essere il punto di partenza per creare una rete di Comunità Terapeutiche italiane che permetta la definizione di un intervento comunitario condiviso e che assicuri la continua riflessione su quali sono i punti di forza e le criticità del lavoro comunitario, consentendo un cambiamento sincronico all’interno della rete delle comunità, analogo al cambiamento possibile per l’individuo all’interno della comunità stessa.

Con il coinvolgimento delle comunità della rete, attraverso la riflessione continua sui temi sopra citati, si intende porre le basi per una filosofia che orienti il metodo di cura di ciascuna comunità, riflessa in modalità di intervento e valori condivisi, che vuole essere una risorsa per ciascuna comunità fornendo una struttura di confronto e di supporto, soprattutto nei momenti di maggiore criticità.

La proposta di Visiting quindi, inizia con un’autovalutazione di ciascuna comunità, alla quale seguiranno gli incontri che forniranno un feedback esterno arricchente e propone un modello circolare, analogo all’ Action Research (Lewin, 1980), nella quale l’enfasi è posta sulla partecipazione e l’incontro esperienziale, sulla riflessione sul metodo clinico e organizzativo e sul dialogo tra pari come strumento di lavoro per il cambiamento.

Il manuale per il visiting di comunità per adulti, VIVACOM (VIsiting per la VAlutazione delle COMunità terapeutiche) fornisce un metodo di indagine che coinvolge i servizi nella loro globalità, fornendo un senso di efficacia e l’assunzione di un ruolo attivo di ciascun operatore e ospite nelle strategie di cambiamento, stimolando le capacità analitiche di ciascun soggetto coinvolto.

Le aree considerate dal VIVACOM riguardano: organizzazione generale, clima terapeutico e confort ambientale, caratteristiche generali della cura, attività rivolta alle famiglie, sicurezza dei pazienti e degli operatori, gestione del personale e formazione, documentazione clinica e Sistema Informativo, valutazione della qualità e ricerca.

Rappresentando uno studio pilota ciò permetterà una discussione sull’adeguatezza dello strumento e degli item che lo compongono, in un’ottica di costante riflessione ed eventuale riformulazione. Ciò che si cerca di creare è un approccio che si ponga in contrapposizione con quanto osservato da Pedriali:

“Le Comunità terapeutiche spesso [...] si presentano come monadi isolate che, anche quando svolgono il loro lavoro con scrupolo e serietà, non riescono a produrre una ricerca teorico-clinica, metodologica, epidemiologica e statistica sufficientemente indicativa. Le dimensioni, generalmente piccole, e i mezzi a disposizione, generalmente scarsi, non lo consentono e ciò finisce per determinare il rischio dell’autoreferenzialità. ” (Pedriali, 1999)

Organizzazione

Le comunità inserite nel progetto verranno divise in terne, all’interno delle quali ciascuna produrrà un report sulla base del manuale per l’autovalutazione, VIVACOM, il quale sarà inoltrato, da parte del referente visiting di Mito & Realtà, ad una soltanto delle altre due comunità, la quale, una volta concordata la data dell’incontro andrà in visita presso la comunità che ha prodotto il report; lo stesso faranno, secondo il modello circolare già messo in atto dal Network Community of Communities alla quale si rifà il progetto italiano, le altre due strutture della terna, al fine di chiudere il processo di auto ed etero valutazione.