Per Vivek J. Tiwary, Andrew C. Robinson e Kyle Baker, l’unico a meritare il titolo è Brian Epstein, l’uomo che scoprì il gruppo, ancora sconosciuto al grande pubblico, e ne curò il lancio verso il successo internazionale.
Il quinto Beatle affronta il vissuto di Epstein dalla scoperta dei Beatles fino alla morte, raccontandolo secondo una prospettiva chiaramente orientata. La ricostruzione degli eventi non sfugge a una parziale tentazione agiografica ed Epstein appare come un esteta lungimirante e sognatore, mentre sono assenti il suo lato vizioso, la dipendenza da gioco d’azzardo e stupefacenti, il lungo travaglio nelle cliniche di recupero.
Totalizzante è, al contrario, la sessualità, vera chiave di lettura privilegiata da Tiwary nella sua narrazione; Brian Epstein visse con estrema segretezza la propria omosessualità, un atteggiamento dettato anche dal timore della legge, dato che nel Regno Unito i rapporti tra individui dello stesso sesso erano ancora un reato.
Tra derisione, pestaggi, ricatti e vergogna, Epstein emerge nella sua affettività sofferta e mutilata, tanto determinato e brillante nelle intuizioni artistiche quanto fragile e ferito in un privato che non può essere pubblico. Omosessualità, amore e diritti diventano sempre più presenti nella storia, confluendo in un messaggio che riflette gravosi interrogativi ancora attuali e relega i Beatles ai margini come semplice contraltare capriccioso e immaturo rispetto alla serietà profonda e ingenua di Epstein.
Vivek J. Tiwary, al suo esordio da sceneggiatore di fumetti dopo una carriera tra teatro, cinema e televisione, mostra una buona padronanza della sintassi del mezzo, soprattutto nella progettazione della tavola, che serve con puntualità e versatilità la narrazione. Ne Il quinto Beatle vediamo succedersi lunghe sequenze di vignette orizzontali, affollate gabbie di dodici, sedici o venti vignette, fino all’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, momento di cesura reso da sei audaci splash pages consecutive quasi interamente nere.
I disegni, di Andrew C. Robinson (Marvel, DC Comics, 12 Gauge, Dark Horse), evidenziano un segno sicuro ed esperto, che qui si mostra tributario al gusto e all’estetica dei Sixties, mentre il colore – opera dello stesso Robinson – ha un’intelligente applicazione semantica; i toni caldi, per esempio, irrompono nella storia solo con l’incontro fra l’impresario e i Beatles, prima scintilla entusiasmante nel cupo grigiore abitudinario della vita di Epstein, mostrata con toni freddi nelle quasi monocromatiche tavole precedenti.
Una curiosa variazione di stile compare con la breve parentesi illustrata da Kyle Baker, un dichiarato omaggio alla serie animata degli anni Sessanta The Beatles, da cui l’illustratore riprende le linee caricaturali.
In Inghilterra il reato di omosessualità venne abolito nel 1967, l’anno in cui il trentaduenne Epstein morì a causa di un’eccessiva dose degli psicofarmaci che gli venivano prescritti anche per curare la sua sessualità. L’assunzione di questi medicinali è rappresentata dieci volte lungo il volume, a formare un martellante leitmotiv grafico, un intercalare che fa da doloroso contrappunto alla luccicante ascesa dei Fab Four.
Evidentemente lontani da velleità documentaristiche o divulgative, gli autori optano per un’elaborazione artistica della figura dell’impresario, offrendo un ritratto umano in cui Epstein forse non si sarebbe specchiato, ma in cui probabilmente gli sarebbe piaciuto vedersi dipinto.
Abbiamo parlato di:
Il quinto Beatle
Vivek J. Tiwary, Andrew C. Robinson, Kyle Baker
Traduzione di Antonio Solinas
Panini Comics, novembre 2013
144 pagine, brossurato, colore – 9,00 € [edizione regular]
ISBN: 9771824216311
168 pagine, cartonato, colore – 35,00 € [edizione deluxe]
ISBN: 9788891203106
168 pagine, digitale, colore – 6,99 € [edizione deluxe Kindle]
ISBN: 9788891203106
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