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Il rapinatore morto a Spinaceto è Angelo Angelotti, colui che tese la trappola a De Pedis. Quando il marchio della Banda della Magliana non si cancella

Creato il 28 aprile 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
di Alessandro Ambrosini
Il rapinatore morto a Spinaceto è Angelo Angelotti, colui che tese la trappola a De Pedis. Quando il marchio della Banda della Magliana non si cancella  E' Angelo Angelotti uno dei tre rapinatori coinvolti nella sparatoria di questa mattina a Spinaceto. E' lui il bandito morto sotto i colpi dei gioiellieri. Ma chi è Angelo Angelotti. Perchè il suo nome viene accostato a quello della Banda della Magliana ? Angelotti è nato a Roma il 22 Settembre del 1951. E' un ragazzo della batteria della Garbatella  e si intreccia subito con i ragazzi della Magliana. Non è un sodale dei più importanti ma insieme a Manlio Vitale e Roberto e Stefano De Concilis, detti rispettivamente "er succhia" e er succhietto" governano il quartiere per conto di Giuseppucci e compari. 
Di lui Marcello Colafigli dirà questo in uno dei tanti interrogatori ".. Ho conosciuto Angelotti Angelo da ragazzino. Quando sono uscito da Reggio Emilia l'ho visto qui a Roma, ha parlato con lui del fatto che era inquisito dalla S.V.; ma vorrei che lei capisse che chi vorrebbero ammazzare e' il sottoscritto." parole chiare, che lasciano intendere che è il Colafigli ad aver paura di essere ammazzato e non l'Angelotti. 
Ma questo non è esattamente così. Infatti l'Angelotti è colui che tese la trappola a Enrico De Pedis, il testaccino. E' quello che prese l'appuntamento con il boss in Via del Pellegrino, incontro che non avvenne mai ma che diede la possibilità ai due killer mandati dal Colafigli di chiudere la partita con l'ex amico. E proprio il Colafigli, insieme ad Antonio D'Inzillo, a voler uccidere Angelo Angelotti essendo lui a conoscenza del tutto e non avendo , a detta dei due, la "grana criminale"  per resistere agli interrogatori. 
Venne condannato a 15 anni e rispetto a quello che è emerso dalle indagini continuò ad asserire che non aveva mai fatto l'infame con De Pedis. Storie maledette quelle della Banda della Magliana, Storie che non smettono di riempire di inchiostro le pagine di giornale o di riempire gli spazi dei telegiornali. Storie che rimangono come affreschi di un tempo passato ma che trovano la vita dei giorni nostri, con la stessa crudeltà di quegli anni in bianco e nero. 
E come un mantra ci si interroga se la Banda è finita, se la banda è viva, se quel connubio tra potere e criminalità respira ancora. 
Ne sentiremo parlare fino a che l'ultimo di quella saga troverà pace al cimitero. Non esiste più la banda , non esiste perchè l'associazione è morta molti anni fa. Quelli che esistono sono i personaggi che quel consorzio criminale lo componevano, quelli che non cambieranno certo adesso, che non troveranno la redenzione nella seconda parte della loro vita. Se nasci quadrato non puoi morire rotondo e questo vale anche per loro. E' la legge della vita , è la legge della strada

Etichette:

Banda della Magliana, Angelo Angelotti, De Pedis Renato, Via San Pellegrino, Marcello Colafigli, Manlio Vitale, Antonio D'Inzillo, killer, rapinatori, Spinaceto, Giuseppucci, Garbatella, Roma, Notte Criminale, Alessandro Ambrosini


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