Dopo una lunga incubazione dovuta in gran parte anche alle polemiche che questo nuovo strumento ha suscitato nel mondo della politica e non solo, parte finalmente il rodaggio del Redditometro.
Si tratta di uno strumento innovativo che il Ministero dell’Economia e delle Finanze di concerto con l’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza, ha messo a punto nel corso degli ultimi anni con l’obiettivo di dare un duro colpo all’evasione fiscale, che ad oggi rappresenta una delle principali “aziende” dell’economia italiana, in quanto si stima che ogni anno vengano sottratti al fisco oltre 100 miliardi di euro in tasse non versate.
La rivoluzione che sta dietro l’introduzione del redditometro consiste nel fatto che tramite questo strumento, e per la prima volta, la lotta all’evasione si effettuerà non andando a vedere i guadagni del contribuente, ma le sue spese. Viene infatti effettuata una vera e propria analisi dello stile di vita di quei “contribuenti fiscalmente a rischio evasione”, per verificare se le spese sostenute durante l’arco dell’anno sono in linea con quanto fiscalmente dichiarato.
Si tratta di uno strumento pensato per colpire l'evasione fiscale spudorata e i cosiddetti “finti poveri”; rimarranno quindi esclusi dai controlli fiscali i soggetti deboli e, quindi, i conti dei pensionati e quelli dei soggetti protestati (http://www.conticorrentiaconfronto.it/conto-per-protestati).
Le tre fasi dell’accertamento fiscale
Il funzionamento degli accertamenti tramite Redditometro, si divide in tre fasi.
C’è in realtà una fase “zero” che è quella compiuta dal sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate che stilerà una lista di circa 40 mila contribuenti a rischio; si tratta di contribuenti il cui tenore di vita e quindi il reddito presunto, calcolato in base alle spese sostenute durante l’anno, supera del 20% quello effettivamente dichiarato al fisco. A questo punto inizia la fase uno che consiste nell’invio, da parte dell’Agenzia delle Entrate, di un lungo questionario che il contribuente dovrà compilare nei tempi e nei modi indicati nel questionario stesso.
Le risposte fornite verranno quindi analizzate dall’Agenzia delle Entrate, e se ritenute non convincenti o non complete, si passerà alla fase 2 che consiste nella convocazione presso la stessa Agenzia. Qui il contribuente verrà chiamato a rispondere ad alcune domande da parte di un funzionario del fisco, sempre con l’obiettivo di verificare come mai il reddito presunto (desunto dalle spese sostenute durante l’anno) superi di oltre il 20% quello effettivamente dichiarato.
Se anche le risposte fornite in questa seconda fase non saranno ritenute soddisfacenti da parte degli ispettori incaricati, si passerà alla terza ed ultima fase che consisterà nell’accertamento fiscale “vecchio stile”; in quest’ultimo step l’Agenzia Fiscale potrebbe anche avvalersi del supporto della Guardia di Finanza.
Link utili:
http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/portal/entrate/home (http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/portal/entrate/home)
http://www.conticorrentiaconfronto.it/conto-corrente-bancario (http://www.conticorrentiaconfronto.it/conto-corrente-bancario)
http://www.pmi.it/impresa/contabilita-e-fisco/articolo/68764/redditometro-operativo-questionari-ai-contribuenti.htm (http://www.pmi.it/impresa/contabilita-e-fisco/articolo/68764/redditometro-operativo-questionari-ai-contribuenti.html)