Il rafforzamento dell’alleanza indo-statunitense

Creato il 18 maggio 2012 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR

La prossima sessione del Dialogo Strategico indo-statunitense prevista per giugno disporrà di un’ampia agenda. Tenderà ad indirizzare la cooperazione strategica tra i due paesi a un nuovo livello.

 
I commentatori indiani hanno fornito diverse ricostruzioni poco plausibili per trovare una spiegazione dell’improvvisa decisione del Segretario di Stato degli USA Hillary Clinton di giungere in India proprio in questo frangente. La visita è apparsa superflua, avvenuta tra un approfondito incontro di consultazioni guidate dal ministro delle finanze indiano Pranab Mukherjee, predisposto a Washington solamente lo scorso mese, e la prossima sessione del Dialogo Strategico indo-statunitense che si terrà il mese venturo nella capitale statunitense. Infatti, il Sottosegretario di Stato statunitense per gli Affari Politici Wendy Sherman ha visitato poco tempo fa Nuova Delhi al fine di preparare l’agenda per il Dialogo Strategico previsto per giugno, che sarà co-presieduto dalla Clinton e dalla sua controparte indiana, S.M. Krishna. Come si spiega dunque questa visita?

Naturalmente, non mancano “argomenti di conversazione”. La sempreverde questione dell’Iràn; la ferita sanguinante rappresentata dall’Afghanistan; lo “Stato fallito” chiamato Pakistan; le promesse non mantenute dell’accordo indo-statunitense sul nucleare civile; la meraviglia rappresentata dalla Cina; il moribondo programma di riforme in India; l’immenso appetito degli Stati Uniti per il mercato indiano – certamente, l’alleanza indo-statunitense offre un ampio programma. Ma i conti ancora non tornano.

L’originario itinerario asiatico della Clinton era caratterizzato da una visita a Pechino per co-presiedere il Dialogo Strategico Economico Stati Uniti-Cina, il quale era stato programmato con largo anticipo. Tuttavia, Washington ha tardivamente proposto a Dhaka una visita della Clinton nel fine settimana, durante il suo viaggio di ritorno da Pechino, per poi successivamente aggiungere una deviazione via Nuova Delhi con una sosta notturna a Kolkata.

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Nel caso specifico, l’itinerario nel Sud-est asiatico si collega a due importanti sviluppi sulla scacchiera diplomatica – la visita della Clinton in Myanmar in dicembre, che ha introdotto un nuovo elemento saliente nella rivalità sino-statunitense, e, secondariamente, la conclusione del patto strategico tra Stati Uniti e Afghanistan, il quale apre la strada a una lunga presenza militare statunitense in Asia Centrale. In poche parole, la Clinton ha lanciato l’ambiziosa impresa volta ad unire India, Bangladesh e Myanmar in un arco di “amici degli Stati Uniti” disposti lungo il confine meridionale della Cina.

A Dhaka la Clinton ha formalizzato l’avvio di un Dialogo per il Partenariato Stati Uniti-Bangladesh a livello dei Sottosegretari di Stato, che si terrà ogni anno a Washington e Dhaka. La Clinton ha espresso l’interesse a “massimizzare” la cooperazione bilaterale, precisando la prospettiva statunitense: “Il Bangladesh è situato in una posizione geografica ideale per servire come ponte del commercio tra la dinamica regione dell’Asia-Pacifico e l’enorme potenziale economico rappesentato dall’Asia Meridionale. E noi siamo lieti di assistere alle riforme che si stanno compiendo in Birmania [Myanmar], poiché queste possono comportare enormi benefici… per il suo vicino, il Bangladesh”. Clinton ha insistito fortemente “sull’estensione” del Bangladesh dal Myanmar all’India.

Ha suggerito che la cooperazione energetica potrebbe unire i tre paesi: “La recente decisione di fissare il confine marittimo tra Bangladesh e Birmania e il processo giuridico in corso concernente il confine tra Bangladesh e India offriranno una linea di demarcazione molto chiara in modo tale che il Bangladesh potrà cominciare ad esplorare e cercare le proprie risorse”. Una delle maggiori compagnie petrolifere statunitensi, la ConocoPhilips, è già impegnata in Bangladesh e spera d’intensificare le sue attività nel Golfo del Bengala.

La Clinton ha incoraggiato Dhaka a cooperare alla cosiddetta Look East Policy indiana e a rafforzare i suoi rapporti con il Myanmar. Naturalmente, la parola non detta in tutto ciò è stata “Cina”. La sosta della Clinton a Kolkata è stata un’estensione del suo viaggio a Dhaka. Ha sollecitato che l’India dovrebbe risolvere velocemente la sua disputa con Dhaka riguardante il fiume Teesta per il timore che potrebbe “causare intralci a diverse necessità che dovrebbero essere impediti” Ha sottolineato il grande potenziale di Kolkata nel far rivivere il suo glorioso passato come centro commerciale verso oriente. La brillantezza della strategia della Clinton è che avrebbe potuto liberamente proferire consigli, ma senza alcun costo per gli Stati Uniti.

Sinfonia iraniana

Chiaramente gli Stati Uniti sperano d’inserirsi all’interno delle relazioni Bangladesh-Myanmar e India-Bangladesh e ricavarne sinergie, in modo tale da approfittare dei progressi compiuti recentemente dai tre paesi nel risolvere le loro controversie apparentemente insolubili. Detto questo la geostrategia statunitense soddisfa allo stesso modo tutti e tre gli attori regionali. Per l’India, qualsiasi aiuto statunitense nell’appianare il proprio rapporto spigoloso con il Bangladesh è benvenuto, mentre per Dhaka, l’intervento degli Stati Uniti può contribuire a spingere Nuova Delhi ad attivarsi più velocemente al fine di raggiungere un accordo a riguardo del fiume Teesta. Per entrambi, l’apertura del Myanmar sotto la sorveglianza statunitense offre una finestra d’opportunità per stabilire connessioni con la dinamica regione dell’ASEAN. Dal punto di vista statunitense, si possono attivare grandi opportunità d’affari nel Golfo del Bengala e in tutti e tre i paesi. Ne guadagna anche l’asse Stati Uniti-India nel processo volto a contenere la presenza cinese nel Golfo del Bengala.

