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Il racket degli autisti Atac. Parla un macchinista: "Ecco perché stiamo bloccando la città". (Ed ecco perché questa protesta è meschina, aggiungiamo noi)

Creato il 08 luglio 2015 da Romafaschifo
racket degli autisti Atac. Parla macchinista: Messaggio da un autista. Speriamo che questo chiarisca un po' la situazione di questi giorni...Facciamo chiarezza su quello che sta accadendo in questi giorni.
Premessa: Ogni giorno quando un conducente o un macchinista prende servizio è tenuto a controllare che i mezzi siano in uno stato efficiente e idonei a fare il servizio richiesto. Ogni giorno la maggior parte dei mezzi sono affetti da avarie più o meno gravi che ne possono pregiudicare l’efficienza e la sicurezza, per chi sta dentro e per chi sta fuori. Quando il dipendente decide di uscire con un mezzo non idoneo al servizio si sta prendendo la responsabilità civile e “penale” della sua scelta. Se il conducente esce senza aria condizionata e l’utente si sente male, la responsabilità è del conducente. Dovete anche sapere che il 40% del servizio “ordinario” del trasporto pubblico romano è fatto attingendo agli “straordinari” dei dipendenti. Questo vuol dire che ipotizzando 100 turni, l’azienda ha le risorse per coprirne solo 60, gli altri 40 vengono coperti a straordinario che di per se non è obbligatorio fare! 

Perché questa premessa? La giunta in accordo con l’azienda ha deciso in maniera unilaterale di eliminare tutte le indennità dal 1962 ad oggi (53 anni), indennità che sono state frutto di lotte sindacali con sindacati che allora esistevano e che non erano collusi con la dirigenza. Il taglio di queste indennità su uno stipendio medio di 1400€ circa sono pari ai 300/400€ in meno in busta paga. Questo vuol dire mettere in crisi intere famiglie che magari vivono di un solo stipendio.
Ora che cosa sta accadendo? Accade che la Giunta capitolina e l'azienda hanno deciso di non aprire alcun tipo di trattativa sulla questione ed in più hanno ben pensato di spalare un po’ di merda sui lavoratori! Quale miglior modo per scaricare la responsabilità per la pessima gestione del tpl se non quella di scaricarla sui dipendenti che ogni giorno producono km? Nel frattempo tutta la parentopoli che ha di fatto assunto parenti e amici in posti dirigenziali e amministrativi è ancora lì e nessuno la tocca. 

