Quando nella casa a fianco si trasferisce il ventenne Noah lei incoraggia la sua amicizia con Kevin e siccome è un bel ragazzone , una notte in cui non c'è nessuno in casa , addirittura cede alle sue avances.
Capisce che è stato un errore e vuole troncare subito tutto sul nascere ma Noah non è d'accordo dimostrandosi violento e vendicativo.
Per Claire , suo figlio e il suo ex marito comincia una disperata lotta per la sopravvivenza.
La domanda sorge spontanea : perché vedere nel 2015 un filmetto che se va bene puzza di anni '80 lontano un miglio a partire dal titolo che è la sagra dello stereotipo?
Per Jennifer Lopez ?
Francamente no, non sono mai stato troppo appassionato delle grazie di Jennifer , né delle sue doti attoriali, l'unica battuta memorabile che le riconosco è quella in Amore a cinque stelle ( se non erro) in cui si guarda il suo famigerato posteriore allo specchio e afferma sconsolata : " Ho due culi!!!"
Ecco , la memorabilità di questa battuta gliela riconosco senza problemi, denota anche un certo grado di autoironia, dote per cui non è certo conosciuta.
La vera ragione per cui ho visto questo film nonostante le aspettative bassissime e il sospetto ( poi rivelatosi fondato) che fosse una robetta assolutamente mediocre ed evitabile, è la regia di Rob Cohen.
Rob Cohen è uno di quei registi che esistevano una volta, uno nato come produttore, poi arrivato alla regia delle seconde unità e quindi alla regia in prima persona.
E' un po' di tempo che il buon Rob sembra aver perso il suo tocco, ma si sa che la speranza è sempre l'ultima a morire...
Purtroppo con Il ragazzo della porta accanto le cose vanno maluccio: come ho detto già dal titolo puzza di stereotipo e di anni '80, andandolo a visionare le cose non vanno certamente meglio.
Una trama trita e ritrita in cui uno spettatore un minimo smaliziato sa benissimo dove il tutto vada a parare con almeno un paio di sequenze d'anticipo, non basta di certo a risollevare il tono di un film stanco, nato già vecchio e comunque arrivato fuori tempo massimo.
Il sex appeal non è più quello di una volta, gli anni si cominciano a vedere e le sue forme non sono così esplosive : tutte componenti che la fanno apparire stanca e non basta crearle addosso l'effetto bagnato per renderla più seducente , anzi.
Se poi la statura di un film la dobbiamo misurare a partire dal livello del villain all'opera, beh qui siamo messi proprio male: Ryan Guzman il giovane virgulto che recita nella parte di Noah è un po' troppo uomo per poter recitare la parte di un ventenne e non fa nulla per uscire dallo stereotipo del classico mascellone americano cresciuto a di torta di mele con qualche rinforzino vitaminico.
Non incide, non mette paura, è di un anonimo inquietante.
Anonimo un po' come tutto il film che al massimo può fare a gara con la fiction della seconda serata estiva di Rai 2, quei filmacci per la tv via cavo statunitense fatti con due soldi e che valgono due soldi.
Si è dimostrato quindi un affare.
Che Dio ci scampi da un possibile sequel.
PERCHE' SI : praticamente nulla, qualche sequenza nel finale in cui viene fuori la verve di Cohen.
PERCHE' NO : thrillerino trito e ritrito a partire dal titolo, stanco e anonimo con una Lopez che ormai non è più adatta a recitare in certi ruoli.
LA SEQUENZA : il flirt attraverso le tende delle proprie case tra Claire e Noah all'insegna del ti vedo / non ti vedo.
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
E anche Rob Cohen ce lo siamo giocato.
Le curve di Jennifer Lopez non sono più esplosive come una volta.
Di ragazzi e ragazze della porta accanto è piena la storia del cinema.
Se un filmaccio così si dimostra remunerativo, allora c'è speranza per tutti.
( VOTO : 4 / 10 )