La rivista Forbes, come d'abitudine, anche quest'anno ci ha deliziato della classica lista dei più ricchi. A parte le nuove entrate, sove si registra un incremento dei ricchi nell'area BRIC, abbastanza scontato, mi sorprende la lista dei primi 20 brasiliani.
Ovviamente la parte del leone spetta sempre a lui, Eike Batista, ma l'occhio scorre sulle attività di questi venti personaggi, e scopro che su 20, ben 14 sono banchieri. Neppure nella ricca banca europea accade questo.
La professione banchiera, che Lula voleva ridurre al lastrico, è diventata quella più proficua in Brasile, grazie agli stratosferici interessi sui prestiti che le banche estorcono ai piccoli clienti, che secondo Lula dovevano diventare ricchi.
Probabilmente il Lula ha confuso le due parole, invertendone i significati. Ma per farla breve qui sotto elenco i banchieri brasiliani che si classificano tra i primi 20. La cifra al fianco del nome indica i miliardi di dollari delle loro fortune.
Joseph Safra, $11.4
Aloysio de Andrade Faria, $4.3
Alfredo Egydio Arruda Villela Filho, $3.2
Ana Lucia de Mattos Barretto Villela, $3.2
Andre Esteves, $3
Fernando Roberto Moreira Salles, $2.6
Joao Moreira Salles, $2.6
Pedro Moreira Salles, $2.6
Walther Moreira Salles, $2.6
Rubens Ometto Silveira Mello, $2.5
Moise Safra, $2.4
Antônio Ermírio de Moraes, che vendette il 49% della banca BV sull'orlo della bancarotta al Banco do Brasil per alcune camionate di soldi.
A cui vanno aggiunti i padroni della AMBEV, che hanno partecipazioni bancarie.
Una volta i partiti della sinistra erano il terrore dei banchieri, oggi sono diventati soci, e rubano a man bassa al popolo bue, che si lascia incantare dalle chiacchiere messianiche di qualunque illetterato che si spaccia per uno di loro.
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