Ci eravamo facilmente illusi un mese fa quando Berlusconi rassegnò le dimissioni. Pensavamo che avrebbe lasciato la scena, avrebbe promosso il suo delfino Alfano e se ne sarebbe tornato nel suo cantuccio dorato a fare l’imprenditore e l’imputato. Niente più leggi ad personam, niente più conflitti di interesse, niente più influenze.
Niente di più sbagliato. La manovra dimostra come la golden share sia ancora in mano, e anche saldamente, a Berlusconi. Non ci vuole molto a vedere come la manovra abbia un fortissimo imprimatur di destra, se così vogliamo definire il PDL. Il PD, non è una sorpresa, non conta niente.
Il credo liberale secondo cui non bisogna alzare le tasse ha scricchiolato solo minimamente con la reintroduzione dell’Ici, la cui scomparsa era comunque un’anomalia dovuta alla scorsa campagna elettorale. È di fatto l’unica tassa diretta, mentre il resto del cetriolo è indiretto.
Toccate, anzi dopo l’annuncio della scomparsa delle pensioni di anzianità entro il 2018, martoriate le pensioni. In fondo in fondo la Lega serviva a qualcosa. Scavalcato il Senatùr, si è pescato a piene mani. Flebile la resistenza sinistrorsa.
Le troppo celebrate tasse sul lusso sono uno specchietto per le allodole e non si avvicinano nemmeno lontanamente ai sacrifici a cui è chiamato il ceto medio. Così come è saltato pure l’aumento della percentuale Irpef sui redditi medio-alti: la scomparsa grida ancora vendetta. La deducibilità dell’Irap è un vistoso segno della vicinanza del Governo al mondo industriale. Per non parlare della garanzia statale sui prestiti bancari.
Riassumendo: niente patrimoniale, stangata sulle pensioni, agevolazioni alle imprese, aiuti alle banche, liberalizzazioni, fondi per l’Alta Velocità. Siamo sicuri che ci sia anche la Sinistra a sostenere il Governo? Mancava solo la riforma dell’articolo 18, dopo avremmo 31.
Il Dio Spread ha approvato? E chissenefrega. La popolazione è più importante della speculazione.
Desta scandalo il mancato interesse del Governo verso le frequenze liberate dal passaggio al digitale. Entro Natale saranno regalate a Rai e a Mediaset, rinunciando ad almeno 4 miliardi freschi freschi.
La nostra diffidenza rispetto a Monti è sempre stata alta, in quanto innegabile membro della massoneria internazionale (Bildenberg e Trilateral) ed esponente dello stesso mondo bancario (Goldman Sachs) che ha messo il mondo in crisi.
Sapevano che ci sarebbe dovuti essere sacrifici per risanare l’economia: ci aspettavamo che fossero per tutti. E ci aspettavamo qualcosa di meglio di una manovra “alla Tremonti”, pilotata sempre dal solito noto.