Curiosamente la Clinton ha più volte lodato il governo indiano per essere parte integrante di quello che ha chiamato “consenso internazionale” per la pressione nei confronti dell’Iràn. In sostanza ha rivelato che, mentre il governo indiano professa pubblicamente il proprio disprezzo per le sanzioni statunitensi contro l’Iràn, si è doverosamente allineato alla richiesta degli Stati Uniti di tagliare i suoi acquisti di petrolio dall’Iràn. Quello che emerge è una curiosa sinfonia indo-statunitense a riguardo della questione iraniana. L’India sta tagliando le sue importazioni di petrolio dall’Iràn e sta diversificando i suoi acquisti di greggio, il che compiace Washington (e la potente lobby israeliana negli Stati Uniti). Ma questo aiuta gli Stati Uniti ad evitare d’imporre sanzioni contro l’India in luglio. Sicuramente, Nuova Delhi si aspetta che Washington ricambi la sua decisione di ridurre gli acquisti di petrolio dall’Iràn.

D’altra parte, l’India ha sfruttato l’isolamento iraniano a suo vantaggio, convertendo circa metà delle sue importazioni di petrolio dall’Iràn in commercio di scambio per costringere l’Iràn ad intensificare le sue importazioni dall’India, bilanciando in tal modo il commercio bilaterale che era fortemente sproporzionato a favore dell’Iràn. Allo stesso modo, Nuova Delhi spera che Tehran rimanga anch’essa grata, dal momento che l’India figura ancora come uno dei maggiori acquirenti del suo petrolio. Inoltre, la retorica indiana continua a sostenere il diritto iraniano a perseguire un programma nucleare come paese membro del TNP (Trattato di non proliferazione nucleare), opponendosi a qualsiasi uso della forza per risolvere il problema del nucleare iraniano. Questa sarebbe musica per le orecchie iraniane. In breve, Nuova Delhi è ben posizionata per continuare i propri commerci sia con Washington sia con Tehran dipendenti dai risultati dei colloqui tra il P5+1 e l’Iràn e dal destino del braccio di ferro tra Stati Uniti e Iràn.

“Linee chiave d’azione”

La parte più consistente dei colloqui della Clinton a Nuova Delhi erano legati agli sforzi dell’industria nucleare statunitense al fine di proteggere affari dal valore di decine di miliardi di dollari nel mercato indiano. La Clinton ha ottenuto assicurazioni affinché alle compagnie statunitensi sia garantita “parità di condizione”, il che, in parole povere, significherebbe per il governo indiano trovare una modalità adatta a superare le riserve statunitensi concernenti la legge indiana sulla responsabilità nucleare. Westinghouse avrebbe registrato progressi nei negoziati per la vendita di reattori nucleari all’India. Clinton ha lamentato il fatto che i concorrenti degli Stati Uniti (leggi Russia) hanno avuto un indebito vantaggio, dal momento che hanno ricevuto il sostegno statale. Il modo in cui Nuova Delhi cercherà di garantire “parità di condizioni” alla Westinghouse di fronte alla Rosatom rimane un punto d’interesse.

Infatti, sarà ora necessario per Nuova Delhi sfruttare il multi-miliardario giro d’affari nucleare della Westinghouse nel mercato indiano al fine di premere Washington per accelerare l’adesione dell’India all’interno del regime di controllo della tecnologia internazionale, che permetterebbe all’India l’accesso all’avanzata tecnologia occidentale di “doppio uso”. Coincidenza o no, anche se la Clinton era in partenza da Nuova Delhi, il governo indiano ha annunciato il rinvio delle proposte norme generali di anti-elusione (General Anti-Avoidance Rules GAAR) e l’attenuazione di molte delle disposizioni previste. Washington ha esercitato forti pressioni per una tale decisione. Il GAAR era inteso a rafforzare la legislazione fiscale dell’India in modo tale da prevenire che gli investitori stranieri evitassero di pagare le tasse sulle plusvalenze in India.

Clinton ha indicato quattro “linee guida d’azione” come ordine del giorno durante il suo colloquio con il governo indiano – espandere i legami economici definiti come “una delle più grandi relazioni commerciali al mondo”; rafforzare la cooperazione nella sicurezza; lavorare assieme in Asia Meridionale e Centrale; e promuovere una “visione condivisa per l’Asia/Pacifico”. La maniera in cui i due paesi sfrutteranno il loro partenariato a reciproco vantaggio, lavorando assieme in queste aree chiave, sarà chiaro dal modo in cui si svolgerà il prossimo Dialogo Strategico. Clinton è tornata da Nuova Delhi con una chiara comprensione delle aspettative indiane.

Krishna, esaminando la visita della Clinton, ha anticipato che l’imminente Dialogo Strategico a Washington, previsto per il prossimo mese, sarà “produttivo” e “delineerà come intendiamo far avanzare la nostra relazione a un nuovo livello”. Krishna ha dato un tono veramente alto, quando ha riferito, in presenza della Clinton durante la loro conferenza stampa congiunta: “Le emergenti tendenze globali rafforzano solamente la nostra condivisa convinzione dell’importanza di questa relazione [indo-statunitense] per il futuro dei due paesi e per la condizione del mondo in questo secolo”.

(Traduzione di Francesco Brunello Zanitti)


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