Noi siamo d’accordo con una revisione delle condizioni di lavoro, non ci spaventa il badge elettronico (come dice il caro sindaco) o le 3 ore in più se servono per risanare la situazione, ma è pur vero che si sta attingendo sempre dalle stesse fonti, quelle più ai margini, mentre i dirigenti continuano a percepire stipendi da capogiro! Dal momento che quindi l’azienda non ha alcuna voglia di venire al tavolo delle trattative, e dal momento che per coprire le sue puttanate spala merda sui dipendenti, viene meno quel rapporto di compromesso che faceva si che ci prendessimo la responsabilità di uscire con mezzi inidonei. L’azienda vuole che si rispettino le decisioni e le regole? Bene, un mezzo senza aria condizionata non può uscire per regolamento. Un mezzo con usura freni non può uscire per regolamento e così via! Non vuole essere un capriccio ma se per salvarti tu (Sindaco) butti merda sugli altri, allora è il caso di mettere in chiaro le cose e semplicemente rispettando i regolamenti che la stessa azienda ha stilato salta tutto! Voi non avete idea di quanti mezzi ci sono fermi nelle rimesse perché mancano i pezzi di ricambio, di quanti ne escono anche se non dovrebbero circolare, non avete idea di quanto marcio c’è sotto e di quanto la politica ne sia invischiata! In anni di servizio non ho mai visto un metro di preferenziale in più, non ho visto lotta all’evasione, non ho visto lotta alla sosta selvaggia. Sono tutte cose che migliorerebbero il servizio in men che non si dica ma niente… loro preferiscono spalare merda su chi guida senza prendersi le proprie responsabilità e questo non è più possibile. Ci scusiamo con l’utenza che è esasperata e chi ci comanda lo sa, comanda alla vostra rabbia e alla vostra pancia distogliendovi da quello che è il nocciolo del problema, un’azienda collusa con una politica mafiosa che per salvarsi la faccia distrugge gli altri, quelli che non hanno voce! Non date retta a tutto quello che dicono i giornali, non siamo noi il problema, non sono quelle 200 mele marce su 6000 a mandare a picco il trasporto pubblico! Sotto c’è ben altro! Chi vuol capire capisca, chi non vuole non ne ha voglia!
Grazie per il tempo che mi avete dedicato.
G. L.
Qualche rapida risposta cui senz'altro si aggiungeranno le risposte dei lettori. 
1. L'annullamento delle assurde e anacronistiche contrattazioni di secondo livello non prevede alcuna decurtazione dello stipendio. Semplicemente si farà un nuovo accordo di secondo livello (non a caso gli accordi non scadono con effetto immediato, ma a inizio Ottobre dunque c'è tutto il tempo) che, per mantenere le medesime condizioni economiche (o, perché no, per migliorarle) dovrà prevedere un aumento della produttività. E' questo che spaventa realmente gli autisti.
2. Dall'articolo si evince una cosa chiara: fino al 30 giugno gli autisti facevano viaggiare i passeggeri su vetture non adeguate e sicure. Dopo il 1 luglio hanno deciso di smettere di far correre rischi ai viaggiatori. Strano: il regolamento o lo si rispetta con rigore sempre o se, per buon senso, si capisce che ci sono delle cose che si possono aggirare per bloccare l'azienda non si può utilizzare questa elasticità come un racket. Perché, messa in questi termini, di racket si tratta. Tecnicamente racket. E della peggior specie.
Perché, se i convogli erano inadeguati, non li hanno bloccati prima? Perché hanno fatto coincidere la "salvaguardia" dei passeggeri con la "salvaguardia" dei loro interessi e dei loro antiquati contratti?
3. Dall'articolo si evince inoltre che lo stop agli straordinari non è fatto perché non si vogliono fare gli straordinari in quanto tali (che anzi portano più denaro nelle buste paga), bensì perché si vuole far emergere un problema, perché si vuole creare un problema.
4. Dal testo si capisce perfettamente (ma lo ha capito tutta la città) che autisti e macchinisti - pur avendo per certi versi tutte le ragioni del mondo - stanno creando disagi e facendo rischiare letteralmente la vita a cittadini e turisti per una questione di puntiglio e per fare un dispetto ad una amministrazione di cui non condividono le scelte.
5. Pensare che rendere la vita impossibile ai pendolari serva a colpire i dirigenti è quanto meno cervellotico. 
6. Leggendo viene da chiedersi anche dove erano i dipendenti quando la politica, come giustamente si sottolinea, si divorava l'azienda. Come mai fanno i duri solo adesso? Perché voglion bene all'azienda e la vogliono sana o perché ora la situazione è talmente degenerata che anche i loro piccoli privilegi vengono messi in discussione? Eppure la scarnificazione scientifica di Atac da parte della politica romana (e non solo) era nota a tutti ed era protagonista di mille inchieste. Come mai i dipendenti non si sono mobilitati quando ancora si era in tempo e hanno aspettato che l'azienda andasse in fallimento tecnico? Una istanza ipocrita che di più non si può: mi muovo solo quando mi toccano il portafoglio. Questa forse è la cosa più terribile: l'azienda ha per anni truccato la contabilità, assunto cubiste, devastato il servizio. E i dipendenti zitti. Ora che si modifica (di poco, figurarsi) un briciolo dei loro privilegi giù a bloccare il servizio e a massacrare l'esistenza degli abbonati, gli unici a non aver colpa. Meschinità allo stato brado!
7. Ovviamente moltissime riflessioni dell'autista sono giuste, non c'è ombra di dubbio.

8. Il problema principale di Atac è l'evasione tariffaria. Gli autisti sono disponibili (come fanno i loro colleghi in tutto il mondo) a controllare chi entra e a non far salire chi non paga? Questo potrebbe permettere loro, ad esempio, di conservare tutto il loro stipendio. E magari di aumentarlo.

9. Se la situazione è così inaccettabile perché non si opta per lo sciopero ad oltranza? La situazione sembrerebbe consentirlo, no? D'altronde l'azienda sta mantrattando! E allora giù sciopero: che è una forma di protesta dura, ma non meschina come lo sciopero bianco. E soprattutto mette in difficoltà sia chi lo fa (decurtazione della paga) sia chi lo riceve. Oggi questa protesta mette in difficoltà esclusivamente chi subisce i disagi: è egoismo meschino contro chi non ha colpe e contro chi paga l'abbonamento annuale e mensile.

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