Una altro calo, seppur leggero, tra il seguito degli spettatori che il giovedì seguono la nuova trasmissione di Michele Santoro, quel Servizio Pubblico quest'anno trasmesso per la prima volta su un sindacato di televisioni locali, sul satellite di Sky e sul web. Sono stati 12.012 gli italiani che ieri hanno guardato la puntata intitolata "punire i corrotti, contro i 2,838.000 della prima puntata, mentre lo share della trasmissione è sceso dal 12,03% allo 8,08%.
Un calo fisiologico e che certamente tutti, a cominciare dallo stesso Santoro, avevano preventivato e non certo perché gli argomenti toccati nelle puntate seguenti alla prima fossero poco interessanti, perché la vera e unica ragione del calo degli ascolti di Santoro è l'uscita di scena di Silvio Berlusconi, l'uomo che da solo, in questi ultimi 18 anni, ha sostenuto la crescita dei giornalisti e dei comici italiani.
Per la verità anche ieri sera Santoro ha tentato di buttarla in caciara e di indossare di nuovo i panni dell'eroe e martire anti berlusconiano, grazie all'ultima querela arrivatagli da mediaset, rigirando un po' i fatti come meglio gli convenivano. ma era chiaro che non poteva durare e che la trasmissione, per la prima volta da anni, sarebbe dovuta andare avanti senza mai nominare il nome di Silvio Berlusconi.
Il tema centrale affrontato da Santoro e i suoi ospiti era pure davvero interessante, perché non solo si è parlato della corruzione diffusa, un vero e proprio sistema di finanziamento illecito a partiti, politici e loro lacché, ma si è anche più volte sfiorato quello dell'evidente decadenza economica e produttiva del paese, senza però mai affrontarne le cause reali che l'hanno prodotta.
Una mancanza dovuta al solo fatto che gli ospiti invitati a discuterne erano tutti personaggi che in qualche modo sono coinvolti nell'apparato sociale, culturale, politico ed economico che i danni che oggi possiamo vedere tutti sotto i nostri occhi, e in qualche misura corresponsabili.
Come può realmente essere credibile fino in fondo un dirigente della Cgil come Maurizio Landini, se molte delle responsabilità del declino delle grandi industrie italiane e della loro delocalizzazione all'estero è proprio attribuibile agli accordi che il suo e gli altri sindacati, ricchissime e privilegiatissime associazioni, hanno in tanti anni sottoscritto con imprenditori e politici?
Come può essere fino in fondo credibile un imprenditore come Santo Versace, che fa parte di un ceto sociale che da anni persegue soltanto il puro fine di lucro, preferendo spesso affidarsi alla finanza invece che alla ricerca e alla produzione?
Come può essere credibile fino in fondo un giornalista come massimo Mucchetti, che scrive per un giornale che appartiene al gotha dell'imprenditoria nazionale ed è controllato dalle grandi banche?
Santoro nella sua trasmissione ha fatto quello che i poteri forti hanno fatto col governo italiano: ci hanno messo le stesse persone che hanno provocato la crisi che oggi dovrebbero fronteggiare.
A parte tutto, gli argomenti da affrontare sono tanti e tutti interessanti, ma Santoro sa bene che, oltre a dover cercare di non fare un programma che sia la brutta copia del Reporter della Gabianelli, il suo pubblico era abituato a ben più spumeggianti trasmissioni, tra escort, ragazze facili, sesso droga e rocchenrolle. Mettergli ora davanti delle serie discussioni su argomenti complessi significa farli addormentare dopo mezzora. Un bel problema da risolvere: almeno invitasse ospiti che hanno una visione delle cose un po' meno banali e prevedibili, giusto per dare un po' di brio al programma.