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IL PUZZLE POST DI PASQUA. Giovanardi contro l’Ikea, Scilipoti contro la Toyota e Silvio ce l’ha con la Nutella

Creato il 24 aprile 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
IL PUZZLE POST DI PASQUA. Giovanardi contro l’Ikea, Scilipoti contro la Toyota e Silvio ce l’ha con la NutellaSono mesi che metteva soldi da parte per acquistarlo, prima ancora che la casa giapponese lo immettesse sul mercato. Gli piaceva quello azzurro metallizzato perché quasi uguale al cielo di Forza Italia, partito nel quale, sotto sotto, aveva sempre sognato di militare. Domenico Scilipoti, rotto il salvadanaio, è finalmente andato dal concessionario della Toyota e in contanti ha acquistato il primo pick-up della sua vita, l’Hilux. Scilipotino nostro aveva bisogno di un mezzo su cui trasportare le medicine e gli aghi miracolistici con i quali cura di tutto, impotenza compresa (oddio, un po’ doloroso ma ciò che conta è il risultato finale). Ma i problemi sono iniziati da subito, dal primo tentativo fatto per salirci. Il pick-up era troppo alto e mancava del predellino sul quale, come il suo attuale Capo insegna, arringare la plebe con pensieri alati e fregnacce a gogò. Non solo. Il navigatore di serie parlava una lingua stranissima e la voce guida aveva perfino un vago accento molisano che gli ricordava il Capo precedente: era l’italiano, idioma a lui praticamente sconosciuto. Incazzato nero Scily, dopo essersi reso conto che la radio di bordo era sintonizzata sul terzo canale Rai, si è rifiutato di ritirarlo e ha dato mandato ai suoi legali di denunciare la Toyota per pubblicità ingannevole. Gli spot non dicevano che il pick-up non era adatto ai diversamente alti né ai diversamente italiani né ai diversamente molisani, tantomeno ai diversamente intelligenti. Insomma, una sorta di circonvenzione di incapace. Una tragedia. Ma i guai, per le grandi industrie, non finiscono qui. Silvio se l’è presa con la Nutella, il cioccolato spalmabile dappertutto che come tutti sanno crea assuefazione. Nell’ultima festa tenuta ad Arcore prima della chiusura per ferie pasquali del night-club, Silvio ne ha fatto un uso spropositato. Ci ha spalmato praticamente tutte le sue ospiti ed ha provveduto personalmente a ripulirle con enormi, voraci slinguate. La fregatura è che ha avuto un attacco di dissenteria che lo ha devastato per un paio di giorni, fino a quando non è arrivato Scilipoti e gliel’ha bloccata con una seduta di agopuntura anale (oddio, un po’ dolorosa ma ciò che conta è il risultato finale). Dopo quell’esperienza niente affatto piacevole, Silvio ha ordinato a Ghedini di denunciare la Ferrero per non aver espressamente indicato sui barattoli che l’uso improprio della cioccocrema può provocare dissenteria. Ma la perla delle perle, quella che trasforma gli italiani in fondamentalisti privi della capacità di confrontarsi con chicchessia, se l’è inventata il ministro (senza portafoglio) per la famiglia, quel Carlo Giovanardi che quando sente venir meno la popolarità fa dichiarazioni che lo riportano immediatamente sulle prime pagine dei giornali e nei titoli di testa dei tg. Dopo aver definito Stefano Cucchi un “drogato che si è rifiutato di sottoporsi a qualsiasi trattamento sanitario e per questo è morto suicida”, Carlo Torquemada” se l’è presa con l’Ikea, si, proprio il colosso svedese di articoli per la casa. Il motivo della feroce reprimenda è stato il manifesto affisso dalla multinazionale a Catania per pubblicizzare l’apertura del nuovo centro commerciale. Sono ritratti due gay che si tengono per mano e la scritta “Siamo aperti a tutte le famiglie”. A dimostrazione che quando fa comodo la Costituzione italiana conta qualcosa, Giovanardi ha fato riferimento proprio alla Carta per un attacco senza precedenti all’Ikea alla quale ha mandato a dire: “Quel manifesto contrasta a gamba tesa contro la nostra Costituzione, offensivo, di cattivo gusto. L'Ikea è libera di rivolgersi a chi vuole e di rivolgere i propri messaggi a chi ritiene opportuno. Ma quel termine 'famiglie' è in aperto contrasto con la nostra legge fondamentale che dice che la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio, in polemica contro la famiglia tradizionale, datata e retrograda”. Immediata la risposta dell’Ikea attraverso Valerio Di Bussolo, responsabile delle relazioni esterne: “L'Ikea non offende la Costituzione e non è contro la famiglia citata dall'articolo 29. La Costituzione stabilisce qual è l'oggetto dei diritti, ossia quella fondata sul matrimonio, ma non definisce la famiglia tout court. Quella citata dall'articolo 29, che riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, é una delle famiglie. Noi abbiamo a che fare con una realtà quotidiana in continua evoluzione, ci sono tipologie di famiglie molto variegate. Ikea quindi completa e aggiunge altre famiglie della realtà domestica, come quelle delle coppie di fatto, dei single, quelle composte da nonne e nonni. Tutte famiglie, queste, riconosciute anche dall'Istat. La campagna è finita - ha concluso Di Bussolo - e non rinneghiamo quello che abbiamo scritto". Quello che sconcerta del ministro Giovanardi è il non rendersi ancora conto di chi è e di cosa fa quotidianamente il suo padrone, alias lo smembratore di famiglie, alias il presidente del consiglio che le famiglie italiane non hanno voluto al loro incontro annuale. Non c’è nessuna medicina per la patologia del “pronismo”, neppure l’agopuntura di Scilipoti tesa a paralizzare le lingue, ai cervelli ha già pensato Silvio.

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